Alzare i livelli di allerta e fare in modo che la criminalità non entri nell’apparato pubblico. È quello che tornano a chiedere il mondo dell’associazioni e i movimenti politici della nuova città Corigliano-Rossano e della Sibaritide. L’uccisione del boss Portoraro e l’ipotesi che il movente dell’omicidio, avvenuto una settimana fa a Villapiana Lido, sia scaturito proprio dalla smania delle Cosche a mettere le mani sui prossimi lavori della Statale 106 ha indignato le forze sociali del territorio. Che ora pretendono massima vigilanza da parte dello Stato.

 

«L'omicidio balordo di qualche giorno fa sembra interessi solo ai giornalisti che si occupano di cronaca». Lo dice Flavio Stasi, già Consigliere comunale di Rossano e attivista del movimento Terra e Popolo Corigliano-Rossano. Che poi aggiunge: «non possiamo sapere se i fatti di cronaca sono collegati ai lavori della nuova Statale 106 ma una cosa è certa: nei lavori per il terzo megalotto bisogna metterci le mani (pulite) prima che ci arrivino quelle sporche». E il perché è presto detto. «In primis – afferma Stasi - perché l'opera deve essere fatta bene… In secondo luogo perché questa terra ha bisogno di “soldi puliti”: un'opera come la 106 deve portare lavoro e dare respiro solo alle aziende totalmente al di fuori dei circuiti clientelari e malavitosi, e che magari arrancano tanto a causa della crisi nazionale, quanto perché pagano il prezzo della loro preziosa onestà».

«La 106 sia lo strumento per dimostrare che l'onestà paga»

Il rappresentate di Terra e Popolo, quindi, lancia una sfida, diretta proprio al cuore di quella parte dello Stato che gestisce i lavori pubblici, al Ministero delle infrastrutture e alla Stazione appaltante, affinché attivino subito «un monitoraggio dal basso, ovvero un monitoraggio civico dei lavori dell'intero megalotto come quello che altri ministeri hanno attivato su progetti sparsi in tutta Italia, permettendo ad un gruppo di cittadini ed associazioni, opportunamente formati, di poter controllare lavori, procedure, cantieri eccetera».

«C’è una recrudescenza delinquenziale che va fermata»

Dello stesso tenore, forte, pervicace e inflessibile è il monito dei movimenti Fiori d’Arancio e Idea Futuro. «Una testa di cavallo mozzata, l’incendio di balle di fieno, delle colonnine di una stazione di servizio, di quattro auto e, addirittura l’ennesimo attentato in perfetto stile ‘ndranghetistico con l’omicidio del Boss Portoraro avvenuto sulla trafficata SS 106 in pieno giorno sono segnali forti e rappresentativi di una recrudescenza delinquenziale».

«Sembra essere ripiombati nel passato (neanche troppo...) allorquando – scrivono i due rappresentanti associativi Gino Promenzio e Luigi Salimbeni - il nostro territorio era sede abituale di mattanze cruente (ricordiamo il piccolo Cocò). La neonata Città di Corigliano-Rossano oggi, più che mai, pervasa da nuove e sane forze associative di cittadini comuni, auspica la “messa in atto” di interventi incisivi e concreti sul tema della sicurezza pubblica sia con l’ausilio di un maggior numero di agenti dell’autorità giudiziaria sia con la presa in considerazione della riapertura dell’Ex Tribunale di Rossano, unico e storico Presidio di Giustizia per Corigliano-Rossano, terza città della Calabria».

Si chiede l’istituzione di un Osservatorio sulla sicurezza comunale

«Chiediamo – aggiungono Promenzio e Salimbeni - si istituisca anche al più presto un Ossevatorio sulla sicurezza comunale, luogo di sinergia tra forze dell'Ordine, società civile e tecnici per agevolelare il controllo pubblico della mole di quattrini in arrivo per gli appalti e che, evidentemente fanno gola alle cosche.Pur consapevoli che in queste ore si è riunito il Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, che con i tempi dovuti e le debite indagini, adotterà gli opportuni provvedimenti, non può nascondersi l’amarezza dei cittadini che si sentono isolati in una terra afflitta da una piaga che sembra non possa guarire; cittadini che da troppo tempo attendono misure legittime e concrete».

L'appello ai parlamentari del territorio e al ministro dell'Interno

Tutte queste ragioni sono oggetto di un appello lanciato alle rappresentanze parlamentari del territorio della Sibaritide, ai quatto parlamentari del M5s ed al Ministro degli Interni, Matteo Salvini (eletto proprio in Calabria e con una percentuale elevata proprio nel territorio dell’Alto Jonio calabrese), «affinché il neonato Governo presti la massima attenzione al territorio in cui viviamo, una terra che ogni giorno cerchiamo di amare con orgoglio e rispetto».

 

LEGGI ANCHE: