La denuncia dei componenti del gruppo consiliare riguarda un provvedimento - legittimo ma a loro dire «inopportuno» - con cui si affida una serie di prestazioni alla società dell'avvocato che aveva redatto gratuitamente lo statuto comunale dopo quattro anni dall'insediamento dell'amministrazione
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Sono toni durissimi, forse come mai prima d’ora, quelli utilizzati dai sette consiglieri comunali di opposizione – sui dodici complessivi – che compongono il rinfoltito gruppo consiliare di Azione, nei confronti del sindaco di Corigliano Rossano, Flavio Stasi, e della sua amministrazione. Toni che si tradurranno anche in un esposto alla procura della Repubblica ed alla Corte dei Conti.
Pomo della discordia, più che lo statuto comunale, adottato dopo oltre quattro anni tra infinite polemiche – si sarebbe dovuto approvare nei primi sei mesi – la consulenza a “peso d’oro” da oltre 175mila euro affidata alla Lpa (Legal ad Public Affairs) di Roma che «fa capo, tra gli altri, all’avvocato Sandro Amorosino, colui – dicono – che ha redatto il nuovo “Statuto” di Corigliano Rossano» e «presentato alla città come filantropo».
In realtà, sulla consulenza in sé, legittima, nulla quaestio dal punto di vista giuridico e funzionale. La polemica che viene sollevata dai consiglieri comunali Vincenzo Scarcello, Adele Olivo, Gennaro Scorza, Mattia Salimbeni, Francesco Madeo, Rocco Gammetta, Antonio Cassano, viene posta sull’«opportunità» politica della vicenda, poiché letta ed interpretata come una sorta di risarcimento rispetto al lavoro svolto per lo statuto comunale.
«Ogni cosa ha il suo prezzo»
«Ogni cosa ha il suo prezzo – sottolineano in una nota i sette consiglieri comunali – anche la filantropia ostentata da chi è stato presentato alla città come un benefattore e oggi ha presentato il conto. Lo Statuto comunale, quell’obbrobrio giuridico inemendabile e inapplicabile, che la prossima amministrazione politica di Corigliano Rossano dovrà demolire e ricostruire dopo aver chiuso la nefasta parentesi dell’attuale compagine amministrativa ci costerà 175.509,00 euro tutto compreso».
Un «ennesimo affare d’oro a discapito dei cittadini di Corigliano Rossano fatto dall’Esecutivo civico che, con apposita determina dirigenziale n. 226 del 14.09.2023, a firma del superdirigente dell’amministrazione Stasi, Giovanni Soda, e con la benedizione del potente vicesindaco Maria Salimbeni, ha formalizzato l’affidamento diretto alla Lpa (Legal ad Public Affairs) di Roma – evidenziano – per una serie di attività di consulenza tecnico-giuridica dalla riconversione e ridestinazione della Centrale Enel al progetto di unificazione del lungomare, dall’attivazione della Zes alla destinazione e all’armonizzazione del Consorzio ex Asi, dalle concessioni demaniali al piano spiaggia».
I sette consiglieri comunali spiegano poi che la «Lpa è la società che fa capo, tra gli altri, a Sandro Amorosino, colui che ha redatto il nuovo “Statuto” di Corigliano-Rossano; colui che ha addentrato i nostri amministratori nelle stanze romane di Anas nella vicenda della nuova statale 106 Sibari-Coserie; colui che ha accompagnato i nostri spaesati gestori della cosa pubblica nella fallimentare trattativa con Enel per la riconversione del polo industriale di Sant’Irene».
«Presenteremo un esposto alla procura della Repubblica ed alla Corte dei Conti»
Il folto gruppo consiliare di Azione fa poi le pulci alle condotte del sindaco. «Eppure chi lo avrebbe mai immaginato che Stasi potesse avallare tale condotta, posto che per i rapporti che sono intercorsi tra il Comune di Corigliano Rossano e il professor Amorosino, entrambi per motivi di opportunità e di etica avrebbero dovuto astenersi da tale situazione che – a loro dire – rasenterebbe i limiti dell’illecito non solo amministrativo, contabile ma anche giuridico e che, come atto necessario, ne determinerà la comunicazione alla locale Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti».
«Chi lo avrebbe mai pensato – insistono – che il contestatore Stasi che ha fatto le pulci infondatamente ed illegittimamente a tutte le amministrazioni del passato e che ha costretto amministratori a difendersi per il loro operato (tutti assolti) avesse potuto chinare la testa in tale modo davanti ai poteri forti. E chi avrebbe mai potuto pensare che tutti i consiglieri di maggioranza, invero poco studiosi degli atti amministrativi ma sempre pronti alle puntualizzazioni sulla carta stampata, restassero così silenti dinnanzi a tale imbarazzante provvedimento dirigenziale».
«Un uomo solo al comando adulato da consiglieri e assessori»
In conclusione Scarcello, Olivo, Scorza, Salimbeni, Madeo, Gammetta e Cassano sottolineano come la città sia difronte «ad un uomo e ad una donna soli al comando, circondati e adulati da consiglieri e assessori senza pudore, che stanno provocando oltre a un danno economico anche un considerevole imbarazzo a tutta la società da loro amministrata, posto che elargire oltre 175mila euro ad uno studio che ha tra i soci anche il redattore dello Statuto più imbarazzante della storia dei Comuni italiani, è mortificante per tutti. La speranza – terminano – è che il sindaco (magari non a conoscenza del provvedimento) faccia revocare immediatamente e senza indugio l’atto in questione, considerato che in città esiste una classe di professionisti di altissimo livello più che autorevole, capace di garantire le stesse prestazioni dello studio romano».