«Le dichiarazioni del presidente Occhiuto apparse sul suo profilo Facebook e riguardanti la revoca di un provvedimento dirigenziale e la rimozione del dirigente regionale che lo ha adottato ci lasciano basiti e profondamente perplessi». È quanto afferma in una nota il sindacato regionale Direl in merito alla polemica che ha portato il governatore a rimuovere una dirigente della Regione dopo la firma di una delibera per una spesa di 164mila euro per l’acquisto di gadget.

«Si rammenta che l’ordinamento giuridico italiano è caratterizzato dalla separazione tra la sfera politica e quella gestionale amministrativa, sicché gli organi politici non possono interferire sull’adozione dei provvedimenti dirigenziali e non possono revocarli, modificarli, o annullarli, essendo tale potere in capo ai dirigenti stessi; né, tantomeno, l’organo politico ha il potere di rimuovere i dirigenti che adottano provvedimenti non graditi».

«Nella fattispecie, occorre rilevare che il decreto del dirigente del settore ha ad oggetto l’affidamento della fornitura di gadgets da parte di una ditta selezionata ai sensi di legge mediante procedure Mepa ed esplorazione di mercato e richiesta di preventivi, per come si evince dal medesimo decreto, in conformità e attuazione del Piano esecutivo annuale d’immagine e promozione turistica 2022 di cui alla dgr numero 59 del 2022, trattandosi di un mero atto esecutivo-gestionale della pianificazione stabilita dall’organo politico».

«Si sottolinea, altresì, che i singoli provvedimenti dirigenziali non devono essere supervisionati dal presidente della Giunta regionale, poiché dove si avvalorasse tale prassi si pregiudicherebbe l’imparzialità ed il buon andamento della pubblica amministrazione nonché l’autonomia dirigenziale che ne costituisce un presupposto indefettibile».

N«ella fattispecie, il provvedimento dirigenziale è stato sottoposto ai controlli di rito prima di essere registrato e numerato. In ogni caso, ove l’organo politico avesse avuto delle riserve da manifestare nei confronti della legittimità del provvedimento o della sua conformità alla dgr n. 59 del 2022, avrebbe potuto formulare i dovuti rilievi alla dirigenza in forma rituale ed ai sensi di legge e non mediante l’uso dei social».

«Infine, si ritiene davvero infelice l’affermazione: “Tutti, anche i dirigenti, devono sapere che da sei mesi è cambiata la musica”, frase gravemente lesiva della dignità dei dipendenti pubblici. Questa organizzazione sindacale si riserva ogni azione opportuna a tutela della dignità della categoria dei dirigenti e dei dipendenti pubblici».