La direttora Raffaella Rinaldis pronta a battersi contro i consiglieri regionali che voteranno a sfavore della legge
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di Raffaella Rinaldis*
Dai colleghi della stampa riceviamo oggi notizie allarmanti sullo stato della trattativa tra le forze politiche presenti in Consiglio regionale riguardo alla votazione sulla doppia preferenza di genere: “Intesa lontana sulla legge elettorale. L’ostacolo e’ la doppia preferenza di genere”.
Una battaglia che la Casa delle Donne di FìmminaTv ha intrapreso ormai da tempo e sulla quale sono state concentrate le forze non solo delle donne calabresi, ma alla fine anche di chi ha compreso che la questione che dovrà essere trattata in Consiglio regionale il prossimo 15 aprile non è più una “questione femminile” ma si è trasformata in una “questione democratica”, che urla l’imperatore è nudo!
Si, perché ad essere stata messa in evidenza non è la questione patriarcale del non volere le donne al centro del potere, ma di utilizzare la democrazia a proprio piacimento , per ciò stesso quindi trasfigurandola e annientando la sua stessa anima di partecipazione di tutti e di garanzia dei diritti di tutti.
In sintesi, possibile che la legge sulla doppia preferenza di genere sia così avversata, da far vacillare anche gli accordi sulla modifica della legge elettorale calabrese?
Ricordiamo che la legge si applica, non si discute dopo; soprattutto chi ricopre ruoli istituzionali può inserirsi nella questione politica della redazione di una legge e lavorare sulla propria posizione in essa, insistendo su come questa vada modificata (il riferimento è alla legge nazionale che inserisce la parità di accesso nelle elezioni regionali, la legge n. 20 del 2016). Una volta che però questa viene approvata e diventa legge si ha il compito istituzionale di applicarla.
Noi non abbiamo eletto i consiglieri regionali per fare del loro ruolo quello che più gli aggrada ma per servire con il loro ruolo la democrazia, le nostre istanze e le nostre giuste pretese, perché sono i cittadini a dover essere serviti dai consiglieri e non il contrario. Mi dispiace dirlo ma occorre ricordare loro che compito hanno.
Fino a poco tempo fa parlavo di triste pagina della politica, adesso siamo arrivati a dover definire “orribile” questa pagina, pericolosa per la stessa democrazia calabrese
Quindi, come già annunciato oltre un mese fa, la Casa delle Donne di FìmminaTV ribadisce la sua intenzione di avviare, subito dopo il voto del 15 aprile, se negativo o “ingannevole”, una campagna elettorale “al contrario”, avvalendoci anche della Carta di Venezia sulla parità di presenza di genere . Una campagna insomma, dove toccheremo tutte le aree di interesse dei consiglieri regionali in carica che non avranno approvato la legge sulla doppia preferenza di genere o avranno cercato di trasformarla oltre il dettato della 20 del 2016. Partiremo dalle stesse elezioni europee ed in esse cominceremo a presidiare tutte le manifestazioni, incontri, dibattiti dove si cercherà di far passare come sostenitore della parità di genere chi non lo è. Basta con le false posizioni a favore, non si avranno più alibi.
Lunedì si dimostrerà, se non è bastato l’11 marzo scorso, a che livello di ipocrisia politica siamo arrivati. Non si possono ingannare i calabresi raccontando di accordi, di blocchi, di tentativi di salvataggio della norma quando il fine è così evidente da diventare imbarazzante. Imbarazzante perché non si può fare a meno di dichiarare quanto è palese: non si vuole la norma e ci raccontano storie, ci mandano fumo negli occhi per uscirne senza danni. Ma è troppo tardi.
Unico dato positivo: la Casa delle Donne di FìmminaTv, nata nemmeno un anno fa, appena ha cominciato a lavorare sulla questione della proposta Sculco, ha creato una forza calabrese femminile così forte da imporsi anche nel dibattito dell’assemblea regionale dimostrando due cose, che la politica calabrese può cambiare con il coinvolgimento delle forze sociali e dei cd “cittadini attivi” e che a cambiarla saranno proprio le donne.
*Direttora Casa delle Donne di Fimminatv