VIDEO | Il prossimo 3 dicembre, la sezione regionale della Calabria della Corte dei Conti dovrà decidere in camera di consiglio se gli obiettivi intermedi del Piano di riequilibrio sono stati rispettati
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Mentre a Cosenza si attende la convocazione del Consiglio comunale, presumibilmente nella prima decade di novembre, con all'ordine del giorno l'adozione della delibera di dissesto, anche nella vicina Rende si guarda con preoccupazione alla tenuta finanziaria. La Corte dei Conti ha acceso i riflettori sui bilanci del municipio guidato da Marcello Manna, andando a spulciare numeri e cifre per verificare l'andamento del Piano di Riequilibrio, lo strumento utilizzato anche dall'amministrazione di Palazzo dei Bruzi, evidentemente con risultati fallimentari, per scongiurare il crac.
Dal predissesto al dissesto
Rende è in predissesto già da cinque anni, quando si prese atto di uno squilibrio pari a circa sedici milioni di euro. Più volte il comune ha annunciato di aver messo i conti in sicurezza, tanto da poter uscire con anticipo dalle sabbie mobili. Ma la delibera dei giudici di Catanzaro, trasmessa all'ente lo scorso 4 ottobre, riporta un'altra verità. Il fondo erogato per ripianare la massa passiva sarebbe stato contabilmente iscritto in bilancio alla stregua di un mutuo, quindi potenzialmente in grado di generare coperture per nuove spese e non come elemento neutro. Inoltre non sarebbe stato adeguatamente calcolato il Fondo crediti di dubbia esigibilità. Questi due parametri, sostanzialmente errati, avrebbero consentito, scrive la Corte dei Conti regionale, di rappresentare uno stato di buona salute finanziaria non rispondente alla realtà.
Il giorno della verità
Il 3 dicembre prossimo è fissata la camera di consiglio per assumere, dopo aver valutato le controdeduzioni del comune, una decisione sul rispetto degli obiettivi intermedi del Piano. E se non saranno convincenti sarà dissesto anche oltre il Campagnano.
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