«Le intercettazioni sono uno straordinario strumento di indagine, lo dico io che governo una regione dove è importante non aver alcun cedimento nell’attività di contrasto dei poteri criminali, ma a volte le intercettazioni sono diventate anche uno strumento di lotta politica, di lotte tra magistrati: il libro di Palamara lo ha dimostrato». Così il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto nel corso di un’intervista a “Tg1 Mattina” ha rilanciato un tema di grande attualità che il Governo ha tutta l’intenzione di affrontare.

Occhiuto infatti giudica «assai positivamente il fatto che Nordio abbia avuto il coraggio, forse partendo da una posizione più favorevole, per fare delle riforme. È quindi ancora più credibile quando dice che c’è stato un abuso delle intercettazioni».

La lettera di Manna

Ma Nordio non è il solo a pensarla così. Ancora non si è spenta l’eco dell’ospitata di Mario Oliverio da Nicola Porro che il tema del rapporto fra politica e giustizia rimbalza in una missiva che il sindaco di Rende, Marcello Manna, ha inviato all’assemblea dell’Anci. Nella lettera il penalista ripercorre la sua vicenda giudiziaria che ha portato la sua amministrazione comunale a subire una serie di interdittive che hanno colpito lui, il vicesindaco Annamaria Artese, l’assessore ai Lavori Pubblici Pino Munno e due dei quattro dirigenti comunali. 

Nelle parole di Manna c’è un vero e proprio atto d’accusa sul tema delle intercettazioni in particolare quelle che il sindaco definisce "a strascico" «Si ascolta tutto quello che si può ascoltare -scrive Manna - qualcosa verrà fuori!! Una metodologia, quella degli inquirenti, che parte dalla individuazione dell'indagato, per poi trovare reati da contestare. Una inchiesta che vede richieste di proroghe di intercettazioni in "fotocopia" ed irregolarità procedurali che, a parere dei PM nel corso della udienza del Tribunale del Riesame, rappresenterebbero al più un illecito disciplinare».

Ma al di là dell’utilizzo degli strumenti d’indagine quello che vede Manna è una vera e propria irruzione giudiziaria alla vita amministrativa. Un caso che non riguarda solo lui ma tanti amministratori come ad esempio Giuseppe Falcomatà che ha avuto una condanna ad un anno con pena sospesa ma a causa della legge Severino non può governare la sua Reggio.

Il problema, fra l’altro, non è solo calabrese ma nazionale se è vero come è vero che il Guardasigilli, Carlo Nordio, ha tutta intenzione di mettere mano sia al reato di abuso d’ufficio sia alle regole che sottendono l’uso di intercettazioni.

Manna di questa vicenda vuole farne, però, battaglia politica. Di più vorrebbe che i sindaci sposassero questo impegno. Per questo nella lettera inviata ai suoi colleghi sindaci, cita anche una missiva che ha spedito al presidente nazionale dell’Anci De Caro. 

«Il tema giustizia ed il rapporto tra inquirenti ed amministratori è tema di grande attualità - scrive ancora Manna - Lo avevamo segnalato al nostro presidente De Caro per l'assemblea annuale. L'Onorevole Meloni, Presidente del Consiglio, così come il Ministro di Giustizia Dott. Carlo Nordio, hanno affrontato tali temi nei loro interventi (legge Severino, abuso d'ufficio, reati contro la pubblica amministrazione, nonchè la modifica della legge sullo scioglimento dei Comuni). Tuttavia ritengo che solo una politica autorevole che può e deve provenire dai Sindaci e dagli amministratori, da coloro che affrontano quotidianamente le emergenze della nostra terra, possa incidere su questo percorso. La difesa dei diritti Costituzionali, i presidi di democrazia e di libertà, possono essere tutelati attraverso una incisiva azione che proviene da tutti noi. Sono certo che questo sarà un tema inclusivo e caratterizzante la politica di ANCI Calabria».

Vedremo se anche altri partiti sposeranno la causa di un tema certamente scivoloso, ma che può diventare anche la cartina al tornasole della maturità del sistema giudiziario del Paese.