Agli sgoccioli del suo mandato di commissario ai vertici dell’Aterp, Ambrogio Mascherpa si mette di traverso tra la Regione Calabria ed il Comune di Cosenza, ottenendo dal Tar un decreto di sospensione dell’efficacia di tutti gli atti propedeutici al parziale abbattimento dell’ex Hotel Jolly, in particolare della delibera con cui Palazzo dei Bruzi ha approvato il progetto definitivo di realizzazione, nell’immobile, del Museo di Alarico, e della successiva determina di approvazione del progetto di demolizione della parte sommitale dello stabile.

Non si può demolire la proprietà altrui

La decisione dei giudici amministrativi è fondata sul fatto che la proprietà dell’immobile è ancora in capo all’Azienda Territoriale per l'Edilizia Residenziale Pubblica, per cui Palazzo dei Bruzi non ha titolo ad effettuare modifiche della struttura, men che meno può demolirlo, poiché dalla Regione, è scritto nel dispositivo, ha ricevuto solo la mera disponibilità del bene. Per adesso quindi lo stabile non si tocca. La trattazione dell’argomento è stata fissata per il 10 ottobre prossimo.

Mascherpa: «Non volevamo arrivare a tanto»

Mascherpa non ha dubbi: «Si tratta di un atto dovuto a tutela del patrimonio dell’ente, di cui io sono responsabile – dice – Fino a prova contraria non si può abbattere un palazzo di cui non si è proprietari. Da circa un anno segnalo questa anomalia, sul tema esiste un fitto carteggio. Era necessario avviare una procedura per arrivare al trasferimento del bene nel rispetto delle norme giuridiche. Per quanto mi riguarda – precisa – sono pronto anche domani a sedermi davanti ad un notaio per firmare la cessione. Quest’azione dell’Aterp non vuole essere da ostacolo all’Accordo di Programma Quadro sottoscritto dalla Regione e da Palazzo dei Bruzi. Ma ci sono delle norme da rispettare. Qualcuno ha sottovalutato la situazione, nonostante le mie tante sollecitazioni - sottolinea il commissario dell’Aterp – Eppure il concetto è semplice: non si può abbattere la casa d’altri. Non volevamo arrivare a tanto, ma siamo stati costretti ad intervenire: la situazione rischiava ormai di sfuggirci di mano». Quello di Mascherpa è uno schiaffo all’inerzia delle istituzioni, esposte all’ennesima figuraccia in questa vicenda già travagliata in virtù di altre presunte irregolarità dell’iter burocratico, denunciate dal Movimento Cinquestelle. L’ecomostro dunque, resiste, almeno per un’altra ventina di giorni.
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