L'esponente di Forza Italia in Consiglio definisce pezzi della burocrazia regionale il “Deep State” della Cittadella e annuncia la resa dei conti durante il dibattito in aula sulla spesa dei fondi comunitari
Tutti gli articoli di Politica
PHOTO
Spara ad alzo zero il consigliere regionale di Forza Italia, Katya Gentile, contro il dirigente della Programmazione unitaria, Maurizio Nicolai. È la prima volta che alcune fibrillazioni in seno alla maggioranza vengono alla luce. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è l’applicazione della legge "misure urgenti per l'attività di affiancamento nell'attuazione del Pnrr e dei fondi Sie". Si tratta di una norma approvata all’unanimità dal Consiglio regionale in favore dei precari ex Legge 12/2014 che “dovrebbe” reintegrarli nel mondo del lavoro. Per Gentile è fondamentale per due motivi: «si conferisce personale di supporto agli enti locali con l'obiettivo della messa a terra del Pnrr (scadenza 2026 e noi ancora dobbiamo partire) e personale di supporto ai dipartimenti regionali per la spesa e la rendicontazione dei fondi Sie; si immettono sul mercato del lavoro circa 200 lavoratori, destinatari di due leggi regionali del 2014, poi abbandonati per anni in un limbo di umiliazioni».
Eppure questa legge ancora non trova applicazione. «A nulla sono servite le numerose riunioni svoltesi prima e dopo l’estate in cui il bravo assessore Giovanni Calabrese ha convocato i dirigenti e le organizzazioni sindacali e a cui ho partecipato io stessa - scrive la Gentile - Ogni volta una scusa diversa. La tragicommedia in atto ormai da anni potrebbe tranquillamente intitolarsi "Il gioco delle parti". Il teatro è la Regione Calabria, registi e protagonisti alcuni dirigenti del “deep state” che conta in Regione. E non sono servite a nulla neanche le reprimende del presidente Roberto Occhiuto che, durante un incontro tenutosi i primi giorni di ottobre, ancora una volta ribadiva ai dirigenti competenti, qualora ce ne fosse bisogno, l'importanza di dar seguito alla legge».
«Quello che mi preme sottolineare e sul quale non transigo - continua la forzista - è che una legge approvata all'unanimità dal Consiglio regionale, organo sovrano in materia legislativa, venga totalmente disapplicata per il capriccio di qualche dirigente che utilizza la tattica del rimpallo, del temporeggiamento e del rinvio. Addirittura, nell'ultima riunione di settembre, mi era stato sottoposto un emendamento da portare in Consiglio regionale con cui si sarebbe, praticamente, ripartiti da zero. È inaccettabile che, trascorsi otto mesi, ancora a novembre non sia stata attuata una norma che non ha subito rilievi e impugnative da parte del Cdm, checché ne dica il dott. Maurizio Nicolai, direttore della Programmazione unitaria, nei confronti del quale, semmai, vanno addebitati ritardi e rallentamenti».
Nicolai guida il Dipartimento praticamente dai tempi della presidenza Santelli. Dopo aver mancato l’elezione in consiglio regionale nelle fila dell’Udc venne “ripescato” dalla Santelli in questa casella. Occhiuto ha deciso di confermarlo nel ruolo, ma, evidentemente, i suoi consiglieri di maggioranza hanno qualche dubbio sull’operato di Nicolai che nell’amministrazione a guida Mario Oliverio aveva invece fatto il presidente di Arcea, l'Agenzia della Regione Calabria per le Erogazioni in Agricoltura. Diciamo che in effetti la sua gestione non è stata particolarmente brillante però nessuno sinora si era mai lamentato pubblicamente.
Il problema di Nicolai, difatti, non sembra limitarsi alla legge per il precariato. Mentre l’assessore competente, il meloniano Giovanni Calabrese, non si è espresso su questa vicenda, la Gentile non solo attacca sul tema, ma promette di metterci anche il carico: «chi non è eletto ed è preposto invece a svolgere funzioni dirigenziali, per cui viene lautamente pagato, si limiti a farlo diligentemente applicando correttamente la normativa regionale. Del resto parleremo a fine anno quando discuteremo in Consiglio regionale della spesa dei fondi comunitari». Come dire ci sarà a breve un "redde rationem".