Il presidente degli avvocati del capoluogo rimesso in gioco dalla dichiarazione del tavolo permanente dello schieramento a trazione forzista che elimina ogni preclusione su «candidati già in campo» definiti «compatibili»
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Il weekend di fuoco del centrodestra catanzarese, caratterizzato da riunioni andate a vuoto sulla scelta dell’aspirante sindaco e persino da accuse reciproche anche ad opera di ex fedelissimi, ha fatto emergere una volontà comune fra le varie componenti, che hanno oltretutto costituito un tavolo permanente. L’accordo preso è sul «non avere preclusioni di alcun genere. Neppure rispetto ad altri soggetti civici, già in campo. Soprattutto quelli con caratteristiche evidentemente compatibili con i valori e la visione della coalizione».
Parola - scritta - di centrodestra, quindi. Che, anche se espressa in lingua politichese, allo stato attuale in cima ai tre colli porta dritto a un solo nome: Antonello Talerico. Il riferimento è al candidato di Forza Italia alle scorse Regionali, poi ricorrente contro i colleghi risultati eletti Michele Comito e Valeria Fedele sulla base della loro asserita ineleggibilità, inizialmente tagliato fuori dalla lista dei papabili alla carica di primo cittadino proprio per le frizioni insorte con i vertici del partito forzista calabrese in seguito al ricorso presentato.
Una scomunica che però da più parti si sta tentando di far cadere, riconoscendo a Talerico la possibilità di federare uno schieramento mostratosi in modo palese enormemente lacerato alla vigilia dell’importante appuntamento con le Amministrative del capoluogo. A riguardo è emblematico quanto sostenuto ieri, ad esempio, dal consigliere comunale Giuseppe Pisano, da lungo tempo abramiano doc, il quale ha “a sorpresa” diramato un comunicato stampa molto polemico nei confronti dei maggiorenti della sua area, non lesinando critiche dirette e indirette allo stesso Sergio Abramo e persino a una figura rappresentativa nei consessi nazionali come Wanda Ferro.
L’ennesimo segnale di una sorta di tutti contro tutti, insomma, messo plasticamente in risalto pure da proposte “improbabili” in fase di concertazione quali quella del presidente del consiglio regionale in carica Filippo Mancuso, alle prese con lo svolgimento del delicato mandato alla guida dell’assise di Palazzo Campanella, che qualcuno voleva invece adesso coinvolto in una campagna elettorale a cui doversi dedicare anima e corpo senza altre… distrazioni. Una pretesa quantomeno eccessiva nei confronti di chi ha da poco ottenuto prestigiose funzioni sul cui espletamento appare legittimamente molto concentrato. Resta dunque il «candidato civico in campo compatibile con i valori del gruppo», che come premesso è l’identikit di Talerico.
Il quale potrebbe davvero chiudere i giochi in proprio favore, restando invece adesso seppur in linea teorica l’eventualità che qualcuno nello schieramento guardi con occhi benevoli e quindi interessati al prof Valerio Donato (uomo sì di sinistra, ma tanto popolare negli ambienti moderati e anche in quello produttivo della città), nel caso in cui dovesse Talerico avere riconosciuta la propria ragione in Tribunale nella controversia contro Comito e Fedele. Una circostanza che forse farebbe pendere in maniera decisiva il piatto della bilancia verso di lui, che se anche si defilasse in corso d’opera manterrebbe una specie di wild card (leggasi carta jolly) nell’individuazione di una figura alternativa. Senza contare che a Fi converrebbe assai di più averlo primo cittadino e non consigliere regionale mentre così come a tanti nel centrodestra locale il suo coinvolgimento offrirebbe, almeno al momento, maggiori garanzie di successo di chiunque altro.