Se i giorni della Merla, come noto, sono i più freddi dell’anno, quelli prima della presentazione delle liste elettorali - in qualsiasi contesto - sono invece i più caldi. Accade anche nella Circoscrizione Centro, in vista delle Regionali 2021, con un rincorrersi di pettegolezzi, colpi bassi e veleni, che non soltanto scaldano il clima quanto “intossicano” la competizione. Che nell’area di Catanzaro, Crotone e Vibo, è diventata un affare per… stomaci forti.

La guerra interna al Pd

Tre casi in particolare, però, stanno infiammando i tre giorni prima della presentazione ufficiale delle liste. Ma due sono di chiara matrice Democrat. Il primo, fresco di stamani come il pane appena sfornato, riguarda i malumori per l’incontro pubblico di stasera in Piazza Mazzini a Lamezia nella sede istituzionale del Pd Calabria dell’aspirante governatore Amalia Bruni con il vicecapogruppo dei Dem alla Camera Piero De Luca. Ma perché? Cosa c’è di strano? Lo spieghiamo subito: accanto a loro, ci saranno il commissario regionale del partito Stefano Graziano e, “particolare” che ha appunto provocato una levata di scudi da parte di chi sta meditando di candidarsi proprio in quel “collegio”, la pretendente al seggio Aquila Villella. Una presenza che - come non bastassero le già roventi polemiche a cui abbiamo accennato, ritornandoci fra poco - rinfocola la discussione interna, trattandosi della cognata della prof Bruni. Un’ospite d’onore, quest’ultima, all’iniziativa parrebbe promossa dal Circolo lamentino del partito e cucita addosso appunto alla Villella quale candidata di riferimento. Un appuntamento che, tuttavia, ha fatto storcere la bocca a parecchi dei diretti interessati, competitor della stessa Villella, i quali non hanno gradito di vederla messa in risalto persino nella locandina dell’evento mentre molti degli altri suoi colleghi dovranno sudare le fatidiche sette camicie per essere eletti e, prim’ancora, addirittura per ottenere la chance di proporsi all’elettorato per, come si dice in questi casi, giocarsela fino in fondo. Un bel caos in un momento così teso.

Ore complicatissime sempre nel Pd

La lista del partito nell’area Catanzaro-Crotone-Vibo, che noi avevamo anticipato al 90%, resta da completare per il clamoroso inatteso ballottaggio fra il consigliere uscente Francesco Pitaro e il sindaco di Soverato Ernesto Alecci. Una manovra che tenderebbe all’esclusione del primo “ostracizzato”, per come da noi peraltro scritto a inizio agosto, malgrado sia accreditato di poter far gran bella figura nelle urne con moltissimi voti. Ma le dinamiche interne al partito, a livello locale e nazionale, non sono di facile lettura. Anzi, tutt’altro. Di sicuro allora c’è che le rispettive tifoserie (leggasi anche gli esponenti Dem, e non solo, a sostegno di Pitaro e Alecci) non molleranno la presa tanto da rischiare di arrivare a un muro contro muro in nome del famoso detto: «O tutti o nessuno!». Certo, l’escluso potrebbe trovare posto nella Lista del Presidente. Ma con i tanti rischi che tale operazione comporta fra cui il problema del raggiungimento del quorum o quello del “doppio passaggio” fra i Democrat con tanti saluti agli altri, dunque. Che, malgrado risultati ragguardevoli in termini di preferenze, potrebbero restare a bocca asciutta. Ecco allora che la guerra diventa subito senza esclusione di colpi. Soprattutto se si pensa che i soliti rumors danno in testa all’hit parade del gradimento dei vertici Dem, per motivi diversi però, il sindacalista di Catanzaro Fabio Guerriero (appartenente a una famiglia dai lusinghieri trascorsi in politica) e l’uscente, invece della zona del vibonese, Luigi Tassone. L’ipotesi è che Guerriero vada in qualche modo “tutelato” dopo un paio di candidature in cui, sebbene abbia racimolato migliaia di consensi, è rimasto fuori per un’inezia così come c’è la necessità di salvaguardare Tassone.

Ma, nel caso di specie, per il fatto che il diretto interessato ha perso il sostegno dell’ex parlamentare Brunello Censore desideroso di candidarsi proprio al posto del suo ex pupillo e invece adesso costretto a guardare altrove. Circostanza che ha notevolmente indebolito Tassone, ora sempre in base a tali boatos in difficoltà nel territorio anche rispetto alla candidatura forte dell’altro sindacalista in lizza: Raffaele Mammoliti. Sta di fatto, quindi, che chi aveva determinati progetti, potrebbe vederli parecchio ridimensionati. Stiamo ancora parlando di ipotesi, tuttavia, considerato come dall’entourage di Pitaro, di fronte alla nostra indiscrezione su una possibile esclusione di un mese fa, hanno reagito con una secca smentita che potrebbe essere altrettanto piccata se lo stesso consigliere sarà in corsa, come abbiamo detto desidera, per il ritorno a Palazzo Campanella attraverso la collocazione auspicata.

Il "Caso Udc" nel centrodestra

Dopo la repentina fuoriuscita di Sergio Costanzo dalla lista dell’Udc, che non ha gradito l’arrivo nel partito di Baldo Esposito e del gruppo aielliano di cui fa parte, sono circolate voci incontrollate su un generale abbandono delle candidature in casa dello Scudocrociato nell’area centrale della Calabria. Troppo temibile, infatti, un Esposito forte nel gennaio 2020 di quasi 10.500 preferenze. Tanto da far affermare ai soliti ben informati che anche Flora Sculco, peraltro passata da poco nello Scudocrociato in arrivo dal centrosinistra, stesse meditando su un passo indietro. «Niente di più falso – ci ha invece risposto la consigliera da noi sentita telefonicamente – perché io sono abituata a misurarmi sul territorio. È vero Sergio ha agito d’impulso di fronte alla notizia di Esposito, con una scelta che peraltro riguarda com’è giusto che sia lui, ma per me è diverso». Poche, ma significative parole quelle della Sculco, che fra le righe ha anche invitato alla riflessione inerente a una candidatura Esposito da corroborare con altre altrettanto competitive non solo per determinare una concorrenza interna quanto anche per non mettere a rischio il raggiungimento del quorum che vanificherebbe gli sforzi di qualsiasi pretendente al seggio forte. E Costanzo? C’è chi lo darebbe impegnato in un pressing finale per ottenere un posto nella Lista del presidente Roberto Occhiuto in cui di fronte al suo arrivo altri sistematisi lì da tempo tremano. Nient’affatto facile, a riguardo, superarlo, almeno in base ai voti del passato. Ma qui si tratta, come di consueto, di previsioni e voci.