Lo scandalo della proposta di legge regionale che punta all’assunzione di parenti e amici, denunciato dall’inchiesta di LaC News24, sbarca sulla stampa nazionale. A scriverne è Sergio Rizzo, su Repubblica, nell'articolo "Parenti e amici da sistemare -La Calabria regala posti ai precari" che ripercorre quanto scoperto dal nostro giornale partendo dal paradosso della premessa contenuta nello stesso testo legislativo: “La Corte costituzionale ha chiarito che ai consigli regionali prorogati è consentita solo l’adozione di atti necessari e urgenti mentre è inibito qualunque intervento legislativo che possa essere interpretato come una forma di captatio benevolentiae nei confronti degli elettori…”.

«E pensare che l’hanno scritto pure nero su bianco nella relazione “tecnico-descrittiva della legge», rimarca il giornalista che nel 2007, insieme al collega Gian Antonio Stella (allora entrambi al Corriere della Sera), scrisse La Casta, libro divenuto poi una pietra miliare nell’evoluzione politica e culturale italiana.

Rizzo sottolinea che il provvedimento, destinato ad approdare in Consiglio regionale «con la firma di tutti i capigruppo, abbia esattamente questo odore», cioè quello di prebenda elettoralistica da licenziare in tutta fretta prima delle elezioni. Niente di urgente e necessario, quindi, come ha già evidenziato la nostra Alessia Bausone nell’inchiesta ora ripresa da Repubblica.

La lista dei 208 precari che la proposta di legge si propone di stabilizzare, «trabocca di parenti e amici dei politici locali – ricorda Rizzo – precariamente infilati nei postifici regionali».

Una palude che LaC News24 e Alessia Bausone scandagliano da tempo, portando continuamente alla luce clientelismi di straordinaria evidenza che, incredibilmente, non si sono mai fermati, neppure ora che il Consiglio regionale è formalmente sciolto in vista della tornata elettorale che dovrebbe ripristinare condizioni di agibilità democratica che al momento sembrano essere compromesse. E non a causa del Covid, ma della disinvoltura con cui la classe politica calabrese cammina sul filo sospeso della legalità, cercando disperatamente di restare in equilibrio ma sempre sul punto di cadere.

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