Si fa sempre più difficile, secondo le indiscrezioni che arrivano da Roma, la possibilità che il deputato vibonese, Giuseppe Mangialavori diventi sottosegretario. La levata di scudi dei forzisti calabresi che si è registrata ieri non avrebbe raggiunto l'obiettivo, anzi. Con ogni probabilità avrebbe raggiunto l'effetto contrario. Forse gli Azzurri si sono dimenticati di quanto accaduto i giorni precedenti la formazione del Governo "Non sono ricattabile" disse Giorgia Meloni in replica al famoso elenco stilato da Silvio a favore di telecamere sui difetti del nuovo presidente del consiglio. Non lo è stata per la nomina a Ministro di Licia Ronzulli, difficile si faccia condizionare dalle proteste che arrivano dalla Calabria.

Non va dimenticato poi che sullo sfondo di questa vicenda ci sono anche le illazioni riportate da Repubblica nei giorni scorsi circa presunti rapporti di Mangialavori con esponenti malavitosi. Rapporti però che sono tutti da dimostrare perché come abbiamo già scritto e come ha detto l'altro giorno in radio Giorgio Mulè, il medico vibonese è incensurato e non è mai stato raggiunto da un solo avviso di garanzia.

Il nodo quindi è più politico che di altra natura e Mangialavori paga l'essere considerato molto vicino a Licia Ronzulli e quindi l'area di Forza Italiano a più critica verso il Governo.
Ne sapremo di più nel pomeriggio perché l'elenco dei sottosegretari dovrebbe arrivare dopo il Consiglio dei Ministri che dovrebbe tenersi attorno all'ora di pranzo. Se queste indiscrezioni dovessero essere confermate sarebbe un duro colpo per Roberto Occhiuto. Ieri il presidente della giunta regionale aveva definito come minimo sindacale la nomina di Mangialavori. Soprattutto alla luce dei risultati raggiunti da Forza Italia in Calabria con un dato elettorale (16%) doppio rispetto a quello nazionale. Tanto sforzo per nulla verrebbe da dire visto che la Calabria non dovrebbe avere propri rappresentanti nel Governo ad eccezione di Wanda Ferro. Per la rappresentante di Fratelli d'Italia l'unico dubbio riguarda il ruolo. Certamente andrà agli Interni non si è capito se nelle vesti di viceministro o sottosegretario. Le indiscrezioni dicono che lei avrebbe preferito la presidenza della commissione Antimafia anche per ragioni di maggiore visibilità mediatica, ma il ruolo che le è stato proposto di cerro non è di secondi piano.

Il problema resta quindi tutto in mano a Forza Italia. L'ulteriore sgarbo della Meloni agli Azzurri non fa che gettare benzina sul fuoco ad un rapporto che sin dall'inizio si è presentato complicato e che adesso potrebbe conoscere esiti imprevedibili