«Avverto il rischio che la stampa da giugno parli più delle ripercussioni del voto di Rende sul Comune di Cosenza che dell’esito stesso sancito dalle urne». Lo ha ripetuto tre volte Nicola Adamo prendendo la parola alla prima assemblea del circolo Pd di Cosenza intitolato alla compianta Marica Zuccarelli.

L’ex vicepresidente della Regione ha sfruttato l’assist di «alcuni articoli che azzerano la possibilità di una candidatura di Franz Caruso al decimo piano della Cittadella» per lanciare un messaggio inequivocabile al sindaco della città e a Luigi Incarnato, segretario di quel Psi che ha scelto strade differenti rispetto ai democrat non solo a Rende, ma anche a Paola e Cetraro.

Che si trattasse di un incontro da cui sarebbe saltato fuori qualcosa di bello grosso lo si è capito subito. C’erano tra gli altri anche Franco Iacucci, Giuseppe Mazzuca, Carlo Guccione ed Enza Bruno Bossio, gli ultimi due autori di interventi fortemente politicizzati e, per usare un eufemismo, di stimolo nei confronti di Palazzo dei Bruzi su nuovo ospedale, Psc, viabilità e welfare. Si è parlato espressamente di «rilancio» dell’azione amministrativa, pur lodandone per larghi tratti l’operato in tema di bilancio e centro storico. Dopo la virgola, però, sono arrivati una serie di “ma” ed è noto che tutto ciò affermato prima assume sempre un valore relativo.

Il discorso è stato declinato sfruttando un grimaldello oggettivo: l’unità ritrovata dal partito sull’asse Roma-Catanzaro-Cosenza che ha portato ad indicare «per la prima volta all’unanimità» Maria Locanto come vicesindaca. È stata la chiave di volta dello spartito, di «un Pd spina dorsale del Municipio» e che «senza seguire vie rissose», vuole mettere a disposizione di Caruso le proprie riflessioni “auspicando” di essere ascoltato. «Del resto - hanno detto - potevamo chiedere un tagliando per tutta la giunta e non lo abbiamo fatto, sebbene un deficit in questo senso lo abbiamo sempre registrato». Ad ascoltare (e memorizzare) in platea anche l’assessore comunale dem Damiano Covelli che ha incassato, dopo aver elencato le opere realizzate e finanziate dall’esecutivo, l’affondo di Enza Bruno Bossio.

Sandro Principe scende in campo e sceglie i social per sciogliere le riserve dopo settimane di indiscrezioni e attese. Nel post che dà il via alla corsa elettorale si definisce in tre parole politico, socialista e rendese. L’impegno dell’ex sindaco, assessore regionale e sottosegretario non trova però la convergenza del Pd.

Questa mattina, nel format di LaC Tv Buongiorno in Calabria, condotto da Massimo Clausi e Alessia Principe, il segretario regionale del Psi Luigi Incarnato commenta la scelta che cambia la geografia delle amministrative. Ed esordisce con una battuta: «Sandro ha dimostrato di essere un giovane innovatore, perché ha usato i social». Poi l’analisi si fa politica: «Anche qui c'è stato un limite: in Calabria alle Regionali siamo arrivati divisi, non abbiamo fatto una proposta politica e, ahimè, ha rivinto il centrodestra con Occhiuto: questa è la verità».

«A Rende – continua Incarnato – ho tentato personalmente di ricomporre un quadro del campo largo cosiddetto per mettere in piedi una proposta politica, includendo sia Principe che i movimenti civici ci sono a Rende. Purtroppo non è stato possibile trovare una sintesi che vedesse insieme tutta la coalizione per un candidato. Naturalmente, a un certo punto la politica ti impone di scegliere, devi stare da una parte. Noi siamo nel centrosinistra, per noi non esiste un campo diverso da quello che abbiamo individuato e per noi c’è un solo avversario, che non è sicuramente il Partito Democratico, che per noi è il nostro alleato fondamentale, per oggi e per domani», e probabilmente “domani” è riferito alle prossime Regionali.

Il rischio, per Incarnato è che il centrodestra, arrivando unito alla scadenza, abbia qualche possibilità in più: «Noi abbiamo questo problema da affrontare, che è il modello Occhiuto». Incarnato fa gli esempi del referendum sulla città unica, e del «coinvolgimento dell’Università della Calabria, che è un grande danno che hanno fatto (allude al centrodestra, ndr), perché l’ateneo deve stare fuori dalla politica, non va trascinato dentro. Anche su questo aspetto si scontrano due culture: quella di Occhiuto e la nostra. E non si può negare che Sandro Principe faccia parte del nostro campo».

«Trasporti e viabilità non mi piacciono»

L’ex parlamentare è entrata a gamba tesa, «ma sempre in maniera costruttiva». «La linea dell’amministrazione su Trasporti e Viabilità (due deleghe di Covelli, ndr) non mi piace - ha detto -. Non c’è proprio l’idea di città una sostenibile ed orientata al 2050. Vedo solo parcheggi e strade intasate. Affermo ciò perché l’orientamento va corretto immediatamente».

Enza Bruno Bossio ha quindi affondato il colpo su due cavalli di battaglia dell’assessore in quota Pd, ma forse non più tanto simpatico al Pd stesso. «Sulle ciclovie c’è uno stallo incredibile e sulla riapertura di via Roma evito di ritornarci - ha aggiunto -. Perché ad esempio non abbiamo presentato un progetto alla Regione sul Brt? Non possiamo non dirle queste cose». Per la cronaca i progetti Brt (Bus Rapid Transit) prevedono la realizzazione di linee di autobus su corsie preferenziali e semafori dedicati. L'obiettivo è quello di migliorare la velocità e l'affidabilità del trasporto pubblico.

Il Welfare nel mirino

Durante l’assemblea, introdotta dalla segretaria di circolo Rosi Caligiuri che ha proposto riunioni periodiche, è emersa tutta l’insoddisfazione dei democrat su come viene gestito al Comune di Cosenza il settore del Welfare. L’assessore è Veronica Buffone del Movimento 5 Stelle, legata a doppio filo alla parlamentare Anna Laura Orrico. Si è passati man mano da un generico «le cose lì non funzionano» all’affondo di Adamo.

«Cosenza è il comune capofila dell’ambito territoriale, ma che politiche mette in campo? Da ciò che so io - ha tuonato - al Welfare stiamo facendo da passacarte. I dati sono allarmanti: non c’è, ad esempio, un progetto assistenziale domiciliare integrato. Ritengo sia arrivato il momento di dare input sociali, dobbiamo andare incontro al pensionato che al quarto piano di un edificio popolare non può scendere e salire le scale e si ritrova senza spesa. Se da un lato ormai non esistono più periferie perché nel tempo l’urbanistica si è integrata, dall’altra proliferano i ghetti sociali. È il tempo di proporre idee e di sfruttare le opportunità che dà l’Europa».

Guccione “archivia” il Psc e i ricorsi di Caruso sull’ospedale

Un altro macigno è stato lanciato dalla cima della montagna da Carlo Guccione, fresco della partnership rinsaldata con il gruppo di Andrea Orlando, uno dei maggiori sponsor di Elly Schlein. Ha parlato del Psc, l’atto che l’assessore socialista all’Urbanistica Pina Incarnato vorrebbe presto portare in Consiglio comunale. «Se è quello che nel 2018 non facemmo approvare ad Occhiuto sarebbe fatto grave - ha sentenziato -. Non solo ci opponemmo nel pubblico consesso, ma il segretario provinciale del Pd Luigi Guglielmelli annunciò che, se approvato, sarebbe andato in Procura».

«Il Partito Democratico – ha aggiunto - non può permettersi un errore di questo tipo, verrebbero meno tutte le cose positive fatte dall’amministrazione, perché un atto del genere sarebbe in piena continuità con il decennio di Mario Occhiuto e subiremmo un colpo devastante. Inoltre ho notizia che siamo arrivati al 65% della riscossione. Bravi, ma gli introiti di questi tributi dove vanno a finire? Potremmo far capire alla gente che con tali percentuali le fasce meno abbienti potrebbero beneficiarne tanto».

Guccione ha quindi invitato tutti i presenti il 10 maggio al presidio sulla sanità a Catanzaro e rispolverato il tema del nuovo ospedale. «Lo sviluppo è indirizzato a nord e a breve verrà pubblicata la gara per la progettazione per il nuovo ospedale ad Arcavacata. Noi cosa dobbiamo fare? Ancora battaglie di retroguardia nei tribunali per Vaglio Lise? È la soluzione perdente. Io direi di aprire una vertenza con la Regione e sottolineare che a Cosenza non basta solo la Cittadella della Salute».

Nicola Adamo traccia la linea del Pd cosentino

Nicola Adamo, infine, ha catalizzato l’attenzione come spesso avviene ed ha per un certo senso indicato la strada da seguire. «Le nostre sono riflessioni che deve fare un partito di maggioranza in un Comune che vogliamo valorizzare. Le divergenze (col PSI che non nomina mai, ndr) non devono portare l’amministrazione su binario morto, ma dobbiamo parlarne. Il nostro rapporto con Palazzo dei Bruzi va alimentato solo con i contenuti. Per quanto ci riguarda, sfruttiamo il momento di unità. Riuniamoci, elaboriamo delle proposte e poniamole all’attenzione del sindaco. Se dovesse servire, nel caso, chiediamo una verifica amministrativa». E chi ha orecchie per intendere, ha già capito.