Slitta a domani la riunione per preparare la seduta del Consiglio dei ministri in Calabria. Il confronto più acceso sarebbe sulla proposta avanzata dal Carroccio che impone una stretta dei permessi dei profughi
Tutti gli articoli di Politica
PHOTO
Non sono ancora chiari i contorni del provvedimento sui migranti che dovrebbe approdare sul tavolo del Consiglio dei ministri, convocato per domani pomeriggio a Cutro, dove dieci giorni fa si è consumata la tragedia in cui sono morte circa settanta persone per il naufragio di un barcone.
Secondo indiscrezioni dovrebbe anche contenere un inasprimento delle pene per gli scafisti. All'indomani dell'incontro con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, oggi il vicepremier Matteo Salvini ha parlato di «un decreto importante, equilibrato, che introduce alcune regole di salvataggio e di sicurezza», spiegando che «il ministro dell'interno Piantedosi sta lavorando» a un provvedimento «che aiuta a garantire diritti a chi li ha, a salvare vite, che è la nostra missione, però garantisca l'allontanamento di chi non ha diritto di stare in Italia, come fanno tutti gli altri Paesi del mondo».
Questo decreto non era fra i provvedimenti all'ordine del giorno della riunione del pre-consiglio, inizialmente convocata per oggi pomeriggio alle 16 e poi slittata a domani alle 8.30. Segno che, si ragiona nella maggioranza, ancora il decreto non è definito e si cercherà comunque di farlo passare sul tavolo della riunione preparatoria. Non è stato ancora ufficializzato l'orario in cui si riunirà il Cdm nel paese della Calabria. Sullo sfondo del confronto e delle tensioni fra i partiti della maggioranza su questo tema c'è anche una proposta di legge della Lega che, proprio domani, approda in commissione Affari costituzionali alla Camera, e su cui ufficiosamente sono già emerse le perplessità degli alleati di centrodestra. Avanzata dalla Lega, la proposta impone una stretta dei permessi per gli immigrati, riproponendo le misure dei decreti sicurezza del 2018. «Ne discuteremo in commissione e vedremo se FdI li voterà o no», ha affermato il capogruppo leghista a Montecitorio Riccardo Molinari. Parole che lasciano intendere una sorta di braccio di ferro in corso.
Altro punto in discussione quello delle espulsioni da rendere «più efficaci», ferma restando l'analisi dei requisiti e dei Paesi in cui andrebbero rimpatriati i migranti, che devono essere «sicuri». Le semplificazioni normative e burocratiche per chi chiede di entrare legalmente si stanno studiando anche insieme ai Paesi, in particolare del Nord Africa, con cui l'Italia ha già accordi. Sul tavolo anche l'implementazione dei corridoi umanitari e un nuovo intervento «temporale e di estensione» dei flussi oltre a misure per migliorare l'accoglienza nei centri.