Il segretario provinciale spiega che «fu il governo di Lamezia Terme di centro sinistra dell’epoca, guidato da Giannetto Speranza, che seppe elaborare un progetto scelto tra i 28 meritevoli»
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«Dalle recenti esternazioni pare che il presidente della Provincia Sergio Abramo non abbia colto il senso del “Piano nazionale per le Città”, della sua origine e delle sue finalità, nonché del contenuto della Legge di bilancio 2019. A volte può succedere che la smania di protagonismo ad ogni costo e in chiave pre-elettorale porti ad affermazioni affrettate e fuorvianti, a cominciare da quella che il finanziamento di 30 milioni di euro è merito suo». Così Gianluca Cuda, Segretario provinciale Pd di Catanzaro, in un comunicato.
«Tale finanziamento – prosegue - riguarda un singolo quartiere degradato di Lamezia Terme, il Savutano, dove difficilmente il sindaco presidente si è mai recato, e dovrà essere utilizzato esclusivamente per la rigenerazione e il completamento dei complessi di edilizia popolare».
Il segretario spiega che «il dispositivo della legge chiarisce e si limita a dire, che in caso di inerzia della Cabina di Regia prevista dalla stessa legge, il Ministero delle Infrastrutture può nominare, sentito il Comune interessato, un commissario per attuare o completare gli interventi già finanziati. Perché quindi – si chiede - l’affanno di appuntare medaglie che non rendono merito prima che alla verità dei fatti ai protagonisti stessi delle vicende in questione?».
«E i fatti sono che fu il governo di Lamezia Terme di centro sinistra dell’epoca, guidato da Giannetto Speranza, che seppe elaborare un progetto innovativo che, non a caso, venne scelto tra i 28 meritevoli a livello nazionale, durante il governo Monti».
Cuda illustra poi il suo punto di vista: «Il progetto “Sa.R.A - Savutano Rigenerazione ed Animazione” presentato dal Comune sulla base di un protocollo d'intesa con l'Aterp (Azienda territoriale per l'edilizia residenziale), contiene la proposta di riqualificazione di una parte del quartiere Savutano attraverso "interventi tra loro integrati quali il completamento delle palazzine di proprietà dell'Aterp e degli annessi spazi esterni e interventi di riconversione dell'ex cantina sociale, di proprietà comunale. Il tutto con una spesa complessiva prevista di 35.404.540,32 euro. Il progetto è stato messo a punto e predisposto grazie al lavoro e al contributo dei giovani borsisti impegnati nell'Urban Center della città coordinati dall'ingegnere Albina Farace, funzionaria dell'area Promozione del territorio del Comune". Nel dettaglio si prevede la creazione, secondo quanto pensato dal Comune, di "creare un mix funzionale all’interno dell’area residenziale che ospita gli edifici di edilizia economica e popolare, per evitare l'accentuarsi di condizioni di emarginazione o precarietà sociale. A tal fine è stato pensato di insediare nei piani terra di alcuni edifici, diversi servizi e attrezzature pubbliche, quale micro nido, asilo nido, ludoteca, centro e sala musica, mediateca, centro polivalente per i giovani, centro diurno per anziani, spazi per un centro commerciale naturale". Per quanto riguarda l'utilizzazione futura, post intervento di riqualificazione, dell’ex Cantina Sociale, la stessa dovrebbe poi ospitare al suo interno "sala proiezioni, punto ristorazione, palestra, laboratori artistici (pittura, ceramica, musica), postazioni internet, infermeria, biblioteca e sala lettura"».
«Questo – incalza -, presidente Abramo, è il progetto che dobbiamo difendere e recuperare, senza rincorrere primogeniture inesistenti e che prevedibilmente potrebbero addirittura essere controproducenti. Sono d’accordo sul fatto che sul “Piano nazionale delle Città” ci siano stati ritardi enormi, ma non mi risulta che il centrodestra catanzarese e lametino abbiano assunto iniziative per sbloccare tale situazione. Anzi, tutt’altro. Ben venga, quindi, la disponibilità ad affiancare l’azione del Comune di Lamezia Terme, mi permetto di aggiungere però, con il necessario supplemento di serietà e di rigore, anche perché la città di Lamezia e i suoi cittadini aspettano e si attendono ben altre risposte dalla Provincia di Catanzaro che, a giudicare dalle sue striminzite linee programmatiche, hanno veramente ben poco da sperare», conclude Cuda.