Il Meetup pentastellato punta l'indice sui guai giudiziari del sindaco. Immediata la replica: «Già dato mandato agli avvocati per querelare»
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Botta e risposta al vetriolo tra il sindaco di Cosenza e gli esponenti del Meetup Cinquestelle, sulla vicenda giudiziaria che vede Mario Occhiuto indagato per bancarotta fraudolenta.
I guai giudiziari del sindaco
«È un cattivo pagatore seriale – scrivono i grillini in una nota - un evasore, un debitore conclamato, un imprenditore fallito che si propone come amministratore pubblico» sciorinando poi tutte le varie inchieste in cui il sindaco di Palazzo dei Bruzi si è trovato negli anni invischiato. Si parte dagli anni novanta, quando Occhiuto finì sotto processo per presunte irregolarità nell’appalto di manutenzione e ristrutturazione dell’ospedale dell’Annunziata, affidato dall’allora Usl alla Secop, società di costruzioni e progetti di cui era titolare, per arrivare alle vicende delle presunte creste sui rimborsi per le missioni, in cui il sindaco è stato chiamato in causa dal suo ex braccio destro Giuseppe Cirò, fino all’accusa di truffa, falso e peculato ipotizzata dalla Procura di Roma nell’ambito della indagine in cui è coinvolto anche l’ex Ministro dell’Ambiente Corrado Clini e alla recente contestazione del reato di corruzione per aver barattato il finanziamento pubblico per il Museo di Alarico con la firma dell’accordo di programma sulla Metrotramvia.
La replica: «Cinquestelle giustizialisti, querelo»
Non si è fatta attendere la replica di Mario Occhiuto: «Gli esponenti Cinquestelle che fanno capo al Meetup Cosenza – si legge in un comunicato della portavoce - non sanno evidentemente quale sistema giudiziario vige in Italia e di conseguenza, sprovvisti delle basi su cui avviare un confronto politico, ci consegnano sproloqui quotidiani su notizie inesistenti e caratterizzati dal loro ormai rinomato giustizialismo, auspicando forse il ritorno a uno Stato di polizia. Ho già dato mandato ai miei legali – annuncia – di presentare querela per diffamazione poiché, a differenza di quanto divulgano, non ho mai subito condanne in primo grado per il procedimento della società Secop né, tantomeno, allo stato, un rinvio a giudizio. Nonostante la mia vita sia sempre stata piena di impegni e di attività professionali – afferma ancora il sindaco di Cosenza - con responsabilità assunte senza mai tirarmi indietro, ho lavorato all’insegna della correttezza e della legalità. Al contrario di chi invece parla contro ogni rispetto del decoro e della dignità altrui, non avendo mai prodotto nulla di buono e dimostrando, anzi, di avere a cuore soltanto l’istigazione all’odio sociale e alla gogna mediatica. Mi auguro che di fronte a certi attacchi vili – conclude Mario Occhiuto - anche gli organi di informazione riescano a distinguere le fake news, verificando la veridicità di quanto viene diffuso. Del caso specifico, ripeto, i responsabili ne risponderanno nelle sedi opportune».