Dallo scorso 10 novembre, data dello scioglimento del Consiglio regionale a seguito della prematura interruzione della legislatura a causa della morte della Presidente Jole Santelli, a Palazzo Campanella sono stati approvati numerosi provvedimenti non proprio qualificabili come “ordinaria amministrazione”. Nel contempo, i singoli consiglieri hanno provveduto ad una sfilza di assunzioni di portaborse e Co.co.co., anche nell’ultimo periodo, con costi esorbitanti.

Nella seduta di oggi, che doveva essere l’ultima prima del voto regionale indetto per il 3 e 4 ottobre prossimo, vi erano ben 12 punti all’ordine del giorno che comprendevano l’introduzione di norme tra le più variegate: dall’incremento, lo sviluppo, la tutela e la valorizzazione dell’apicoltura calabrese, alla tutela e la gestione della fauna selvatica e l’organizzazione del territorio ai fini della disciplina programmata dell’esercizio venatorio, fino alla pianificazione e sviluppo della pesca, della acquacoltura e della maricoltura e promozione del turismo marittimo calabrese. Insomma, di tutto di più. Se poi aggiungiamo che durante la seduta il capogruppo dei callipiani Marcello Anastasi ha chiesto inserimento di alcune mozioni all’ordine del giorno e il forzista Domenico Giannetta ha chiesto di poter presentare una mozione e una proposta di legge, l’ennesimo assalto alla digilenza era pronto.

Qualcosa, però, è andato storto. In venti minuti di seduta su relazione del segretario questore Filippo Mancuso sono stati approvati (senza nessun tipo di discussione o intervento nemmeno dalla minoranza) il bilancio consolidato del gruppo di amministrazione pubblica del Consiglio regionale della Calabria per l’esercizio 2020 e l’assestamento e le variazioni del bilancio di previsione 2021-2023 del Consiglio regionale (ciascuno di essi illustrati, messi ai voti e approvati in due minuti).

Subito dopo, mentre la capogruppo della Lega Tilde Minasi relazionava in merito al rendiconto sull’esercizio 2020 dell’Ente per i Parchi Marini Regionali (EPMR), l’aula si è svuotata ed il presidente Gianni Arruzzolo ha sospeso la seduta per un’ora causa assenza del numero legale. Dopo ben due ore, constatata l’assenza del numero legale, la seduta è stata tolta, nonostante qualche “stampella” a livello di presenze da parte della minoranza, come il citato Anastasi, alla disperata ricerca di una nuova collocazione elettorale.