Nel consiglio comunale del 6 agosto scorso, gli esponenti della Piattaforma, per bocca di Marco Ambrogio, lo avevano detto prima della conferma giunta nei giorni scorsi dalle Sezioni Riunite della Corte dei Conti: «Meglio dichiarare il dissesto». Adesso non si sottraggono alla responsabilità della bocciatura del Piano di riequilibrio finanziario, unici a farsi carico degli squilibri rilevati, dovuti anche a debiti provenienti da lontano. «Quello più anziano risale addirittura al 1989», precisano in una nota nella quale chiedono scusa alla città, auspicando però che adesso si possa ripartire da zero. La colpa politica del dissesto «ricade in capo a tutti - si legge nel comunicato - In capo a chi ha creato il primo debito, a chi ha alimentato nel corso degli anni i debiti e a chi non è riuscito a riequilibrare i conti. Siamo tutti responsabili». Il gruppo, non costituito formalmente in consiglio, oltre a Marco Ambrogio, annovera Francesco Spadafora, Francesco Cito, Giovanni Cipparrone, Pasquale Sconosciuto e l'assessore Francesco De Cicco. Si pone l'obiettivo di dare maggiore voce a quartieri popolari e periferie.

Vogliamo essere parte attiva

«Ora però - aggiungono - bisogna guardare al prossimo bilancio, il primo post dissesto. Non si tratterà solo di far quadrare i conti, ma sarà importante valutare ogni scelta dal punto di vista politico. Bisognerà assumere scelte importanti - sottolineano gli esponenti della Piattaforma - A quel tavolo vogliamo sederci e partecipare attivamente: ne va del futuro della città. Da tempo - precisano - ci siamo candidati a governarla, nonostante l’onere del dissesto finanziario». La Piattaforma poi chiede la costituzione di un altro tavolo di confronto per «la riorganizzazione complessiva dell’Ente, dal punto di vista dei Settori Amministrativi, l’attribuzione delle deleghe dirigenziali e la riassegnazione razionale dell’esiguo personale comunale presso i vari uffici, al quale va il nostro sincero ringraziamento per il prezioso lavoro quotidiano. Da questa vicenda possono essere create le condizioni per ripartire e costruire un futuro migliore».

Verso le elezioni l'appuntamento con Communia

«È triste dividersi in tifoserie pro o contro qualcuno, è il momento dell’unità e del lavoro condiviso. Poi ognuno, alle prossime elezioni, presenterà la propria ricetta, il proprio programma per il futuro della città. Noi presenteremo il nostro, altri il loro, e i cittadini democraticamente sceglieranno quello che riterranno il migliore. Crediamo nella democrazia e democraticamente accetteremo il verdetto degli elettori: noi ai cosentini chiederemo di affidarci la guida della città. E lo faremo affrontando un percorso di condivisione delle progettualità future, inaugurato con l’evento dello scorso 23 maggio 2019 al Cinema Modernissimo, proseguendo con Open tenuti nelle varie zone della città e concludendo, nelle prossime settimane, con Communia, una Leopolda in salsa locale. La Piattaforma c’è, stiamo lavorando al raggiungimento di questo nostro grande sogno, quello di portare al governo della città delle persone comuni, espressione dei quartieri e delle periferie, delle istanze di settori strategici quali commercio, imprese culturali, sanità, associazionismo e terzo settore».