La responsabile del dicastero del Turismo dovrà affrontare le opposizioni che già valutano una mozione di sfiducia per spingerla alle dimissioni
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È il giorno del ministro al Turismo Daniela Santanché, che oggi dovrà affrontare le forche caudine del Senato, dove dovrà riferire in merito all’inchiesta giornalistica di Report sulle sue società. Una vicenda i cui riverberi giudiziari hanno trovato oggi maggiore definizione con l’articolo del Domani, firmato da Giovanni Tizian, secondo il quale Santanché sarebbe indagata da tempo nell’inchiesta per bancarotta condotta dalla Procura di Milano sulle società della galassia Visibilia.
Il caso | Santanché nei guai, fatture irregolari e dubbi sui movimenti aziendali. «Pronta a riferire in Aula»
Un’iscrizione nel registro degli indagati che l’esponente di governo ha sempre negato, ma – sostiene Domani – solo perché «il pool che si occupa di reati societari (pm Maria Gravina e Roberto Fontana) aveva segretato l’iscrizione, una modalità comune prevista dal codice di procedura penale nel caso in cui “sussistano specifiche esigenze attinenti all'attività di indagine”. Per questo agli avvocati non risultava alcun procedimento penale sulla loro assistita. All’epoca l’iscrizione riguardava solo il reato di bancarotta. Nel corso del tempo però è emerso anche un secondo filone, il falso in bilancio, che secondo il Corriere, nell’articolo di novembre scorso, è tra i reati contestati alla ministra».
Insomma ce n’è abbastanza per infiammare l’appuntamento di oggi in Parlamento. Ma Santanché ostenta assoluta tranquillità: ieri ha presenziato agli impegni di giornata, all'Assemblea dell’Ania seduta a fianco ad Ignazio La Russa e Maurizio Gasparri, e poi si chiude, con i suoi legali, a preparare il suo intervento in Aula. Si dice pronta a rispondere «punto su punto» ma, avrebbe aggiunto a persone a lei vicine, «senza polemiche».
L’opposizione cerca di cavalcare la vicenda e - sebbene abbia rimandato ogni iniziativa a dopo le spiegazioni in aula - è ovviamente pronta a chiedere le dimissioni della ministra, finora difesa dalla premier Giorgia Meloni, che però avverte il peso di una vicenda che rischia di mettere in imbarazzo il Governo.
In Aula Santanché arriverà con una informativa, cui seguirà un dibattito - 5 minuti di intervento per gruppo - ma nessun voto. La maggioranza - mentre la presidente Meloni sarà a Varsavia - si prepara a fare quadrato, così come già successo attorno agli altri casi di attacchi «personali» a componenti dell'esecutivo o dei partiti. Un atteggiamento «inflazionato», il commento che circola tra i parlamentari del centrodestra, che finirà con un ennesimo buco nell'acqua. Ma sottotraccia serpeggia la preoccupazione e gli occhi della maggioranza rimangono puntati sulla procura di Milano. La mozione di sfiducia dell'opposizione rimane così un'arma carica sul tavolo ma al momento non è all'ordine del giorno.
Anche perché sul caso Santanchè non c'è una visione unitaria delle opposizioni. «Intanto ascoltiamo, dicono dal Pd, che aveva preparato anche una interrogazione, pronta a ripresentare se le risposte della ministra del Turismo non saranno soddisfacenti. In Aula parlerà per i dem probabilmente Antonio Misiani, mentre i 5S schiereranno il capogruppo, Stefano Patuanelli. Non dovrebbe intervenire Matteo Renzi, ma Enrico Borghi. Mentre dalle file della maggioranza prenderanno la parola probabilmente Alberto Balboni per Fdi e il capogruppo della Lega Massimiliano Romeo che dovrebbe ribadire la linea morbida di Matteo Salvini. «Ho un assoluta fiducia nei colleghi - ha scandito il leader leghista - e viviamo in un Paese dove si è innocenti fino a prova contraria».
Certo un eventuale rinvio a giudizio complicherebbe non poco la situazione della ministra, che nel frattempo a maggio scorso aveva vincolato la sua villa in centro a Milano - circa 6 milioni di euro di valore - , per garantire i debitori di Visibilia srl, come emerso dal piano di ristrutturazione presentato in Tribunale. Nell'atto notarile, riportato sempre dal quotidiano Domani, si legge che il vincolo «è finalizzato a garantire solo tre debiti della ristrutturazione, ossia il debito verso Prelios credit servicing spa, quale mandatario di Kerdos Spv srl, quello verso Visibilia Editrice srl; e infine il debito nei confronti dell'Agenzia delle entrate».