Il candidato del centrodestra alla presidenza della Regione replica a de Magistris sulla sanità: «Solo quelli che parlano per slogan non sanno che quando si fa il riparto della spesa sanitaria a livello nazionale, il 45% va agli ospedali e il resto va all’assistenza territoriale»
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All’appuntamento con candidati e simpatizzati a Crotone, Roberto Occhiuto arriva con oltre un’ora di ritardo, ma appena intercettato dai giornalisti, tiene a precisare che da presidente della Regione sarà «invece puntuale nell’offrire opportunità alla Calabria». Il candidato della coalizione di centrodestra ribadisce: «Lascio un incarico che mi piaceva, lo lascio per cambiare la Calabria. Le elezioni le vincerò se riuscirò a dimostrare che questa regione, che è bellissima, può presentarsi all’Italia come non la conosce. La Calabria ha risorse ed eccellenze che purtroppo sono costrette a camminare su un binario parallelo rispetto alla politica e la mia ambizione è quella di farle incontrare, per passare alla storia come colui che ha cambiato la Calabria, e dimostrare che è straordinaria».
«La 'ndrangheta ci fa schifo»
L’obiettivo è quello di raccontare questa terra per come non viene raccontata solitamente: «La Calabria ha tanti problemi che spesso vengono raccontati a livello nazionale, a cominciare dalla ‘ndrangheta. Io l’ho detto più volte che la ‘ndrangheta ci fa schifo e non le consentiremo di sporcare il governo del centrodestra. Questa regione è fatta di persone perbene e non meritano di essere trattate da cittadini di serie B».
Cambiare la sanità
Anche Occhiuto ribadisce la necessità di superare il commissariamento della sanità calabrese e «se non si può interrompere, il prossimo commissario deve essere il presidente della Regione. A quel punto faremo un grande investimento sull’assistenza territoriale, sulla riorganizzazione degli ospedali, dell’emergenza. Chiederemo al Governo di farci assumere tutti i medici e il personale sanitario che in questi 11 anni di commissariamento, per il blocco del turn over, non abbiamo potuto assumere ed eviteremo di staccare ogni anno un assegno di 320 milioni di euro per la mobilità passiva verso le regioni del nord, risorse che se si sommano a quelle spese dalle famiglie per i viaggi della speranza ammontano a un miliardo di euro. Soldi che vanno ad arricchire i sistemi sanitari di altre regioni e, siccome so di giocarmi tutto, dal 5 ottobre in poi soprattutto sulla sanità non sono disponibile a non assumermi la responsabilità di cambiare la sanità in Calabria».
«Un errore non riconvertire ospedali chiusi»
Proprio sulla sanità, nei giorni scorsi Occhiuto è stato attaccato da uno dei suoi avversari politici, Luigi De Magistris: «Ha contribuito a radere al suolo il diritto alla salute dei calabresi» ha affermato, diffondendo un video in cui l’esponente di Forza Italia partecipava, 11 anni fa, alla presentazione del piano di rientro. «In quel video – è la replica di Occhiuto – io dico le stesse cose che sto dicendo ora. Dicevo che la sanità non è solo rete ospedaliera, ma anche assistenza territoriale e che laddove si chiudevano degli ospedali, questi dovevano essere riconvertiti in presidi di assistenza territoriale. L’errore fu quello di chiudere, forse, gli ospedali sbagliati e soprattutto di non convertirli in Case della salute e poliambulatori, luoghi dove mettere una Tac o una risonanza, dando la possibilità ai calabresi di quelle zone di fare una Tac o una risonanza in un giorno invece che in dieci mesi. Solo gli ignoranti e quelli che parlano per slogan non sanno che quando si fa il riparto della spesa sanitaria a livello nazionale, il 45% va agli ospedali e il resto va all’assistenza territoriale. Io questa cosa la so, la sapevo anche allora perché, a differenza di chi ha governato forse senza studiare, io le cose le ho sempre studiate».
Il macigno della burocrazia
Per governare la regione, Occhiuto assicura che farà «una grande squadra. Molti mi chiedono degli assessori, ma io sono più preoccupato di dirigenti e direttori generali perché c’è un problema che è un macigno per la Calabria: la qualità della burocrazia. Ci sono tante persone capaci nell’amministrazione burocratica della regione, che però spesso non sono utilizzate, ma ci sono anche delle rendite di posizione che evidentemente meritano di essere sradicate. Io in questa campagna elettorale non ho incontrato un solo dirigente della Regione o un solo dirigente delle aziende sanitarie, perché voglio avere le mani libere, facendo scelte di dirigenti che mi aiutino a realizzare gli obiettivi di governo che mi sono posto».