Sono illegittimi gli atti di pagamento autorizzati dal commissario liquidatore del Corap, Fernando Caldiero, dopo la sentenza con cui la Corte costituzionale l’ha fatto decadere dalla carica. È forte e senza sconti l’accusa che fa, in un verbale finora riservato, il revisore legale del consorzio regionale per lo sviluppo industriale, Sergio Tempo, che minaccia anche «di proporre azione di responsabilità» nei confronti del professionista. Nel suo studio di Cetraro, l’ex commissario non si trova, ma al telefono assicura: «Sono pronto a farmi intervistare, ma domani».

Secondo l’accusa di Tempo, l’uomo che Oliverio volle a capo dell’ente – e che dopo la dichiarata illegittimità costituzionale della norma sulla liquidazione non è più nel vecchio ruolo – ha «autorizzato, successivamente alla sentenza, pagamenti fino a 3.400.000 euro, in qualche caso anche a favore di se stesso, con provvedimenti amministrativi inesistenti». Esisterebbe la prova di «mail che Caldiero ha mandato all’economo», e Tempo sostiene di aver informato dell’andazzo anche i dirigenti regionali. «I suddetti pagamenti – scrive nel verbale del 31 marzo - rappresentano un inutile sperpero di denaro pubblico».

Il revisore, però, considera illegittimi anche alcuni pagamenti fatti a favore di due studi professionali romani, arrivando a determinare in «appena 400.000 euro l’attuale disponibilità di cassa del Corap». Anche Tempo ha preferito non rilasciare dichiarazioni. Al telefono ha detto di voler «tenere un profilo basso, visto che il mio mandato è scaduto e sono in proroga».
Il professionista di Amantea punta ad una riconferma e forse vorrebbe spegnere l’incendio divampato ma la controffensiva promessa da Caldiero – in questo scontro che è anche tra big dei bilanci pubblici – difficilmente porgerà l’altra guancia.