Città unica

Fusione a Cosenza, il sindaco Caruso contro il centrodestra: «Vogliono che a nominare il commissario sia il presidente della Regione»

Il primo cittadino ipotizza l'introduzione di una norma transitoria per attribuire a Roberto Occhiuto il potere di indicare il traghettatore della città unica dopo l'unione con Rende e Castrolibero

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di Salvatore Bruno
21 giugno 2024
21:35

Il dibattito sulla costituzione del comune unico dell’area urbana cosentina, si arricchisce di una nuova diatriba inerente la nomina del commissario, cui spetterà l’onere di traghettare la Grande Cosenza verso il primo turno elettorale, ammesso che l’iter della fusione tra il capoluogo bruzio, Rende e Castrolibero, subordinato pure all’esito di un referendum consultivo, si concluda positivamente.

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La nomina contesa

Sulla carta l’individuazione del commissario spetta al prefetto competente per territorio, quindi al prefetto di Cosenza. Ma in punta di diritto, il quadro normativo in vigore sembrerebbe consentire al Consiglio regionale di disporre diversamente, attraverso l’indicazione, nel corpo della legge istitutiva del nuovo municipio, di una disciplina transitoria che potrebbe conferire questo potere ad altri organi istituzionali. Eventualmente anche al presidente della Giunta regionale. L’arcano è stato ipotizzato da Franz Caruso durante il recente dibattito promosso nella sala riunioni del complesso religioso del Crocifisso, nel rione della Riforma, al quale sono intervenuti due tra i promotori della legge regionale, Giuseppe Graziano e Luciana De Francesco, quest’ultima anche presidente della Commissione consiliare Affari Istituzionali di Palazzo Campanella, e numerosi tra esponenti politici bipartisan ed amministratori locali.


La fusione come una bandierina

«La fusione – ha affermato tra l’altro il sindaco di Cosenza – non è un fatto tecnico, ma un fatto politico. Io sono favorevole, l’ho scritto addirittura nel mio programma, ma non a queste condizioni. Si tratta di un cammino da costruire sulla condivisione. Invece si sta andando avanti a colpi di maggioranza seguendo un percorso antidemocratico e illiberale. La sensazione è che tutto sia stato deciso e che la questione altro non sia che la necessità di piazzare una bandierina come si sta facendo a livello nazionale per autonomia differenziata e premierato». Poi la stoccata che ha mandato Giuseppe Graziano su tutte le furie: «Questo è un metodo alternativo per mandare a casa un’amministrazione guidata da una parte politica opposta a quella dei promotori della legge. Ma non potete arrogarvi anche il diritto di nominare il commissario. Il delicato passaggio spetta agli amministratori eletti dai cittadini». In questo modo il sindaco di Cosenza ha provato a stanare la maggioranza del centrodestra regionale, nell’ipotesi, da egli stesso paventata, di voler ricorrere appunto alla facoltà di integrare il testo normativo per attribuire al presidente della Regione Roberto Occhiuto il potere di nominare il commissario della costruenda nuova città. Circostanza comunque negata con forza sia da Graziano, sia dalla De Francesco.

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Impossibile tornare indietro

Luciana De Francesco ha tenuto a precisare che il processo di fusione sarebbe stato altrettanto determinato pure nel caso in cui a Palazzo dei Bruzi fosse stata in carica «un’amministrazione di centrodestra». Di sicuro dalla Grande Cosenza non sarebbe più possibile tornare indietro poiché il Consiglio regionale ha approvato una norma, ricorda Giuseppe Graziano, che impedisce la ripetizione del referendum «prima che trascorrano quindici anni dall’approvazione della legge sulla fusione. Perché si tratta di processi lunghi che necessitano di tempo per produrre benefici, soprattutto quando interessano popolazioni più vaste». Posizione più morbida quella espressa dal vicepresidente del consiglio regionale ed esponente del Partito Democratico Franco Iacucci: «Noi siamo per la fusione, ma siamo convinti che si debbano coinvolgere consigli comunali, associazioni, movimenti, i cittadini. Insieme alle procedure bisogna condurre una operazione culturale tale da facilitare la futura applicazione della fusione stessa. Chiaramente gli approfondimenti non devono diventare un pretesto per rinviare sine die la nascita della città unica. Per questo il Pd continuerà a promuovere una serie di incontri direi dall'impronta seminariale affinché la fusione sia fatta velocemente e però fatta bene».

Giornalista
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