La maggioranza del primo sindaco "tansiano" di Calabria, Vincenzo Voce non è un segreto come si sia rivelata pubblicamente come decisamente litigiosa, tanto che il Sindaco ha dovuto strigliare più volte i “suoi” consiglieri. «La maggioranza tiene e se non dovesse tenere si va a casa» ha detto Voce ai giornalisti. Lo stesso sindaco è stato a sua volta redarguito dal Presidente del Consiglio comunale Giovanni Greco nell’ultima seduta “agitata” dell’assise pitagorica con un laconico: «Enzo, sei il sindaco!».

Faida tra le liste civiche di Voce

Già da tempo i rappresentanti della lista “Stanchi dei soliti” e quella di “Città libera” capitanati dall’ex consigliere dell’era Vallone (e mancato Presidente del consiglio comunale dell’era Voce), Fabrizio Meo, se le cantano di santa ragione.
Lo scorso 11 dicembre dalla pagina Facebook della formazione civica “Stanchi dei soliti”, lista che esprime nella Giunta Voce la vicesindaca Rosamaria Parise e l’assessore ai trasporti (ex consigliere comunale del M5S nella scorsa consiliatura) Ilario Sorgiovanni, ha pubblicato un post al vetriolo proprio contro il consigliere Fabrizio Meo. «Bisogna trovare il coraggio di fare nomi e cognomi. La diplomazia non deve mai censurare la verità. Fabrizio Meo è stato eletto nella maggioranza. Dopo due mesi è il principale consigliere di opposizione. Questo imbarazzante teatro politico non fa altro che ostacolare il lavoro del sindaco e della giunta» si legge, con tanto di vignetta che dava Meo vicino alla Lega.

vignetta
Alle polemiche che ne susseguirono rispose Andrea Arcuri, fondatore proprio del movimento civico, che dichiarò pubblicamente: «Raccontarvi chi rema contro la maggioranza pur facendone formalmente parte, è un fatto, è trasparenza. I panni sporchi, in politica, non si lavano in famiglia ma si stendono al sole».
«Avevamo espresso i nostri dubbi in tempi non sospetti a riguardo» gli fece eco Alessandro Manica, consigliere comunale di “Stanchi dei soliti”, eletto a maggioranza (e con polemiche tra chi al suo posto voleva la consigliera della lista “Crotone Cambia”, Antonella Passalacqua) presidente della commissione comunale affari sociali. Non son mancate le liti “social” tra Manica e lo stesso Meo con quest’ultimo che ha bollato il collega come «inadeguato e incompetente» consigliandogli di frequentare «qualche scuola d’italiano». Ma la “faida” è recentemente degenerata.

La sfiducia a Manica

Poco più di dieci giorni fa ha fatto discutere la presentazione di una mozione di sfiducia proprio nei confronti di Alessandro Manica da parte di dieci consiglieri, di cui due di maggioranza: Antonella Passalacqua di “Crotone cambia” e Carmen Giancotti di “Città libera”.
Nel testo della mozione si accusa Manica di inefficienza, essendo reo, secondo i firmatari, di non convocare la commissione per mesi su questioni cruciali, quali l’emergenza Covid, il piano vaccinale, le problematiche relative al dilagare della pandemia. Manica è stato anche accusato di non interessarsi dell’emergenza abitativa, dei buoni spesa e delle problematiche sociali ed economiche conseguenti alla pandemia.
“Si riscontra una totale assenza di capacità del Presidente Manica di rapportarsi con la Commissione e i suoi singoli componenti, una dimostrata, totale assenza di capacità di collaborazione” si legge nel testo in cui si denuncia un clima di grave tensione in commissione, frutto, a dire dei firmatari, anche dell’atteggiamento autoreferenziale dello stesso Manica.
Nell’ultima seduta del consiglio comunale la consigliera Passalacqua ha denunciato che a seguito della presentazione della mozione di sfiducia «l’amministrazione comunale si è adoperata per creare uno squilibrio della rappresentanza numerica dei consiglieri comunali nella terza commissione», anche attraverso la formazione di un nuovo gruppo consiliare (Insieme si può Krotone), al fine di abbassare il quorum necessario e scongiurare il voto di sfiducia che, sulla carta, sarebbe dovuto passare. Sulla stessa linea la consigliera Giancotti che è uscita poi fuori dall’aula insieme alla collega e a Fabrizio Meo, in polemica proprio con il sindaco Vincenzo Voce.

La “mossa del cavallo” di Meo non riesce

Nonostante la tela di Meo nell’orchestrare la “sfiducia perfetta” a nonostante i suoi rapporti privilegiati con la consigliera leghista di fede cerrelliana Maria Luisa Cavallo, che ha dimostrato più volte di saper mettere il dito nelle piaghe della maggioranza, lo sgambetto a Voce non c’è stato, ma si è perfezionata l’uscita dalla maggioranza del duo Meo-Giancotti, oltre che il passo indietro della Passalacqua, non presentatasi per il voto di sfiducia (al suo posto il suo capogruppo Mimmo Ceraudo, che ha, invece, votato per la fiducia).
Manica, dopo aver abbondantemente e meticolosamente illustrato le sue controdeduzioni rispetto alle accuse poste a base della mozione sfiducia (documentando le varie sedute, gli argomenti trattati, i rapporti di collaborazione con vicepresidente, segretario e componenti singoli della commissione stessa) ha incassato i 18 voti della sua maggioranza ed è rimasto in sella della terza commissione consiliare, mentre la Giancotti è uscita al momento del voto compattamente a tutto il resto della minoranza. Voce questa volta potrà tirare un sospiro di sollievo.