VIDEO | Nella puntata dedicata da Antonella Grippo al dualismo tra Meloni e la neo segretaria del Pd, la scrittrice Alberti cancella la teoria della superiorità del genere femminile: «Donna o uomo che differenza fa?»
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Nell’atmosfera incandescente dell'ultima puntata Perfidia, alimentata da Antonella Grippo, che ha dato alla puntata il titolo “Siamo uomini, femministi, cacicchi o capibastone?”, oltre allo scontro tra Silvia Sardone, Sara Manfuso e Antonello Talerico, che non se le sono mandate a dire, sul ruolo e la condizione della donna oggi, c’è spazio anche per le riflessioni di Francesco Maria Del Vigo, vicedirettore de Il Giornale e della scrittrice Barbara Alberti, ospiti della puntata insieme alla scrittrice Luciana Castellina, e i consiglieri regionali, Davide Tavernise (Movimento 5 Stelle) e Raffaele Mammoliti (Pd).
Del Vigo: «Schlein porterà il Pd nel passato remoto»
Quello del vicedirettore de Il Giornale è un intervento molto mirato. «Schlein è la donna nuova che porterà il Pd nel passato remoto, che lo porterà direttamente nelle braccia della Cgil: è la massima rappresentazione della sinistra marxista che ha lasciato i diritti sociali sposando i diritti civili».
Per Del Vigo, Schlein è «molto polarizzata e di sinistra, ma il problema è che agisce più per risentimento che per sentimento, nel senso che è un’anti Meloni per definizione».
Ma per Del Vigo, che entra nel vivo del dibattito della puntata, «l’Italia è un paese assolutamente a trazione femminile e non maschilista».
E quando Grippo sostiene che bisogna dire basta all’idea della «superiorità razziale degli ovociti sullo sfigato spermatozoo», Del Vigo gli dà ragione, aggiungendo però che «con i suoi 37 anni Schlein è una donna vecchia nell’ideologia» e quindi dal punto di vista politico e che «se non ci fosse stata la Meloni, difficilmente Schlein sarebbe diventata segretario del Pd».
In merito alla Meloni che ha ricevuto la delegazione di sopravvissuti e familiari delle vittime della strage di Cutro, il vicedirettore de Il Giornale, sostiene che «ha fatto una cosa di destra», dicendo una frase per alcuni politicamente scorretta, ma per lui «politicamente correttissima».
Alberti: «Donna o uomo che differenza fa?»
«Io non sono sessista e nemmeno idolatra del genere femminile e quando una donna raggiunge un ruolo che finora ci era stato precluso io me ne rallegro molto, però mi chiedo chi è la donna». Già da questa prima riflessione si capisce il tenore dell’intervento della scrittrice Barbara Alberti che sostanzialmente cancella quella inflazionata teoria della superiorità delle quote rosa.
«Perché capita – argomenta - che con i maschi raggiungiamo la parità nella volgarità, e spesso oggi condividiamo una catastrofe spirituale. È vero che siamo quasi sempre un affare, perché siamo nuove e abbiamo la forza dell’entusiasmo e poi per la vecchissima ragione che c’è stata risparmiata la prova dell’elezione, che crea nella sua insicurezza degli ego mostruosi anche assassini e poi abbiamo il senso dell’umorismo che è un grandissimo dono. Però anche tra le donne ci sono le pigre, le furbe le arriviste, le assassine… Se poi ti capita in un ruolo importantissimo una guerrafondaia o una disonesta, donna o uomo che differenza fa?».
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