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Non c’è stato il rinvio che tutti si aspettavano e, alla fine, il conclave democrat di Lamezia si è fatto. Stavolta, il segretario regionale Ernesto Magorno è voluto andare fino in fondo per dare una dimostrazione di compattezza e mandare un segnale agli oppositori.
Certo c’è da dire che non essere uniti, considerata l’assenza dei principali oppositori (Carlo Guccione in particolare), non era impresa da far tremare i polsi. E c’è anche da dire che, durante il dibattito, non sono mancate diversità di opinioni su diversi temi. A partire proprio dalla sanità che continua a tormentare questa legislatura. Oliverio e i suoi, anche ieri, hanno dato chiari segnali di volere un intervento romano che possa spazzare via il commissariamento del comparto o, quantomeno, arrivare ad un avvicendamento di Massimo Scura. I parlamentari presenti, però, e tra questi Ferdinando Aiello in particolare, hanno più volte fatto capire che questa strada non è percorribile e che ci si dovrà rassegnare ad una convivenza.
Né sono stai sciolti i dubbi in ordine alle incompatibilità provinciali di Catanzaro, Reggio e Vibo, né sulla tempistica relativa al completamento della segreteria Magorno.
Pieno sostegno all’azione di Oliverio si voleva ottenere e pieno sostegno si è ottenuto. Convinti che la supervisione e la regia di Marco Minniti, di fatto un commissario ufficioso del partito, possa essere sufficiente a saldare i rapporti con Renzi e il suo governo. Più volte il presidente Oliverio, nel corso del suo intervento, ha rimarcato la piena sinergia Pd anche e soprattutto tra i vari livelli di governo.
Ernesto Magorno, al termine dei lavori, è stato fermo nel descrivere la granitica unità democrat. “Mi rendo conto che essendo l'unico partito che c'è nel Paese, ed anche in Calabria, esiste quest'ansia da parte dei media regionali di capire se il partito è unito. Ripeto quello che più volte ho detto in questi mesi: rispetto alla sfida di governo che è stata raccolta dal Pd, dal presidente della giunta regionale e dalla sua giunta è evidente che il Pd non può che essere unito. Non sono in gioco - ha aggiunto - i destini politici ed istituzionali dei parlamentari, piuttosto che dei consiglieri regionali o comunque dei dirigenti di questo partito; sono in gioco i destini dei calabresi e, rispetto a questa sfida, che è quella del governo della nostra regione, è chiaro che da questo riunione siamo usciti ancora più uniti di prima”.
La giornata del governatore
E’ arrivato in ritardo Mario Oliverio alla riunione di ieri a Lamezia. Una sua abitudine. Ma ha subito chiarito che il provvedimento di inibizione comminatogli dall’Autorità nazionale anticorruzione non cambierà alcunché nella gestione della Regione e che il partito, a tutti i livelli, sostiene l’azione del suo governo. Rispettando così anche un’altra dei suoi must: mostrarsi sicuro di sé.
“Ancora non mi è stato contestato alcun provvedimento – ha specificato il governatore interrogato specificamente sul punto -Quando mi sarà contestato il provvedimento ed avrò modo, con i miei collaboratori ed i miei legali, di leggerlo e di approfondirlo, valuteremo quali iniziative assumere”.
Oliverio ha avuto un faccia a faccia di pochi minuti con Marco Minniti che ha lasciato i lavori della riunione anzitempo, come ampiamente annunciato, per decollare nuovamente alla volta di Roma. Il governatore ha chiesto appoggio e lo ha ottenuto anche se sulla sanità ci sarà da mettersi il cuore in pace soprattutto per quel che riguarda la coesistenza con il commissario Massimo Scura che il governo Renzi non ha nessuna intenzione di rimuovere.
Per quel che riguarda il provvedimento emesso da Cantone, invece, il partito consiglia prudenza. L’atto amministrativo non appena arriverà ufficialmente sul tavolo del presidente verrà analizzato con attenzione dai tecnici che, tuttavia, stanno già lavorando ad un eventuale ricorso al Tar. La questione, però, come suggerito anche da Minniti dovrà evitare di trasformarsi in un momento di scontro con il governo. Anzi potrebbe essere anche il Ministero della Funzione Pubblica, che originariamente aveva fornito un parere favorevole alla nomina di Santo Gioffrè come commissario straordinario dell’Asp di Reggio, a suggerire magari la chiave di volta per uscire dalla situazione.
In ogni caso è prevalsa la linea di minimizzare l’accaduto. In fin dei conti un atto amministrativo di inibizione per tre mesi, seppure dovesse rimanere in piedi, condizionerebbe ben poco il lavoro della giunta che, a quanto pare, potrebbe procedere anche alle nomine seppur facendole sottoscrivere al vicepresidente Viscomi. I dettagli della strategia futura, però, saranno messi a punto nelle prossime ore insieme ai tecnici e tramite un confronto assiduo con Roma per evitare ulteriori sbavature. Le occasioni di confronto, del resto, non dovrebbero mancare considerato che nelle prossime due settimane sono attese in Calabria le visite sia di Matteo Renzi che di Luca Lotti.
Riccardo Tripepi