Sulle spoglie ormai esanimi della sanità calabrese si agitano le macerie dilaniate dal correntismo interno al Movimento 5 Stelle. Arcipelaghi tenuti assieme ormai solo da un simbolo ma scoppiati sull'indicazione del nome del successore di Saverio Cotticelli, nomina ascrivibile sempre ai grillini così come le sue dimissioni avvenute dopo la poco edificante performance televisiva

 

Paralisi sanitaria

La deflagrazione di quel che rimane del Movimento è esplosa al momento della nomina di Giuseppe Zuccatelli, al ruolo di commissario ad acta della sanità calabrese. I distinguo e le prese di posizioni si sono susseguite nel corso della passata settimana rispecchiando le diverse anime che hanno fatto emergere un tutti contro tutti che ha consegnato la sanità calabrese ad paralisi completa in piena emergenza pandemica. 

 

La corrente Gino Strada

A suonare la carica per primo il senatore pentastellato, Nicola Morra, che da giorni si spende per portare in Calabria il fondatore di Emergency, Gino Strada, trovando la sponda delle Sardine. Obiettivo strategico affossare la nomina fortemente voluta dal ministro della Salute, Roberto Speranza (LeU), sulla base di un ragionamento: «Un partito del 2% non può dettar legge sulla sanità calabrese» o almeno questo il senso del pensiero dominante in una larga parte di parlamentari grillini alla latitudini calabre.

 

Sotto traccia

Ma forse non tutti lo condividono. Vi è anche chi lavora sotto traccia per sostenere il nome ai più inviso. Vi è traccia di questo sostegno, tra l'altro, in un comunicato divulgato all'indomani della nomina di Giuseppe Zuccatelli. L'autore è il parlamentare calabrese Giuseppe D'Ippolito che sul nome del manager romagnolo non manifesta netta contrarietà: «La nomina di Giuseppe Zuccatelli quale commissario alla sanità calabrese deriva da una scelta del ministro della Salute, Roberto Speranza, che personalmente non condivido per il metodo seguito e perché abbiamo sempre predicato rinnovamento e ricambio generazionale. Ciononostante, al netto dell’improvvida tesi di Zuccatelli sull’inutilità delle mascherine, risalente allo scorso 27 maggio e da ultimo ritrattata, va anche evidenziato che da commissario del policlinico universitario di Catanzaro egli ha saputo fronteggiare il rettore dell’ateneo» predicando, e forse non a caso, unità all'interno del Movimento 5 Stelle. 

 

L'ala governista e il nuovo nome

Altre fratture interne si registrano poi tra l'ala governista e i parlamentari grillini, soprattutto, i calabresi. Al netto di una fronda che perora la causa di Gino Strada in Calabria e di un gruppo che sotto traccia lavora a sostegno della nomina di Giuseppe Zuccatelli, vi è poi il viceministro, Pier Paolo Sileri, grillino anche lui ma che dopo una strenua difesa a favore di telecamere del manager romagnolo cambia improvvisamente versione e affida alla stampa una dichiarazione sibillina sull'opportunità di un passo indietro del commissario nominato dal Consiglio dei Ministri e difeso a spada tratta per una lunga settimana. Alla radice della nuova giravolta vi è l'indicazione su un nuovo nome, quello del direttore generale dell'Asl Roma 6, Narciso Mostarda, che secondo una prima previsione avrebbe potuto mettere tutti d'accordo, fatta salva la netta contrarietà di un gruppo di parlamentari calabresi che si oppone contendosi le spoglie di una sanità allo sbando e al collasso.

 

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