VIDEO | Il presidente del Movimento 5 stelle intervistato da Grippo e Motta spiega la caduta del suo secondo governo e il nuovo corso dei pentastellati. Su Di Maio: «È stato ammaliato dal sistema». Sui medici cubani in Calabria: «Non critico, ma non può essere la soluzione» (ASCOLTA L'AUDIO)
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Mi sento sui carboni ardenti, ammette un ironico Giuseppe Conte all’inizio dell’intervista esclusiva concessa ad Antonella Grippo. Il leader del Movimento 5 stelle conosce Perfidia - trasmissione a cui peraltro ha già partecipato – ed accetta il corpo a corpo voluto dalla conduttrice che, affiancata dal giornalista Pasquale Motta e supportata dall’irriverente satira di Enzo Filia, non perde tempo nel fare il nome di Matteo Renzi (clicca qui per rivedere la puntata).
«Lunga vita politica a Matteo Renzi – esordisce Conte - lasciamogli la piena libertà di sproloquiare, così il Movimento crescerà sempre più».
Ma Conte non ha la minima intenzione di pentirsi rispetto all’affermazione di qualche giorno addietro, quando invitò proprio il leader di Italia Viva ad andare in Sicilia senza scorta a parlare del Reddito di cittadinanza. Ed il perché è presto detto: «Perché la mala intenzione è soltanto nelle interpretazioni di Renzi che evidentemente gioca a fare la vittima. La verità è che dovrebbe, come dire, avere un attimo di resipiscenza e smettere di continuare ad alimentare questa guerra contro i poveri».
Conte: «Il Pd ha sentito il richiamo dei salotti buoni ed ha abbracciato l’agenda Draghi»
Grippo ripropone quindi il tema del campo largo, che proprio Pier Luigi Bersani a Perfidia, aveva lanciato alla stregua di un’occasione perduta.
«Bersani è un politico che ha una viva intelligenza e ovviamente sa scrutare, e sa avere il senso di una linea e non guarda ai singoli punti. Chiaramente lui si è meravigliato di un errore politico, quello del Pd, di abbandonare un’agenda progressista, alla quale il Pd stesso ha dato un contributo importante, è inutile negarlo. E certo non sono io che mi permetto di negare il contributo del Pd durante il “Conte 2”. Poi c'è stata invece la fase del governo Draghi e lì il Pd ha avuto forse un richiamo della foresta, il richiamo del sistema, dei salotti buoni, dei potentati economici e finanziari, con la prospettiva di distacco dai reali bisogni del paese.
Non ci ha seguito sull'agenda politica, su quelle priorità che avevamo indicato volendo collaborare alla soluzione di questa emergenza energetica e tutte le problematiche anche delle paghe da fame che abbiamo, del precariato, non c'è stato nessun sostegno in questa direzione. Anzi ha abbracciato un’agenda Draghi che evidentemente è priva di contenuti, e la situazione è sotto gli occhi di tutti. Ma andiamo avanti. Noi siamo orgogliosamente fieri di poter presentare alla comunità nazionale un progetto politico molto forte molto ben articolato e strutturato. E i cittadini sanno che noi quando ci impegniamo a realizzare quelle proposte che presentiamo siamo intransigenti e abbiamo coraggio e determinazione da vendere»
Conte insiste sulla bontà delle scelte che da lì in poi sono state assunte: «Noi siamo assolutamente convinti di portare avanti le nostre battaglie che sono quelle di sempre. Chiaramente abbiamo un profilo identitario, abbiamo una carta di principi, abbiamo fatto dei passaggi interni. Dei vecchi compagni di strada che non erano più convinti ci hanno lasciato e questo ci rende ancora più coerenti e ancora più coesi. Abbiamo avuto anche degli innesti importanti, da parte della società civile di cui ci agevoliamo per rendere il nostro programma ancora più strutturato e i nostri obiettivi ancora più ambiziosi».
Conte: «Recuperare fiducia nella classe politica»
Astensione e sfiducia sono i sentimenti che più di tutti possono influenzare negativamente il voto delle politiche. Conte ravvede una prospettiva per i cittadini calabresi solo attraverso il recupero in pieno della fiducia nella politica: «L'unica possibilità di recuperare fiducia e affidamento nella classe politica è di non dare cambiali in bianco. Quindi io invito tutti i cittadini calabresi a soppesare con attenzione, a valutare tutte le proposte politiche in programma.
Il nostro è molto articolato e dettagliato. Proponiamo una ristrutturazione del mercato del Lavoro misure di rilancio del tessuto economico e produttivo e soprattutto un grande rilancio per il sud. Noi vantiamo un primato: nel 2018 il Movimento si è presentato con un programma e l'ha realizzato per l’80%, mai successo nella storia repubblicana. Ecco i cittadini sanno che votando Movimento 5 Stelle avranno una pattuglia ancora più agguerrita, determinata, e competente nel realizzare le cose. E non una forza che si piazza in parlamento a Roma per adattarsi a qualsiasi circostanza, a qualsiasi formula di governo pur di avere un ruolo fondamentale, poltrone, uno spazio nelle sedi istituzionali».
Conte: «Altre forze politiche poco interessate al tema della lotta alla criminalità»
Da parte sua Pasquale Motta fa notare che le candidature di De Raho e Scarpinato suonano quasi come una sorta di primogenitura di lotta alla mafia, e che può apparire un segnale di risposta repressiva alle questioni del Mezzogiorno.
«Non ho mai detto che i 5 Stelle hanno la pretesa di avere il monopolio di forza politica della legalità, della lotta a tutte le mafie. Purtroppo però dobbiamo registrare che le altre forze politiche sono poco interessate a questo tema, e questa campagna elettorale nazionale lo dimostra. Farlo, per noi, è motivo di vanto non certo un motivo negativo. Ci vantiamo di aver candidato degli alfieri della lotta alla mafia e alla corruzione come Federico Cafiero de Raho e Roberto Scarpinato.
Saremo felicissimi che tutte politiche tutte le istruzioni a qualsiasi livello fossero sempre concentrate perché è chiaro che il futuro della Calabria deve passare da un futuro di sviluppo, di crescita economica e sociale non può che passare prima da una lotta per la legalità, contro la corruzione e contro la ‘ndrangheta e le infiltrazioni mafiose. È la nostra testimonianza e la nostra scelta. Una scelta chiara costante e continua. Noi siamo dalla parte sana della Calabria e saremo sempre al fianco di tutti coloro che mantengono la schiena dritta e si battono perché lo Stato sia al loro fianco»
Conte: «Il mio tempo è finito quando ho portato i soldi del Recovery»
A proposito di perfidie, la giornalista di Sapri, come di consueto chiede al suo ospite di “confessarsi” ricordando in primis la risposta data durante la prima puntata di Perfidia da Luigi Di Maio che si è detto deluso dal fatto che il suo vecchio partito non esisteva più con l’avvento proprio di Conte.
«Purtroppo la perfidia è stata la sua perché è lui che ha lasciato il Movimento, nessuno l’ha cacciato, anzi speravamo di poter avere il contributo di tutti i compagni di viaggio della prima ora però è stata fatta una scelta diversa, le sirene del sistema hanno ammaliato Di Maio e altri vecchi compagni di viaggio. Ne prendiamo atto»
Per quanto riguarda la perfidia l’ex premier rimarca come che quando si è presidente del Consiglio per due volte in due governi diversi ovviamente gli sgambetti e le perfidie sono tante, sintetizzando: «Quando c'è stata la possibilità di battersi per il mio paese per interesse nazionale per l'intera comunità e imprimere una svolta in Europa per portare 209 miliardi. Diciamo che lì è venuta fuori la perfidia della politica galleggiante quella dei mestieranti degli specialisti del potere, i quali da subito mi ha fatto capire che era finito il mio tempo perché aver portato tutti quei soldi ovviamente avrebbe fatto gola a tutta una serie di potentati e comitati di affari che non vedevano l'ora ovviamente di avventarsi per gestire quei soldi».
Conte: «Non critico la scelta dei medici cubani, ma non è la soluzione»
Per Conte è importante per tutto il Sud un rilancio basato su tre direttrici: lavoro, sanità e infrastrutture. «Quindi opportunità di lavoro soprattutto per i giovani, ma non solo, perché non lasciano la loro terra. La sanità è un capitolo importantissimo, io conosco la realtà sanitaria calabrese che è al di sotto degli standard, bisogna investire di più e in modo intelligente e tenendo lontana la politica laddove serve competenza professionalità meritocrazia nella gestione dei presidi ospedalieri e poi infrastrutture. E qui voi sapete che bisogna riconnettere la fascia Ionica con il paese, bisogna ampliare la Statale 106, dobbiamo migliorare le infrastrutture aeroportuali: in particolare ci sono margini di miglioramento per Reggio Calabria e per Crotone»
Sui medici cubani assoldati dal presidente Occhiuto, Conte si mostra equidistante: «Non può essere questa la soluzione per futuro della Calabria. È’ una soluzione estemporanea, che non voglio criticare perché tra l'altro in generale a Cuba c'è una ottima qualità per quanto riguarda l'aspetto sanitario e competenze sanitarie. Dobbiamo lavorare perché non ci sia più il numero chiuso nelle facoltà di medicina e offrire opportunità agli specializzandi. Dobbiamo più generalmente investire nella sanità pubblica dopo che per anni, nei precedenti governi, si è tagliato sulla sanità: insomma dobbiamo invertire il trend come lo stiamo invertendo anche nella scuola: c'è la possibilità perché dal Pnrr 80 miliardi sono destinati al Mezzogiorno, ma è chiaro che bisogna spenderli bene e intelligentemente e le regioni e i comuni devono fare la loro parte».