Da oggi la Direzione Nazionale Antimafia “parla” anche calabrese. Ieri sera sono stati votati dal Plenum del Csm i sette nuovi sostituti procuratori alla Dna e antiterrorismo. Si tratta di Eugenio Albamonte, Antonella Fratello, Ida Teresi, Paolo Sirleo, Antonio De Bernardo, Federico Perrone Capano e Giovanni Musarò. Due le proposte di partenza della Terza Commissione che coincidevano sui nomi di cinque magistrati.

Nella proposta A, votata a maggioranza in Commissione da Area e MI con i laici Michele Papa e Daniela Bianchini, erano presenti anche quelli di Albamonte e Fratello, mentre nella proposta B, sostenuta da Unicost, i nomi di Giovanni Musarò e Maurizio Giordano. Dopo l'esame in Plenum sono passati quattro dei nomi all'unanimità e due magistrati presenti nella proposta A, Albamonte e Fratello, oltre a Musarò della proposta B, votato in Plenum anche da Area. Escluso invece il pm romano Stefano Luciani.

A sostegno della nomina di Albamonte si è espresso in un intervento in Plenum il consigliere Edoardo Cilenti, di MI: «Nel 2025 non è possibile immaginare il contrasto delle forme più sofisticate della criminalità organizzata e di terrorismo prescindendo dalla dimensione delle tecnologie digitali, - ha detto - quindi dal crimine informatico, che costituisce il cardine organizzativo comune sia di terrorismo che di criminalità organizzata». Il togato di Unicost Marco Bisogni, pur dicendosi «dispiaciuto per la contrapposizione tra colleghi validissimi» aveva definito «inspiegabile» l'eventuale «esclusione di Musarò» alla luce «del bando, dei parametri e delle competenze Dna». Esclusione che con il voto non c’è stata.

Chi è Paolo Sirleo

Paolo Sirleo, sostituto procuratore presso la Procura di Catanzaro, ha iniziato la sua carriera nella Procura di Napoli, occupandosi di reati ambientali e misure di prevenzione. Successivamente, ha lavorato presso la Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, concentrandosi su narcotraffico e cosche joniche, collaborando con autorità giudiziarie internazionali. Dal 2018, a Catanzaro, si dedica a indagini su criminalità organizzata e terrorismo, inclusi traffico di migranti e cellule terroristiche islamiche, dimostrando competenze multidisciplinari in diritto penale e cooperazione internazionale.

Da Rinascita Scott a Petrolmafie

Antonio De Bernardo, anch’egli sostituto procuratore a Catanzaro, ha maturato un’esperienza rilevante presso la Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, dimostrando l’unitarietà della ’ndrangheta. A Catanzaro, ha guidato l’operazione “Rinascita Scott” smantellando le cosche vibonesi, e ha contribuito all’inchiesta “Petrolmafie.” Inoltre, ha indagato sui legami tra la ’ndrangheta e gruppi terroristici internazionali come l’ISIS, collaborando con il “Gruppo Stragi” della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo.

Il caso Cucchi

Giovanni Musarò, con esperienze significative a Reggio Calabria e Roma, ha ricostruito l’organizzazione della ’ndrangheta e indagato su clan come i Casamonica e i distaccamenti della ’ndrangheta nel Lazio. È noto per il caso Cucchi, dove ha individuato i responsabili materiali e smascherato i depistaggi. Ha approfondito le mafie economiche, evidenziando connessioni tra criminalità tradizionale e moderna, distinguendosi per la sua analisi dei fenomeni criminali complessi.