Portoraro, il boss della terra di mezzo tra camorra e 'ndrangheta reggina

Il profilo criminale di Leonardo Portoraro, ucciso ieri mattina in un agguato a Villapiana Lido, tracciato da quello che fu il boss di Cosenza, Franco Pino, nelle sue deposizioni rilasciate all'allora PM Salvatore Curcio, durante il maxiprocesso Galassia, negli anni '90

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7 giugno 2018
13:55

Veniva ritenuto sin dalla metà degli anni ’80 il boss indiscusso di Francavilla Marittima, Leonardo Portararo, ucciso oggi a colpi di mitra. Un personaggio al centro delle cronache e fra i protagonisti - secondo gli inquirenti - delle dinamiche criminali della Sibaritide.

 


Narduzzo Portoraro, o anche conosciuto come “Giornale favuzo”, era sicuramente un personaggio di spicco della criminalità sibarita. E nel periodo a cavallo tra gli anni ’80 e ’90 era ai vertici territoriali. Uno che comandava e aveva il suo peso, riconosciutogli anche da altri esponenti della criminalità organizzata. E a parlare di questa autorevolezza in capo a Portoraro e della sua vicinanza non solo al boss campano Giuseppe Cirillo - e agli ambienti Camorristici che avevano trovato dimora e comando nella Piana di Sibari - ma anche alle famiglie reggine, fu l’ex boss della ‘Ndrangheta cosentina, Franco Pino, poi diventato collaboratore di giustizia. Ecco cosa dice Pino, a proposito di Portoraro, all’allora Pubblico Ministero del maxiprocesso Galassia, Salvatore Curcio, oggi procuratore capo di Lamezia Terme.

Il dialogo che riportiamo è tratto dai Racconti di ‘Ndrangheta del giornalista Giacinto De Pasquale ed è incastonato nel più ampio resoconto che Pino fa rispetto alle richieste estorsive alla Sirti (società che all’epoca dei fatti si occupò del cablaggio telefonico nel territorio ionico cosentino), alla conoscenza di Peppe Morabito “tiradrittu” e Antonio Pelle e alla sparizione di Peppe Impieri.

P.M. Curcio - Sa se Morabito Giu­sep­pe e Pelle Antonio avessero qualche "uomo d'onore", qualche re­ferente di 'ndrangheta privilegiato nella Piana di Sibari?

Franco Pino - Portoraro Leonardo.

P.M. Curcio - Quali erano i rappor­ti che intercorrevano Morabito Giuseppe e Pelle Antonio, da una parte, e Portora­ro Leonardo? Come mai questa vicinanza?

Franco Pino - Nutrivano una simpatia per Portoraro.

P.M. Curcio - E' a conoscenza se portavano avan­ti affari in comune queste per­sone?

Franco Pino - Ma non sono mai andato a fondo degli affari che portavano, però avevano una grossa simpatia per Portoraro.

P.M. Curcio - Il Carelli Santo era a co­noscenza di questi legami del Portoraro con il Morabito e Pelle Antonio?

Franco Pino - Sì, al­l'epo­ca Portoraro era collegato con Carelli.

P.M. Curcio - Che atteggiamento aveva il Carelli, rispetto a questi legami, come vedeva il tutto?

Franco Pino - Non aveva piacere che Portoraro nutrisse queste amicizie con Morabito e Pelle.

P.M. Curcio - Può spiegare alla Corte il perché?

Franco Pino - Ci sono stati dei problemi, diciamo, a questa Sirt; il Portoraro aveva trattato lui con il Morabito e con il Pelle, aveva preso parola lui in sostanza; insom­ma, a Carelli non gli stava bene che aveva preso parola Portoraro.

P.M. Curcio - Cioè, il Portoraro aveva garan­tito al Morabito ed al Pelle che i lavori della Sirt...?

Franco Pino - Sì, finivano tranquilla­mente.

P.M. Curcio - Ed invece che cosa accade, Pino?

Franco Pino - Carelli gli fece dare dei danni, tramite Portoraro, impose a Portoraro, e dovette fare dei danni Portoraro a questi mezzi della Sirt.

P.M. Curcio - Quali furono le reazioni di Morabito Giuseppe e di Pelle Antonio? I due erano stati bene o male garantiti sul tranquillo svolgimento dei lavo­ri da parte della Sirt.

Franco Pino - Io, diciamo, all'inizio non ero a conoscenza di quello che stava succedendo. Nati questi problemi, sono venuti da me Pelle e Morabito.

P.M. Curcio - Dove vi siete incontrati?

Franco Pino - Sono venuti loro preso la "Bo­utique dei Fiori"; sono venuti e mi hanno rac­contato questo pro­blema, e mi hanno detto se potevamo chiarirli. Dato che loro erano stati fermati dalla Polizia, mi sembra nelle zone di Cori­gliano, e non volevano rischiare su quelle zone. Poi erano venu­ti da me, perché io conoscevo bene Pelle. Ed allora, gli ho dato un paio di giorni ed ho detto: "Ci vediamo fra un paio di giorni qua; mando a chia­mare a Carelli e ci proviamo e ragioniamo il pro­blema".

P.M. Curcio - Si svolse questo nuovo incontro?

Franco Pino - Sì.

P.M. Curcio - Dove?

Franco Pino - Sempre alla "Bou­tique dei Fiori".

P.M. Curcio - Chi era presente a questo incon­tro?

Franco Pino - C'era Portoraro, Carelli, gli interessa­ti di­retti, Portoraro, Carelli, Pelle e Morabito, io, poi c'era Ruà­...

P.M. Curcio - Vi era qualcun altro di Corigliano?

Franco Pino - Mi sembra che ci fosse anche il Marinaro e qualcun altro.

P.M. Curcio - Il Pelle Antonio venne da solo o si accompagnò qualcu­no?

Franco Pino - Venne con i figli.

P.M. Curcio - Nel corso di que­sta riunione che cosa si discusse?

Franco Pino - Diciamo che si discusse il problema della Sirt. Io feci in modo che Portora­ro non dicesse a Pelle ed a Morabito che il danneg­giamento lo aveva provocato Carelli, e Carelli si prese la responsabilità che alla Sirt non succedes­se più niente, dietro un certo compen­so.

P.M. Curcio - Quindi, si arrivò a questo componimento bona­rio, di elargire delle somme di denaro al Ca­relli?

Franco Pino - Sì.

P.M. Curcio - Lei ha detto: "Fece in modo di bloccare il Por­toraro a che lo stesso non rivelasse ai reggini...".

Franco Pino - Sì, infatti ho cercato di non prolungare troppo il ragio­namen­to.

P.M. Curcio - "Che il mandante di questi attentati era il Carelli Santo"; perché decise di as­sumere quella iniziativa, Pino?

Franco Pino - Per non creare problemi, in modo che la cosa si sa­rebbe chiusa bonariamente.

P.M. Curcio - Tale riunione chi­arì definitivamente questa vicenda es­torsiva?

Franco Pino - No.

P.M. Curcio - Che tipo di problemi si verificarono (?).

Franco Pino - La ditta ebbe di nuovo furti e problemi vari, ma que­sta volta Carelli non c'entrava niente.

P.M. Curcio - Durante questo periodo avviene un episodio parti­colare, che poi ha una certa incidenza.

Franco Pino - E' sparito Giuseppe Im­pieri.

P.M. Curcio - Sparisce Giuseppe Impieri, quindi siamo al novembre del '91. Nel vostro ambiente, una volta appresa la no­tizia, furono fatte delle con­clusioni? Cioè che cosa...?

Franco Pino - Carelli era preoccupato che potesse essere stato Ciril­lo, allora io chiamai...

P.M. Curcio - Che cosa si pen­sò?

Franco Pino - ...a Tonino Russo e gli dissi: "Vai a chiamare a Porto­raro e domandargli se è stato Cirillo a fare sparire Impieri o se non è sta­to...", a me interessava solo se era stato Cirillo o meno, non mi riguardava più niente.

P.M. Curcio - Successivamente alla scomparsa di Impieri Giu­seppe, quando si apprende la notizia, lei ebbe a ricevere una visita di Carelli Santo?

Franco Pino - Sì.

P.M. Curcio - Dove lo incontrò, ricorda?

Franco Pino - Sempre alla Boutique dei Fiori.

P.M. Curcio - E che cosa le venne a chiedere Carelli Santo in quell'occasione?

Franco Pino - Se pote­vo, se era stato Cirillo, praticamente, perché Cirillo ormai era il nemico, perché era già stato ucciso Mirabile, allora, se era stato Cirillo, perché si sapeva che Cirillo era andato via da Corigliano, e per sapere se si era rafforzato, se... perché se era stato Cirillo, allora vuol dire che Cirillo era ancora for­te.

 

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