VIDEO | Mentre l'ordinanza di Spirlì sulla chiusura scuole viene contestata dai sindaci e rischia di finire impugnata davanti al Tar, Siviglia sottolinea come nulla sia stato fatto per mettere in sicurezza la salute dei detenuti e degli operatori dei 12 istituti pentienziari calabresi (ASCOLTA L'AUDIO)
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Continua a procedere a rilento e con un grande livello di confusione la campagna vaccinale in Calabria con il presidente della giunta facente funzioni Nino Spirlì che appare sempre più in difficoltà.
La sua ordinanza di chiusura delle scuole, con tanto di refuso poi corretto per gli asili, è finita al centro delle polemiche.
I sindaci della provincia di Reggio hanno scritto una lettera al presidente per fare notare la contraddizione della misura rispetto all’indice di contagio che mantiene la Calabria in zona gialla e sarebbero pronti a fioccare i ricorsi al Tar contro la decisione assunta dal governo regionale.
Ma i ritardi si registrano anche sul delicato fronte della vaccinazione all’interno degli istituti penitenziari. Il garante regionale dei diritti dei detenuti Agostino Siviglia ha più volte invocato pronti interventi per mettere in sicurezza le carceri, ma fin qui la Regione ha fatto finta di non sentire.
«Mi rendo conto che in Calabria ci sono tante priorità per quanto riguarda il piano vaccini, penso ai disabili o agli insegnanti, ma tra queste rientrano anche le persone detenute nei 12 istituti penitenziari calabresi. La messa in sicurezza delle carceri non solo era prevista nel piano vaccini nazionale – spiega il Garante - ma anche da ultimo la nuova ministra della Giustizia Marta Cartabia si è recata dal Grante nazionale e dal Capo del Dipartimento Petralia per sollecitare e monitorare il piano vaccini negli istituti penitenziari perché bisogna immunizzare quel mondo chiuso rispetto a una possibile diffusione del contagio. Come garante regionale ho già scritto alla fine del mese di febbraio al presidente Nino Spirlì e al Commissario Longo, ma la cosa più disarmante è che c’è una totale sordità parte di chi di dovere. Spiace davvero che non cia l’attenzione dovuta per la categorie più deboli. Una condizione politico istituzionale che vive la Calabria ultima se non penultima per quanto riguarda la somministrazione dei vaccini. Non c’è nessun tavolo di concertazione e non esiste nessuna risposta a questo problema».
All’interno delle carceri calabresi, però, fino al momento la situazione di diffusione del contagio da Coronavirus è sempre rimasta sotto controllo. «Per fortuna la Calabria è stata una delle poche Regioni dove c’è stata una minima diffusione di contagio – dice ancora Siviglia - ci sono state alcune situazioni di positività a Vibo, Cosenza e Reggio e anche per questo bisogna agire subito per evitare che adesso la terza ondata possa provocare situazioni a rischio».