Il sindaco di Cosenza, ospite di Antonella Grippo a Perfidia, si scaglia contro l’amministratore della società di trasporto: «Mi auguro intanto che non ci saranno conseguenze devastanti per i lavoratori»
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Anche il sindaco di Cosenza non sfugge alla richiesta di Antonella Grippo, nell'ultima puntata del format LaC, di fornire i dettagli di perfidie subite ed esercitate nel corso della sua attività politica. E quella subita da Franz Caruso è una perfidia elettorale, «ampiamente restituita – dice sorridendo – visto il risultato elettorale». Uno «scambio perfido» ampiamente vinto, anche se, aggiunge il primo cittadino, «nel momento in cui si assume un ruolo istituzionale le cose si vedono sotto un’altra luce». Il riferimento è a due mancate candidature da parte del partito (nel 2001) per la Camera, e dello schieramento di appartenenza (nel 2011) nella partita per Palazzo dei Bruzi. Caruso però non mostra alcun risentimento. Al contrario di quando si parla dell’Amaco.
In questo caso Caruso mostra non solo un sentimento di rivincita di chi aspetta sulla riva del fiume, ma anche una certa amarezza dettata dagli atteggiamenti personali assunti nella vicenda dai protagonisti.
La vicenda Amaco
Ed è così che sull’Amaco, Caruso diventa perfido – «preferisco dimenticare anche il nome del presidente» dice, riferendosi all’«arrogante» amministratore Paolo Posteraro -, sentendosi anche vittima di una perfidia di chi «ha amministrato per cinque anni una società di trasporto pubblico locale come l’Amaco, che ha il Comune quale socio unico, con un buco che ha portato la procura della Repubblica a chiedere la liquidazione giudiziale dell’ente».
Il fatto è che Posteraro «dice che la colpa di questa situazione è del socio unico perché non avremmo proceduto ad una ricapitalizzazione attraverso conferimento di beni che noi avevamo messo a disposizione sul presupposto falso, dichiarato dall’amministratore, che la società soffriva un periodo di crisi congiunturale. Invece, incalzato dal collegio sindacale, unico organismo nominato da me – continua Caruso - ha ammesso che la crisi non era congiunturale, ma strutturale, e mi ha portato a cambiare posizione».
Insomma, la “vendetta” politica è nell’aria. Ma Caruso cerca di mantenere l’aplomb di amministratore pubblico: «Mi auguro intanto che non ci saranno conseguenze devastanti per i lavoratori di Amaco. Peraltro non mi piacciono le persone che difronte ai problemi scappano. Io situazioni come queste le prendo di petto ed assumerò le mie iniziative in seguito a quello che emergerà dall’esame dei Bilanci veri di questa società».
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