La sconfitta che fa più rumore è quella del deputato cosentino battuto per una manciata di voti da Anna Laura Orrico (M5s). Finisce pure l’esperienza parlamentare del sindaco di Diamante e della ex grillina di Tropea. Deluso anche il segretario regionale del Carroccio Giacomo Saccomanno (ASCOLTA L'AUDIO)
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Non solo l'agenda Draghi. Le ultime politiche hanno mandato in soffitta molto altro. A partire da quelli che con un gergo tanto poco elegante quanto efficace si usano definirle i "trombati". Al primo posto c'è Andrea Gentile, figlio di Tonino e nipote di Pino.
È una sconfitta storica per il clan familiare politico più longevo della Calabria poco aduso a essere battuto. È una sconfitta che brucia perché l'unica che il centrodestra ha fatto registrare in Calabria nei collegi uninominali. A battere il deputato uscente è stata una collega Anna Laura Orrico, già sottosegretaria ai Beni Culturali nel Conte II, che è stata la ciliegina sulla torta dell'exploit pentastellato in Calabria. È una sconfitta che brucia perché arrivata al fotofinish, davvero per una manciata di voti. Naturale aspettarsi ricorsi e riconteggi, ma per il momento i grillini si godono una vittoria forse superiore alle loro stesse aspettative. Parlano così di un voto d’opinione in Calabria che batte il voto d’appartenenza. Sarebbe una gran bella novità.
"Nel caso in specie - avevamo scritto con una certa cautela questo pomeriggio - evidentemente non ha funzionato il ticket fra Gentile e la capogruppo regionale della Lega, Simona Loizzo, anche lei con tutta probabilità fuori dai giochi a causa della pessima performance del suo partito". E invece Loizzo è entrata in Parlamento (la notizia è arrivata in serata) grazie al conteggio dei resti. Una bella soddisfazione personale, che però non intacca la performance complessivamente negativa della Lega.
Appare molto risicato, infatti, il 6% del Carroccio figlio di una gestione a dir poco improvvisata del partito in Calabria che dal picco delle Europee in poi non è riuscito a trovare un assetto stabile. Ne sono dimostrazione le tante defezioni arrivate proprio a ridosso del voto.
Rimarrà invece a casa il commissario del partito Giacomo Saccomanno che ha giocato nelle ultime settimane una partita più per se stesso che per la comunità leghista. Ora li aspetta un futuro ricco di incognite come tutti quelli che provano a chiudere la stalla quando tutti i buoi sono già scappati via. Qualcuno dice che forse il centrodestra si è concentrato troppo sul Senato e si è un po' distratto alla Camera. In realtà i più maliziosi dicono che questo risultato era il migliore che Occhiuto potesse ottenere non solo per aver doppiato il dato nazionale di Forza Italia ma anche per essersi liberato di due potenziali competitor interni sul territorio.
Ma le sorprese non sono finite. Sempre in serata, il conteggio dei resti ha decretato lo stop alla senatrice uscente Fulvia Caligiuri (Fi), che dunque non riesce a centrare l'obiettivo dell'elezione. Per lei, che era entrata a Palazzo Madama nel 2019 grazie all'accoglimento di un ricorso sul riconteggio dei voti, una grande delusione.
E a proposito di delusioni, fra chi torna a casa c'è anche Dalila Nesci, sottosegretario uscente. Ha provato a sfondare nel cuore dell'elettorato vantando i fondi del Cis Calabria svelare bellezza. Non è bastato per la debolezza dell'alchimia politica messa su da Di Maio addirittura con Tabacci, ma soprattutto perché quel Cis avrà anche accontentato una manciata di sindaci, ma ne ha resi scontenti molti altri che ancora non hanno capito in base a quali meccanismi sono stati individuati i progetti di prima fascia.
Non può essere contento nemmeno il sindaco di Cassano all'Ionio, il socialista Gianni Papasso. Il buon governo della sua città si è rivelato insufficiente persino contro un candidato come Domenico Frugiuele, calato un contesto territoriale diverso dal suo e con un partito in caduta verticale alle spalle. Un ottimo risultato per il guerriero leghista.
Fra i delusi non possiamo non citare il sindaco di Diamante, Ernesto Magorno che dopo due legislature (una alla Camera, l'altra al Senato) deve ora smettere i panni da parlamentare. Per lui, però, resta la soddisfazione di aver portato ItaliaViva in Calabria vicino all'obiettivo prefissato.
Ultima citazione per Giusy Iemma, presidente del Pd Calabria e vice sindaco di Catanzaro. Il de profundis orchestrato in queste settimane da Letta ha travolto anche lei. Ma già da domani ci sarà una nuova segreteria. In fondo in Calabria le elezioni sono come gli esami: non finiscono mai.