Il Movimento 5 stelle non parteciperà alle amministrative di Corigliano-Rossano. Ora è ufficiale. Anche il Consiglio di Stato, rigettando il ricorso presentato dal meetup cittadino, ha confermato la sentenza del Tribunale amministrativo regionale della Calabria che nei giorni scorsi si era espresso confermando il “grave difetto di forma” palesatosi con la presentazione della lista del M5s agli uffici della commissione elettorale  (leggi anche Elezioni Corigliano-Rossano, colpo di scena: esclusa la lista del Movimento 5 stelle); avverso la quale i pentastellati ionici si erano rivolti, appunto, ai giudici di Palazzo Spada.

«Sapevamo che era difficile, ma ci abbiamo provato»

«Avevamo informato i componenti del Movimento 5 stelle – scrivono oggi gli avvocati di parte che hanno patrocinato il ricorso presso il Consiglio di Stato, gli avvocati Gaetano Parise e Claudio Roseto - che, purtroppo, vi erano pochissime possibilità di ottenere la riforma della statuizione del Giudice Amministrativo catanzarese, alla luce di un orientamento giurisprudenziale costante e contrario dei Giudici di Palazzo Spada. Ciononostante – aggiungono - atteso il forte desiderio di giustizia sostanziale da noi condiviso con gli attivisti del movimento politico in discorso, abbiamo appellato, in tempi strettissimi (praticamente un giorno), la pronuncia del TAR di Catanzaro, provando a fare leva sui fondamentali principi che caratterizzano il procedimento elettorale, prevalenti rispetto a mere irregolarità formali».

«In particolare – spiegano i due legali - abbiamo provato ad evidenziare come la prima decisione avesse omesso di considerare che il procedimento di presentazione delle liste elettorali è caratterizzato dal principio della strumentalità delle forme ed è finalizzato a garantire la massima partecipazione dei cittadini ad una competizione elettorale, rilevando altresì che i presentatori della lista hanno riposto un legittimo affidamento nei confronti dei pubblici ufficiali che hanno ricevuto la documentazione elettorale, atteso che le omissioni formali contestate (assenza di timbri e firme di congiunzione tra i fogli contenenti le sottoscrizioni) risultavano imputabili unicamente a questi ultimi».

Presentate 200 certificazioni postume

«Inoltre, abbiamo dimostrato, mediante indizi gravi, precisi e concordanti, che tutti i sottoscrittori erano pienamente consapevoli della lista sottoscritta, producendo anche 200 dichiarazioni postume con le quali i sottoscrittori riconoscevano espressamente la propria consapevolezza della composizione della lista al momento della sottoscrizione».

Nonostante tutto, però, il Consiglio di Stato, all’esito dell’udienza speciale elettorale di ieri ha depositato la sentenza di rigetto del ricorso in appello, confermando il proprio orientamento.

 

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