VIDEO | Il provvedimento contestato dalle minoranze che chiedevano un rinvio ottiene il via libera dopo circa un’ora e mezza di dibattito. Occhiuto ironico: «La vostra è l’opposizione che ogni presidente auspicherebbe» (ASCOLTA L'AUDIO)
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Passa con i soli voti della maggioranza il provvedimento che ha alzato un polverone nell’opinione pubblica circa l’aumento dei compensi dei manager della sanità calabrese. Le opposizioni hanno provato a convincere il presidente Occhiuto e la maggioranza a rinviare il voto, per motivi di opportunità, ma alla fine il centrodestra ha ritenuto fondate le ragioni di una modifica, stabilendo in sostanza un collegamento diretto tra l’aumento dei compensi e l’uscita dall’emergenza della sanità calabrese.
Pronti via, e Giovanni Arruzzolo (FI) propone l’inversione del 13° punto con il 2°, l’aula approva. Caputo illustra il testo della proposta di legge di iniziativa dei consiglieri regionali Giovanni Arruzzolo, Giuseppe Neri, Simona Loizzo, Giacomo Crinò, De Nisi, Giuseppe Graziano, recante: “Modifica all’articolo 65 della legge regionale 12 giugno 2009, n. 19 (Collegato alla manovra di finanza regionale per l’anno 2009)” che altro non è che l’aumento dei compensi delle figure apicali del Sistema sanitario regionale.
In altre parole, con l’abrogazione dell’art.65 della legge regionale 19/2009, per effetto delle disposizioni che si vogliono introdurre, il trattamento economico complessivo riconosciuto ai Direttori generali delle aziende sanitarie ed ospedaliere è riportato al valore originario, cioè a 154.937,07 euro per il Direttore generale e a 123.949,66 euro per il Direttore Sanitario e Amministrativo (80% dei quello del Direttore generale). Che in definitiva- nel tutto compreso - porterà il compenso dei Direttori generali a 209.443,93 euro, e quello dei Direttori sanitari e amministrativi a 167.555,14 euro.
Per Antonio Lo Schiavo (demA) la proposta rischia di avere un valore emblematico. «Nulla da obiettare dal punto di vista tecnico normativo, mada un punto di vista politico e sociale e per il messaggio che diamo alla Calabria è sbagliato e pericoloso. Con una sanità a pezzi con i livelli delle prestazioni drammatico, il messaggio diventa distorto, per la solita Calabria che invece di partire dalla base, parte dalle figure apicali. Dovremmo dare un altro messaggio, e cioè che si premiano il merito e la competenza. Ritengo che quantomeno politicamente vada rinviata ad altro momento».
Roberto Occhiuto decide di intervenire subito: «È legittimo rinviare ciò che merita di essere approfondito, ma ciò che tecnicamente è ineccepibile si rinvia quando le istituzioni non se la sentono. La Calabria ha la sanità commissariata da tanti anni e il commissariamento è stato oggetto di una sentenza della Consulta dicendo che per risolvere il problema della sanità calabrese si dovrebbe mettere a disposizione del Commissario le migliori figure. Ci hanno dato la possibilità di munirci di 5 esperti con un tetto di spesa massimo di 500 mila euro, ma a spese della Regione. Ed io fino ad adesso non ho speso un euro di quei soldi perché voglio che sia il governo a pagare. Oggi risulta che i vertici della sanità siano i più malpagati del Paese. I direttori amministrativi e sanitari che hanno indennità parametrata a quella base del Commissario noi abbiamo l’effetto di non riuscire ad attrarre nessun professionista. Allora se vogliamo davvero affrontare i temi della sanità con serietà concentriamoci su tutto quello che merita approfondimento, ma evitiamo la demagogia».
Occhiuto rivela che era ad un punto avanzato anche una interlocuzione con il governo per dare incentivi a chi sceglie di venire in Calabria sia in termini di benefici economici che di carriera.
«Credo che la norma sia ineccepibile - ha aggiunto Occhiuto - suggerita tra l’altro dalla struttura commissariale e non da me, e siccome sono abituato a metterci la faccia anche quando le misure ancorché giusta sia impopolare, se ritenete sia ingiusta la rinviamo, ma se la ritenete giusta votiamola».
Per Davide Tavernise il discorso di Occhiuto non avrebbe fatto una piega con un sistema sanitario funzionante, ma in Calabria «le macchine di lusso si portano dopo che si è dato il pane ai figli». Ricorda che domenica a Cariati non c’era alcun medico di turno al pronto soccorso per rappresentare il suo stato d’animo: «In questi nove mesi non è cambiato nulla, e glielo dico io che faccio il tifo perché lei riesca a cambiare le cose - afferma il capogruppo cinquestelle -. Oggi è primario trovare medici e infermieri e questa non è demagogia. L’errore che ha fatto è che si sta circondando da troppi consulenti che non conoscono la realtà, senza renderci partecipi. Questa è una battaglia che lei da solo non vince, ma non perché non è capace ma perché questo è un sistema che fino a ieri non è stato governato».
Dopo l’intervento Simona Loizzo che ha difeso a spada tratta il provvedimento e l’operato del Commissario Occhiuto, Amalia Bruni (Misto) pur concordando la necessità di una rivisitazione della legge, conferma la linea tracciata per le opposizioni da Lo Schiavo e Tavermise: «Non perché siamo pavidi - rimarca la leader del centrosinistra - siamo persone che hanno a cuore questa terra e che hanno dimostrato con le proprie scelte personali e politiche la propria faccia».
Per lei c’è un problema di metodo - «Avrebbe potuto fare anche un Dca in quanto materia del Commissario» - e di merito - «non abbiamo visto nulla di diverso in questi mesi» dice – ma si dice convinta che da un punto di vista etico è inaccettabile ripartire da un atto del genere. «Ci saremmo aspettati un intervento che facesse recuperare quel 20% decurtato dalla vecchia legge con un provvedimento che stabilisse una retribuzione di risultato».
Per Ferdinando Laghi (demA) che vorrebbe evitare la polemica politica, è necessario entrare nel merito della questione: «Concordo con chi sostiene che l’aumento del 20% previsto ha un impatto nell’opinione pubblica» dice sottolineando che non c’è automatismo tra l’aumento del compenso e il miglioramento delle condizioni della sanità calabrese, propendendo invece per la soluzione votata favorevolmente dell’impiego dei medici specializzandi negli ospedali regionali: «Bisognerebbe studiare meccanismi premiali per chi lavora di più e meglio» dice il capogruppo ipotizzando semmai una decurtazione per chi non centra gli obiettivi affidatigli».
Per Ernesto Alecci (Pd) non è accettabile la narrazione che vuole la sanità calabrese non attrattiva e trattata da terzo mondo, «è ingeneroso per chi continua a lavorare in situazioni difficile e drammatiche in alcuni casi senza abbandonare questa regione, anche pagati meno rispetto al privato. Il segnale che si deve dare è quello di una Regione che si vuole rialzare anche con il contributo dei calabresi. L’immagine che stiamo dando oggi, dicendo queste cose, non è edificante».
Giuseppe Graziano (Udc) derubrica gli interventi di Tavernise ed Alecci «da campagna elettorale» ma anche populisti: «Noi vogliamo una vera sanità, ma Occhiuto ha bisogno di avere attorno a sé dei collaboratori capaci non persone che vengono qua per farsi i titoli. Il problema non è l’indennità di risultato, stiamo parlando di 30mila euro lordi per i Direttori generali e 24 per quelli sanitari e amministrativi, ma glieli vogliamo dare mille euro in più al mese a questi manager che prendono meno dei sottoposti. La norma che si vuole modificare è anacronistica oggi, e nata in un momento particolare che non c’è più».
Al dibattito, da ultimo, partecipa anche il capogruppo Domenico Bevacqua che reitera la richiesta di rinvio del punto annunciando in caso contrario il voto sfavorevole di tutte le opposizioni. Rispedendo al mittente, nella fattispecie a Forza Italia «La politica è assunzione di responsabilità. Questa proposta di legge nasce da una richiesta avanzata in maniera pressante da qualcuno che oggi si sente poco appagato. È giusto il problema che pone al centro di questo Consiglio regionale, ma credo che oggi non si doveva portare in aula questo provvedimento dopo aver sentito il grido di dolore dei medici»
«Noi siamo fortemente interessati a raccontare una Calabria delle opportunità - ha choisato Occhiuto - in tutti i settori, però consentitemelo, la Calabria ha una sanità da terzo mondo. Non riconoscerlo, nonostante gli sforzi dei nostri medici, significa non conoscere la Calabria o la sua sanità. Noi ci stiamo provando con strumenti straordinari».
Poi sfiorando la polemica che lo ha contrapposto al Pd sull’impugnazione di alcune leggi, ha annunciato che molto probabilmente il governo impugnerà la legge sulla contrattualizzazione degli specializzandi e quella relativa all’apicoltura, concludendo in maniera ironica il suo intervento: «Io ho molto rispetto dell’opposizione che fate, che è un’opposizione che ogni presidente di regione auspicherebbe».