La vicenda dei Consorzi di bonifica continua ad agitare la politica. Neanche l'ok arrivato ieri in Consiglio regionale, e senza la questione di fiducia posta in un primo momento, è servito a placare gli animi di Palazzo Campanella e a mettere un punto al dibattito che ha animato gli ultimi giorni. Anzi. Le polemiche, adesso, si concentrano all'interno dell'opposizione. O, meglio, delle opposizioni. Che all'indomani del voto non hanno tardato a prendere beccarsi tra loro. 

Il gruppo del Pd parla di «indecoroso e triste spettacolo»  messo in scena dal centrodestra. Prima la questione di fiducia posta dal governatore Occhiuto, «ennesimo atto di arroganza di questa maggioranza che continua a piegare le istituzioni al suo volere senza alcun riguardo per regolamenti, prassi e per la stessa dignità e funzione dell’assemblea». Poi, addirittura, il dietrofront a giochi iniziati. «E proprio colui il quale dovrebbe difendere le prerogative del Consiglio, da arbitro super partes, e cioè il presidente Mancuso, invece di prendere atto della gravità della situazione si lascia andare addirittura a dichiarazioni trionfalistiche per avere licenziato l’ennesimo testo di legge errato, confuso e approvato senza alcun tipo di concertazione», affermano i consiglieri dem.

Già, perché «quello che doveva essere un atto di forza del governatore Occhiuto nei confronti della sua maggioranza si è sciolto come neve al sole quando lo stesso presidente, su pressione dei suoi, ha tolto la questione di fiducia nel corso della seduta. Come se l’aula del Consiglio regionale fosse una sala riunioni di maggioranza e non la massima assemblea elettiva calabrese, chiamata a legiferare nell’esclusivo interesse dei cittadini e nel pieno rispetto di regolamenti, ruoli e funzioni».

«Una riforma pessima anche nel merito», sottolineano gli esponenti del Pd, che però - e qui viene il bello - «un risultato positivo lo ha prodotto». proprio così. «Grazie all’esito della votazione di ieri – affermano infatti i dem –, adesso, è chiaro a tutti quali sono i reali confini di maggioranza e di opposizione e quali sono i consiglieri regionali che stanno svolgendo la propria funzione nel rispetto del mandato avuto dagli elettori e coloro, invece, che hanno cambiato direzione e idea rispetto al programma con il quale si sono presentati alle ultime elezioni regionali».

Il riferimento è ai consiglieri regionali di minoranza Ferdinando Laghi (De Magistris presidente) e Francesco Afflitto (M5s), che hanno votato a favore della riforma. Il primo in mattinata ha già detto la sua parlando di «obiettiva e condivisa necessità sotto tutti i punti di vista». Ma è Afflitto a perorare con più passione la propria causa: «Se a qualcuno non fosse chiaro, sono stato eletto per lavorare nell'esclusivo interesse della Calabria e dei calabresi e mai verrò meno agli obblighi morali del mio mandato solo per soggiacere a ottuse logiche di partito, che non giovano a nessuno, soprattutto a noi cittadini». 

«Gran parte degli 11 (ebbene sì, undici!) Consorzi di Bonifica calabresi –  argomenta poi l’esponente pentastellato – versa in condizioni economiche disastrose: presenta una importante esposizione debitoria nei confronti della Regione, non accantona il Tfr dei propri dipendenti, da mesi non versa loro i dovuti stipendi, non eroga alcun servizio cui gli stessi Consorzi sono preposti, pur percependo i contributi conferiti dagli agricoltori».

«La Regione, dal canto suo – prosegue –, non può in alcun modo dirottare flussi di denaro verso gli stessi, a causa dei pignoramenti cui essi sono soggetti. Del resto, ne sono prova le parole delle ultime dichiarazioni del procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri: “Enti che non hanno mai fatto nulla o quasi nulla… Il nulla del nulla! Bisogna giustificare lo stipendio ogni giorno! Sono soldi che la gente paga e deve vedere risultati!”».

«Basta sprechi – tuona –. Non più 11 Consorzi, 11 presidenti, 11 vice presidenti, 11 direttori generali, 11 revisori dei conti ma un solo presidente, un solo vicepresidente, un solo direttore generale e un solo revisore dei conti, con un recupero ingente di denaro pubblico».

Nessun tradimento degli elettori, dunque: «Il Movimento a cui appartengo, il Movimento di cui incarno gli ideali, è sempre stato improntato alla lotta agli sprechi, alla riduzione dell’apparato burocratico, alla immediatezza e alla idoneità dei servizi, alla maggiore efficacia ed efficienza della gestione ed alla stabilità ed adeguata remunerazione dei lavoratori. Ed è per questo motivo che ho espresso voto favorevole alla sua approvazione in Consiglio, anche in virtù della decisione del presidente Occhiuto di non apporre la questione di fiducia sulla riforma».

Dal nulla, spunta anche Alfredo Antoniozzi, vicecapogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, che così commenta la vicenda: «Fa piacere che un consigliere regionale di Cinquestelle abbia votato la nostra riforma dei Consorzi di bonifica. Significa che c'è buonafede perché fare opposizione non vuol dire fare le barricate ma se c'è una cosa giusta votarla».

E aggiunge: «Mi auguro che questo consigliere regionale non incorra nella censura sovietica molto in voga in quel partito anche se non dimentichiamo gli elogi pubblici fatti al nostro presidente Occhiuto lo scorso anno, proprio in Consiglio regionale, dal capogruppo del partito di Conte».

Se la censura arriverà si vedrà presto, per il momento però Afflitto può fregiarsi della benedizione di Antoniozzi.