La battaglia di Cosenza contro la «Gentile concessione» del seggio alla Camera è lo spunto per svelare l’altro motivo dell’adunata: avvio mediatico solitario di campagna elettorale e «avviso di sfratto a Occhiuto»
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L'ultimo ad aver stappato una bottiglia di champagne di pregio per il seggio alla Camera assegnato ad Andrea Gentile è proprio Roberto Occhiuto. Per svariate ragioni e per ragioni le più svariate. Eppure è indirizzato a lui il messaggio più denso dal palco a Cinquestelle dell'auditorium Guarascio di Cosenza. Anzi, più che un messaggio. «Oggi è un avviso di sfratto per Roberto Occhiuto» tuona Elisa Scutellà. Come fosse idealmente in continuità spostare il tiro dal seggio conteso e finito in due procure al decimo piano della Cittadella. E per di più identificando come diretto avversario proprio chi, del seggio che secondo Conte è stato assegnato per «Gentile concessione», ne ha fatto occasione per astenersi dai brindisi. Roberto Occhiuto, ovviamente.
Le nuvole nere e minacciose di Cosenza sono alleate del pomeriggio a Cinquestelle. Poco meno di mille persone sono al limite del sold out dentro l'auditorium. Un figurone. Ci fosse stato il sole invece avrebbero rischiato di perdersi lungo corso Mazzini, originaria destinazione dell'adunata. Nonostante l'ex premier Conte, quello delle donne a cotonarsi i capelli prima delle ordinanze alle 20 in tv in epoca Covid. E nonostante un parlamentare europeo, deputazione nazionale conterranea e non, colonnelli ed "evangelisti" del verbo della prima e ultima ora. «La prossima volta Gentile lo batteremo per cinquemila voti, altro che cinquanta» promette Scutellà. Che è delicata e carina con la ex collega Orrico. È suo il seggio uninominale riconteggiato e perso contro Gentile alla Camera, da blindata anche al proporzionale ovviamente.
Oggi Orrico raccoglie la rabbia di Scutellà e promette di raccontarle le sedute della Camera come se ci fosse. Fa di più, Orrico. Ringrazia «tutte le sigle che hanno dato l’adesione tra cui Avs, Cgil, Rifondazione Comunista, ed Usb». Applicando cura a stare sempre più a sinistra del Pd, quel Pd "salvato" dall'adunata mediatica nonostante il presidente della Giunta per le elezioni fosse Dem e avesse accelerato al massimo le sedute così da completare l'iter di "espulsione". Spazio ad una denuncia su "scala regionale" poi dal verbo di Orrico. «Ieri qualche cittadino mi ha detto “scusa se domani non ci sarò, ma sono iniziate le intimidazioni. Sto seguendo un corso regionale e ho subito minacce”. Se vogliamo anche in Calabria una politica non clientelare e coraggiosa dipende da noi e da voi. La politica è libera se l’elettore è libero…».
La narrazione da "avviso di sfratto" verso la Cittadella entra nel vivo. Lo dice chiaramente Scutellà. Rincara la dose Orrico. Non dice nulla in materia ma porta la bandiera della Palestina libera Vittoria Baldino insieme a Tridico. Griffato gestore delle pratiche di Calabria in coabitazione (ma non è detto anche in complicità) con Anna Laura Orrico.
Scutellà, Baldino, Orrico. Non sono molti in giro a poter esibire altrettanto. Anche se "l'avviso di sfratto" è uno e non si trasforma in "trino" e anche se c'è persino Flavio Stasi in sala. Il poker è saltato.
Conte ringrazia lui e Franz Caruso, sindaci presenti. «Oggi è una battaglia di democrazia. Questa vicenda andrà avanti. Mi ha colpito il fatto che 80 cittadini siano andati nello studio legale amico di Gentile e non in procura a denunciare l’accaduto».
E non ha tutti i torti. Ma in procura la faccenda ci è finita lo stesso. Dopo di che Conte sa bene che potrebbe andar male lo stesso ma poco importa ormai. Elisa che lascia il seggio in lacrime vale lo stesso una campagna di "avviso di sfratto" per il decimo piano della Cittadella. Da un seggio perso alla Camera a una Regione da acchiappare è un attimo. Basta solo mettersi d'accordo. Dentro e fuori il Movimento...