Il capogruppo pentastellato in Consiglio regionale informa sull’indagine ricognitiva effettuata dalla sesta commissione di cui è vicepresidente
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«Nonostante la maggior parte dei bilanci dei consorzi presentino disavanzi consistenti, si continua ad aggravare il disequilibrio economico con una gestione dei costi superiore ai ricavi. Diversi enti hanno continuato ad assumere personale con ampia discrezionalità a fronte di risorse finanziarie inadeguate, registrando, così, un esubero di personale amministrativo e una mancanza di personale tecnico».
È questa la risultanza circa la situazione economica – finanziaria e gestionale dei consorzi di bonifica calabresi, per come emerso dall’indagine ricognitiva, effettuata dalla sesta commissione del Consiglio regionale della Calabria, di cui Davide Tavernise (M5s) è vicepresidente.
«Da qui – afferma in una nota il capogruppo del Movimento 5 stelle in Consiglio regionale -, tra le altre, una necessità impellente: va modificata la legge regionale sui consorzi di bonifica, per poter gestire diversamente le fondamentali opere di irrigazione, bonifica e tutela ambientale assolutamente necessarie al territorio calabrese».
«È mancato totalmente il controllo della Regione, che dalla sua ha continuato a sbagliare non quantificando precisamente il debito sulla forestazione, consentendo per lunghi anni ai consorzi di divorare risorse pubbliche e diventare bacini di voti e clientele – prosegue Tavernise -. In Commissione è emerso come non tutti gli Enti abbiano le stesse caratteristiche e come alcuni, ancora troppo pochi, abbiano anche iniziato a cambiare modello di gestione del personale, cercando di razionalizzare i costi, ma il modello di rappresentanza dell’organo di controllo deve comunque essere rivisto. E poi c’è il problema principale da affrontare, con gli agricoltori calabresi che vengono tassati e tartassati, anche senza ricevere alcun beneficio, anche senza aver mai visto nessun tipo di servizio di pulizia o tutela del proprio terreno».
«Benefici che dovrebbero essere individuati dai piani di classifica, chiamati a stabilire i parametri per la quantificazione dei medesimi e i conseguenti indici per la determinazione dei contributi. Tuttavia gli stessi risultano da aggiornare e rivedere, tanto da legittimare numerosissimi ricorsi presso le commissioni tributarie – continua la nota del capogruppo pentastellato -. Da un lato, dunque, i calabresi continuano a dichiararsi vessati, chiamati a pagare tributi senza un effettivo, concreto, e diretto beneficio per il proprio fondo, dall’altro alcuni consorzi di bonifica continuano ad assumere, come emerso anche recentemente, e nonostante i richiami della sesta Commissione, che pur aveva stigmatizzato fortemente l’intenzione di un Consorzio, in una delle prime riunioni dell’indagine ricognitiva, di assumere un nuovo direttore unico esterno dal costo di centomila euro».
«Questo, mentre l’Ente ha i bilanci bocciati, è falcidiato dai debiti, i dipendenti protestano salendo sui tetti per poter vedere riconosciuti i loro diritti e ricevere gli stipendi arretrati, e mentre alcuni progetti dello stesso Consorzio vengono bloccati per la mancanza di personale tecnico-operativo – conclude Tavernise -. Da qui, dunque, alcune azioni proposte per il risanamento dei consorzi di bonifica: rivedere la legge regionale n.11 del 2003; aggiornare e rivedere i piani di classifica».