«Siamo consapevoli del risultato che abbiamo ottenuto e sentiamo la responsabilità di dover affrontare un'importante sfida nella condizione più difficile nella quale l'Italia potesse trovarsi. Pronti a riscrivere le sorti della Nazione con un Governo forte, unito e autorevole». Così Giorgia Meloni in un tweet, mentre continuano gli incontri e le trattative tra i leader di centrodestra per la formazione della squadra di governo.  

Silvio Berlusconi arriva a Roma e si trasferisce subito a Villa Grande in attesa di tornare al Senato giovedì, dopo 9 anni di assenza: nel 2013 decadde dal mandato di parlamentare dopo la condanna in via definitiva per frode fiscale. E subito si è parlato di un vertice di maggioranza visto che anche Matteo Salvini e Giorgia Meloni sono al lavoro nella Capitale. Ma nel pomeriggio di ieri il Cavaliere ha ricevuto solo Salvini e il colloquio è durato poco più di mezz'ora. Venerdì scorso la leader di FdI aveva annunciato un nuovo vertice di coalizione da tenersi fra oggi e domani, alla vigilia dell'insediamento del nuovo Parlamento.

Nell'attesa, impazza il gioco del 'toto-ministri'. In queste ore prende sempre più corpo l'ipotesi di Giancarlo Giorgetti, al ministero dell'Economia. Il diretto interessato, interrogato sul punto, scoppia in una sonora risata. E divertito è anche il commento di Ignazio La Russa, che in molti nel centrodestra vedrebbero già seduto sullo scranno più alto di Palazzo Madama: «Giorgetti potrebbe fare anche il generale delle Forze armate - assicura - lui potrebbe fare tutto, è un mio amico». In realtà per la presidenza del Senato si fa anche il nome diRoberto Calderoli, il leghista già vicepresidente della Camera alta e tra i 'padri' del nuovo Regolamento interno. «Io sono pronto a fare tutto - ammette - ma la scelta dipende dai leader».

In mattinata diventa notizia la riunione in via della Scrofa tra i vertici di FdI, Calderoli, Maurizio Lupi, Lorenzo Cesa e Antonio De Poli dell'Udc. Un incontro al quale avrebbe preso parte anche Licia Ronzulli e Alberto Barachini per FI. Sul tavolo la composizione del Governo e i nuovi equilibri politici che si dovranno creare al Senato. Altri, come Antonio Tajani, che i rumors vedono sempre in pole per la Farnesina, non scoprono le carte limitandosi a dire che i nomi li sceglierà Berlusconi. Anche se poi in ambienti parlamentari della maggioranza si apprende che pur di avere Ronzulli nell'Esecutivo, il Cav sarebbe anche pronto a "sacrificare" un ministero di peso come gli Esteri.

I Verdi e SI bocciano l'ipotesi di Paolo Scaroni a ministro dell'Energia accusandolo di esser stato lui a portare «lui a far dipendere l'Italia dal gas russo». Salvini prima di vedere Berlusconi, incontra alla Camera Giorgetti, che Azione vedrebbe bene alla presidenza di Montecitorio, Lorenzo Fontana, Riccardo Molinari ed Edoardo Rixi. Ufficialmente si parla di programmi, ma è lecito pensare che qualche altro tassello in vista del nuovo Esecutivo sia stato messo. Un esecutivo che per Giorgia Meloni sarà «forte, unito e autorevole».

Le Camere, intanto, diventano operative. I primi ad accreditarsi oggi a Montecitorio sono Nicola Zingaretti e Giorgetti. Al Senato rinasce il Gruppo per le Autonomie, mentre Carlo Calenda, dopo essersi iscritto, si fa accompagnare in Sala Maccari per vedere l'affresco dedicato alla congiura di Catilina. Nel Pd, che domani riunisce gli eletti, si promuove un sit-in davanti all'ambasciata russa per il 13 ottobre al quale parteciperanno anche Enrico Letta e +Europa. Il leader M5S Giuseppe Conte riunisce i suoi e insiste sulla necessità di arrivare presto ad una pace in Ucraina.