Veleni e contrasti hanno preso il posto del clima più o meno conciliante della prima parte della campagna elettorale. La corsa per la conquista del governo cittadino a Gioia Tauro, che si concluderà con il ballottaggio del 9 giugno, si sta caratterizzando per i toni sempre più accesi e gli attacchi personali tra i due candidati che si contendono Palazzo Sant’Ippolito. D’Agostino, nonostante gli oltre 20 punti percentuali da recuperare ad Alessio, cioè più di 2mila preferenze, ostenta sicurezza certo della vittoria.

 

«Non è che ci credo – dichiara D’Agostino – io sono certo che la città mi porterà alla vittoria. E non sarà la vittoria di D’Agostino, ma dei cittadini. Se Gioia Tauro avesse voluto Alessio come sindaco lo avrebbe già fatto al primo turno e questo non è avvenuto».

 

A fare salire la tensione tra i due contendenti, ha contribuito anche l’irruzione notturna nella sede politica di Alessio. Il candidato della sinistra non solo non ha accettato la solidarietà del suo avversario, ma lo ha attaccato per alcune critiche ricevute nei giorni precedenti.

«Ho espresso la mia solidarietà ad Alessio con un comunicato – attacca D’Agostino – La mattina dopo ero ella mia sede e qualcuno mi ha avvertito che il mio avversario stava passando dall’altra parte della strada e sono uscito per dargli la mano e la mia solidarietà di persona. Appena mi ha visto ha fatto un salto indietro e mi ha detto che non mi avrebbe dato la mano né accettato la mia solidarietà perché io non sarei un uomo».

 

Una sequela di accuse reciproche tra le quali quella di D’Agostino che ha paventato presunte irregolarità nel voto nel quartiere Ciambra, zona di Gioia Tauro dove vive la comunità rom.

 

«Mi pare che quello che sono stato attaccato per primo sono io – conclude il candidato a sindaco del centrodestra – E da settimane che dice che lui rappresenta il voto libero, che votare per me vorrebbe dire consegnare la città nelle mani sbagliate. Alessio ha un modo di esprimersi diciamo particolare. Adombra sempre sospetti, parla di persone nascoste nell’ombra. La mia vita personale e politica è chiara e lineare e nessuno può sostenere il contrario».

 

Insomma, mancano 8 giorni al ballottaggio e nell’ultimo scorcio di campagna elettorale temi e progetti sembrano essere stati messi da parte per lasciare il posto a una specie di resa dei conti tra i due contendenti.