L'ex governatore rompe il silenzio dopo le dichiarazioni entusiastiche del senatore di Fdi Rapani: «È paradossale che debba essere proprio io a difendere il Pd». Poi spiega: «L'accordo con Rfi lo sottoscrivemmo noi nel 2018. Da gennaio 2020 è tutto fermo»
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Mario Oliverio ha deciso di rompere il silenzio che si era autoimposto «per una questione di stile», dice. La goccia che ha fatto traboccare il vaso sono state le ultime dichiarazioni del senatore Ernesto Rapani (FdI) sulla elettrificazione della dorsale jonica ferroviaria, e quindi del collegamento Sibari-Catanzaro Lido-Lamezia Terme.
Come si ricorderà parte dei fondi erano stati stralciati dal Governo e dirottati su altre opere del Nord. Per quel che ci riguarda i tagli avevano interessato 40 milioni destinati all’elettrificazione della linea ferroviaria Catanzaro Lido-Reggio Calabria. Il senatore Rapani aveva detto che l’operazione era necessaria per la mancanza di alcuni nulla osta da parte della Sovrintendenza che aveva di fatto bloccato i lavori.
Ora i pareri sono arrivati e Rapani esulta rivendicandone i meriti: «Questa è una risposta agli allarmismi infondati di Pd e Movimento 5 Stelle: i fondi ci sono, non sono stati mai dirottati in altre aree del Paese e l'iter sta seguendo il suo corso con l'obiettivo di giungere all'appalto integrato che prevede l’approvazione del progetto esecutivo e l’avvio dei lavori nel secondo semestre del 2024 con la previsione di concluderli nel primo trimestre del 2026. Quello sarà l’anno della svolta che consentirà alla fascia jonica di uscire dall’isolamento alla quale è stata segregata colpevolmente per decenni. Con la conclusione dell’opera di elettrificazione potrebbe iniziare a trasformarsi in realtà un’infrastruttura che sto suggerendo e prospettando da molti anni: la metropolitana leggera di superficie tra Sibari e Crotone-Sant’Anna».
Questa dichiarazione ha fatto andare su tutte le furie Mario Oliverio che ieri ha scritto un durissimo post sui suoi profili social. «È bene ricordare che i lavori di elettrificazione della linea ferroviaria Sibari-Catanzaro Lido, secondo quanto stabilito nell’Accordo Quadro sottoscritto a giugno 2018 tra Regione Calabria e Rfi, sono iniziati il 1* agosto 2018 e avrebbero dovuto concludersi, nel dicembre 2022 – ricorda Oliverio –. Nel corso del 2017 e del 2018 si era già proceduto, sempre per lo stesso tratto, all’ammodernamento dell’armamento ferroviario (binario, traversine, strutture varie etc.) e ad un preciso programma di abolizione dei passaggi a livello con la realizzazione dei sottopassi e con la riqualificazione delle stazioni. Il tutto concordato con i singoli comuni interessati. A dicembre 2019 erano già stati posizionati tutti i pali necessari alla stesura del cavo per la linea elettrica. Da gennaio 2020 tutto è fermo. Forse dimenticato. Lo sanno bene le popolazioni e gli amministratori locali che abitano il territorio jonico».
«È significativo – continua Oliverio – che alcuni rappresentanti del centro destra siano preoccupati solo di intestarsi meriti altrui e non di intervenire per rimuovere ostacoli ed inerzie che da quattro anni impediscono il completamento di quei lavori. Ancora più grave è sbandierare ai quattro venti come un successo la conclusione dei lavori di elettrificazione ora spostata al 2026, ovvero a quattro anni di distanza da quanto concordato con la Regione nel 2018 e riportato nero su bianco».
Ma Oliverio non bacchetta solo il centrodestra, ma nella sua nota va oltre e scrive che «dinanzi al capovolgimento della verità e a colossali bufale da parte di esponenti del centro destra nelle istituzioni, tacere sarebbe colpevole. Di fronte all’impercettibile voce dell’opposizione, è paradossale che debba essere proprio io a dover difendere il Pd da attacchi infondati e strumentali». Insomma Oliverio sembra intenzionato a voler difendere i risultati della sua azione di governo alla Regione di fronte a quella che definisce voce flebile di una opposizione che non riesce ancora a farsi sentire in maniera compatta.
Ennesima prova durante l’ultimo consiglio regionale quando il Pd ha deciso di astenersi sulla proposta di legge di Ferdinando Laghi dedicata all’elettromagnetismo. Una norma sostanzialmente tecnica, che accoglieva precise direttive europee. Al punto che è stata votata da tutti tranne che dal Pd. Un bel modo per cercare di recuperare l’ambientalista del Pollino che con il Pd è ai ferri corti, ma soprattutto uno strano modo di voler costruire un’alleanza alternativa a quella del centrodestra di Occhiuto.