«Na massa e cosi su chissi...». Filippo Mancuso non si accorge d'avere il microfono acceso quando decide di dedicare un “commento” ai colleghi d'aula. Agli interpreti della lettura il significante più appropriato dietro “cosi”. «Oi, chiediamo il rinvio. Non è cosa, non ci siamo. Non ce la votano» fa il vocione identitario di Pasqualina Straface. Sua la proposta di istituzione del parco naturale regionale “Valle del Coriglianeto” (a 50 giorni dal voto...) ma i numeri non ci sono, tutti in piedi e più d'uno fuori. Decibel che si alzano, insofferenze che si alimentano. «Collega Bevacqua, constatato che non ci sono i due terzi necessari per la votazione della pratica la rinviamo alla prossima seduta» chiude la faccenda il presidente del consiglio. Che non sa d'aver consegnato al microfono che credeva spento già il “meglio” della giornata.

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Benvenuti nell'Astronave di Calabria, con vista che dallo Stretto porta sempre più lontano. In aula c'è (sulla carta) da fare la storia, ovviamente solo quella virtuale e mai durante i pasti. Travestirsi per un giorno in Cavour o Mazzini così da decidere di che morte far morire il Sud e la Calabria a proposito di autonomia differenziata e decreto Calderoli. Roboanti e iperbolici i propositi, sostanzialmente più pratici e “terra terra” alla fine i contenuti. E le movenze. Perché ognuno, in Astronave, sa che si balla alla grande da qui in avanti e in pochi hanno allacciato le cinture.

«Non c'è nessuno qui dentro che non pensi un solo istante a quello che deve accadere prima e dopo le elezioni di giugno» confessa a bassa voce un “astronauta”. «E questo vale sia a livello di partito, di gruppo che singolarmente. Altro che autonomia differenziata, non frega niente a nessuno...».

Provare a dargli torto, ovviamente rinunciando a priori al disvelamento dell'identità dell'astronauta, non è per niente semplice. Basta dare un'occhiata alle risultante dell'accorato appello di Comito, Forza Italia. Decide di chiedere pubblicamente un parere al presidente Mancuso, Lega. Un suo virile e responsabile parere per il bene dei calabresi. Più o meno riassunto così. Caro presidente, il suo partito nazionale vuole dividere l'Italia e lei che ne pensa da calabrese? La risposta di Mancuso “all'accorato” appello di Comito non si archivia né come interessante né come pertinente. Non si archivia proprio semplicemente perché Mancuso non risponde nulla. Niente di niente. Lo guarda come avesse il vuoto di fronte e chiuso il microfono Comito resta una specie di nuvola in Astronave. Piena solo di gas.

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Perché in Astronave, che “balla”, ognuno ha il suo pensare e il suo fare. Posizionamenti, ammiccamenti, occhi da strizzare e altri da mettere di traverso. Tutto “balla” e niente viene lasciato al caso. Anche quello che doveva passare per dissenso orgoglioso e ideologico, dentro il Carroccio tanto per dire, macchè. Meglio dare uno sguardo più “terreno”. Della serie, Mancuso non si sarebbe mai smarcato dalla posizione Occhiuto con il (finto) emendamento contro l'architrave dell'autonomia differenziata mentre per la parvenza dei duri e puri del Dio Po (Mattiani e Gilardi) il “nostro” di cui sopra ha una idea diversa. Che poi è quella dell'aula mentre chiacchiera sottovoce. «Gilardi per forza deve provare a darsi un tono nel suo partito anche differenziandosi da Mancuso. Mentre Mattiani sta alzando semplicemente la posta, è appena entrato nella Lega e di fare favori ad Occhiuto non ha né convenienza né intenzione. Per ora...».

Benvenuti nell'Astronave di Calabria dove si “balla” dentro. A volte anche senza il posto a sedere numerato. Quando Occhiuto ringrazia anche Azione per l'approvazione del documento contro il dna dell'autonomia differenziata, tra l'altro proposto e letto proprio da Giuseppe Graziano, dimentica che Azione semplicemente non è presente. Non c'è, ufficialmente. Dovrebbero farne parte proprio Graziano e De Nisi ma il primo è a tutti gli effetti Udc e il secondo “Coraggio Italia”.

Di coraggio, però, ce ne vuole comunque e non poco per stare in Astronave. Soprattutto per stare in mezzo, nella terra di nessuno che fa gola a tutti anche se prima o poi bisogna posizionarsi per forza.

Si fa chiamare gruppo Misto, la “palestina” che non combatte però per nessun Dio. Chi entra, deve uscire con un trofeo e così si ricomincia il giro con altri ancora. Due “sacerdoti” del consenso, furbi e dallo sguardo fino, sono seduti al momento proprio in questa “palestina”. Antonello Talerico e Katya Gentile. La figlia di Pino, la nipote di Tonino, la cugina di Andrea, la griffe più griffe di Cosenza, l'ex vicesindaco quando con Mario Occhiuto partivano lanciamissili. Oggi sta nella terra di mezzo dell'Astronave e c'è chi giura che abbia iniziato a chiacchierare assai con Talerico. Un asse di disturbo Catanzaro-Cosenza che si mette di traverso contro tutto e tutti non rispondendo né prima del voto né dopo alle “chiamate” della maggioranza di centrodestra? Chi può dirlo, e chi può negarlo a priori del resto. «L'unica cosa certa» fa sempre il “nostro” di cui sopra, «è che Katya Gentile molto ma molto difficilmente andrà a finire nella Lega...». Chissà. Per ora è fantapolitica mentre in Astronave, con la scusa dell'autonomia differenziata, c'è sempre chi pensa al futuro più prossimo. Quello più terra terra. «La prossima mossa? L'assessore Pietropaolo amministratore delegato della società regionale sul digitale, la ReDigit spa. Il suo campo. E al posto suo un nuovo assessore di Fratelli d'Italia...».

L'autonomia differenziata può attendere...