Il Pd in mezzo al guado dopo il ritiro di Irto e la punzecchiatura della candidatura di Magorno (Iv). Intanto Berlusconi e Salvini cercano di isolare Toti e Meloni con Spirlì che guadagna terreno. A vuoto il tavolo nazionale
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Si avvicinano le elezioni regionali, ma si allontanano le decisioni all’interno degli schieramenti. In questo momento soltanto il Polo civico di Luigi de Magistris e Carlo Tansi sembra avanzare dritto per la sua strada, ma la rottura tra i due è stata scongiurata in extremis appena qualche settimana fa.
Le altre forze politiche, invece, continuano a scontrarsi con problemi, divisioni e difficoltà che hanno origine soltanto parzialmente in Calabria. Sono le scelte sul territorio nazionale che stanno animando le tensioni con ripercussioni molto forti sul nostro territorio.
Centrosinistra balcanizzato
Il centrosinistra appare in piena crisi dopo che Nicola Irto ha annunciato il ritiro della sua candidatura. Un modo per suonare la sveglia ad un partito che non sembra davvero interessarsi della Calabria e per segnalare i gravi ritardi della macchina organizzativa sia in vista della campagna elettorale che delle eventuali primarie.
La crisi sconta la posizione attendista del Pd nazionale che vuole arrivare all’alleanza con i Cinque Stelle in più territori possibili. I grillini in Calabria si sono opposti, almeno in parte, alla candidatura di Irto e la richiesta di primarie, con tanto di propria candidatura, avanzata dal sottosegretario per il Sud Dalila Nesci va letta anche in questa direzione.
Giovedì arriverà in Calabria il responsabile nazionale degli Enti Locali Francesco Boccia che proverà a capirci qualcosa su mandato espresso del segretario Enrico Letta, il quale ha anche ribadito piena fiducia in Irto definendolo “una punta di diamante”.
A completare il quadro della balcanizzazione dello schieramento la scelta di Italia Viva e di Ernesto Magorno di proporre la propria autonoma candidatura. Un modo per rafforzare le posizioni di Italia Viva a Napoli, secondo alcuni, ma sicuramente un'ulteriore spaccatura per il centrosinistra che davvero rischia di peggiorare anche la situazione del 2020.
Il nuovo asse Cavaliere-Capitano
La vittoria per un centrodestra unito sembrerebbe, quindi, abbastanza facile. Eppure anche qui tutto pare rimesso in discussione. Il candidato in pectore continua a spettare a Forza Italia che ha indicato il capogruppo alla Camera Roberto Occhiuto da lungo tempo. Tarda, però, ad arrivare l’ufficializzazione.
Sullo sfondo i grandi movimenti dei partiti in vista della complessiva tornata elettorale. Giorgia Meloni e Matteo Salvini si giocano la leadership in vista delle prossime politiche e il Capitano vede come il fumo negli occhi la possibilità che Fdi, dalla sua isolata opposizione al governo Draghi, possa arrivare al sorpasso nei sondaggi.
Anche Silvio Berlusconi, adesso di nuovo in attività dopo la luna degenza post Covid, non vede l’ipotesi con favore. A ciò si è aggiunta l’iniziativa di Coraggio Italia di Giovanni Toti che ha “rubato” 12 parlamentari a Forza Italia per costituire il gruppo e adesso vorrebbe sedersi al tavolo delle trattive.
Circostanza impossibile per Berlusconi che con la sponda di Matteo Salvini ha fatto saltare le ultime due riunioni del tavolo nazionale, compresa quella di ieri che è si trasformata in un incontro informale senza nessuna decisione assunta, seppure Toti sia starto ammesso al tavolo. La strategia azzurra è chiara: isolare il governatore della Ligura. Un patto tra Lega e Fi potrebbe essere la soluzione per isolare sia Meloni che Toti e potrebbe essere il collante per nuove decisioni sulle candidature a tutti i livelli, compresa la Calabria. E al Capitano, che ieri ha donato ai partecipanti alla riunione un Rosario di Fatima, non dispiacerebbe per nulla di confermare l’operato di Nino Spirlì con una sua candidatura in cambio dell’appoggio generale e del sostegno ai candidati di area Fi nelle grandi città. Sia Tajani che Berlusconi negli scorsi giorni avevano dichiarato di vedere con favore una candidatura di Maurizio Lupi, di Noi Con l’Italia, come sindaco di Milano incontrando proprio le resistenze di Salvini. Il terreno per possibili scambi, insomma, non manca. Da valutare però le possibili reazioni di Fdi che sicuramente non accetterebbe supinamente uno scenario del genere, men che meno in Calabria dove i numeri del partito sono altissimi ed esiste anche una candidatura autorevole come quella di Wanda Ferro.