È il giorno delle elezioni al Quirinale con il primo voto del Parlamento in seduta comune, con il via previsto per le 15. Dopo ore di vertici e trattative per la scelta del prossimo Presidente della Repubblica ancora questa mattina i leader dei partiti si incontreranno per definire la strategia da adottare nel corso delle prime votazioni mentre va avanti il confronto sui nomi dei candidati. L'elezione in tempi di Covid ha portato a definire nuove regole sulle modalità di voto per i grandi elettori positivi.

Il segretario del Pd Enrico Letta con Salvini chiederà una presa di posizione chiara su Mario Draghi: «Ha rappresentato per l'Italia una straordinaria risorsa e il compito di tutti noi è di preservarlo». Draghi è una delle ipotesi sul tavolo. Non solo, il leader Dem è pronto ad aprire con Salvini anche il capitolo Mattarella: «Darebbe il massimo, la soluzione ideale e perfetta».

L’uscita di Berlusconi

Dopo l'uscita di scena di Silvio Berlusconi il centrodestra naviga a vista. La rosa di nomi annunciata da Matteo Salvini ancora non c'è anche se l'ex ministro fa sapere, dopo aver informato il Cavaliere, di essere al lavoro per candidature sulla cui «levatura difficilmente qualcuno potrà porre veti». Le carte sono ancora coperte ma Salvini su due punti appare irremovibile: «Togliere Draghi da palazzo Chigi è pericoloso» e poi «Pier Ferdinando Casini non è un candidato del centrodestra». Un doppio messaggio che il leader della Lega recapita al premier ed al resto delle forze politiche che sul nome dell'ex presidente della Camera sembrano aver aperto qualche spiraglio. In attesa delle proposte del centrodestra, Pd-M5s e Leu si ritrovano a conclave per mettere a punto la strategia.

L’incontro Letta, Conte e Speranza

Un nuovo incontro è in programma in mattinata ma Letta, Conte e Speranza formalizzano intanto una proposta: un tavolo con tutte le forze politiche per arrivare ad un candidato condiviso. Nessun nome viene reso noto anche se il Pd individua nel fondatore della Comunità di Sant'Egidio, Andrea Riccardi «il profilo di presidente ideale». Letta ,che prima riunisce i ministri dem e poi tutti i grandi elettori del Pd, prova a dare anche tempi sull'elezione del successore di Mattarella: tra martedì e mercoledì si arriverà ad una candidatura condivisa. Ma sui nomi troppo vicini allo schieramento avversario, il leader Dem alza il muro: «Ulteriori candidature di centrodestra faranno la stessa fine di quella di Berlusconi. È il metodo che era sbagliato». 

La posizione di Renzi

Alla finestra c'è Matteo Renzi. Il leader di Iv invita alla calma «adesso siamo ai tatticismo esasperato», ma non esclude dalla corsa nè Mario Draghi nè l'ex presidente della Camera Pier Ferdinando Casini a differenza di Riccardi che a suo giudizio «non ha chance».

Sul capo del governo però Renzi è netto: «Al Quirinale non si va contro i partiti. Penso che la candidatura di Draghi, ammesso che abbia una propria strategia, possa stare in piedi solo che abbia questo elemento politico. Al Quirinale ci vai soltanto con un'iniziativa politica».