Mattiani (FI) e Laghi (dMp) propongono una modifica al regolamento interno che possa consentire la partecipazione da remoto a giunte, commissioni e conferenze dei capigruppo
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«La proposta mira ad apportare una modifica al Regolamento regionale, tale da garantire il regolare svolgimento delle attività istituzionali in circostanze emergenziali, imprevedibili e di urgenza, nonché per consentire ai componenti degli organi di partecipare da remoto, in modalità audio/video, alle relative adunanze anche nei casi di impossibilità per motivi di salute». L’ultima trovata del Consiglio regionale è una proposta di provvedimento amministrativo che prevede la possibilità di svolgere l’intera seduta della Conferenza capigruppo consiliari, delle giunte, delle Commissioni e di qualunque altro collegio amministrativo istituito presso il Consiglio regionale della Calabria, ad eccezione delle sedute dell’Assemblea regionale, in modalità telematica. In altre parole, con tutti i componenti della stessa collegati da remoto. Ma è prevista anche una “modalità mista”, ossia con parte dei componenti in presenza e con i restanti componenti collegati da remoto, il che «consentirà a questi ultimi di conciliare con la seduta in oggetto impedimenti per motivi di salute, preventivamente comunicati».
La proposta controversa
La proposta - che si compone di un solo articolo che inserisce un nuovo Capo nel Regolamento interno del Consiglio regionale, introducendo modifiche di natura meramente ordinamentale e organizzative che non implicano nuovi o maggiori oneri finanziari a valere sul bilancio del Consiglio regionale – sembra sia un’esigenza avvertita in maniera trasversale dal Consiglio regionale, visto che reca la firma dei consiglieri Giuseppe Mattiani (FI) e Ferdinando Laghi (de Magistris presidente).
E tuttavia, fonti qualificate raccontano di mugugni, questi si trasversali, all’interno della maggioranza di centrodestra tra i vari partiti, ma anche all’interno della stessa Forza Italia, di cui Mattiani fa parte. Altri sostengono addirittura che della questione, al pari di alcune leggi che hanno di recente indignato l’opinione pubblica calabrese, non ne sappia niente nemmeno il presidente Roberto Occhiuto.
D’altra parte le preoccupazioni della maggioranza, confrontatasi in una call informale anche con il presidente dell’Assemblea legislativa Filippo Mancuso, sono protese nella direzione di stoppare eventuali strumentalizzazioni di sorta, in quanto – si è detto durante il confronto - la proposta, in sé potrebbe anche essere accettata, ma potrebbe allo stesso tempo far pensare ad una sorta di smart working perenne per i consiglieri regionali. La questione quindi non finisce certo qui. I consiglieri e i capigruppo di maggioranza si sono aggiornati alla prossima settimana per un esame più approfondito della questione. Fatto sta che le modalità previste dal provvedimento amministrativo dovrebbero essere estese anche alle eventuali audizioni, «qualora gli stessi soggetti siano impediti a partecipare in presenza per concomitanti impegni istituzionali, ragioni d’ufficio, di salute o di pubblica sicurezza».
Il nuovo articolo 36
Il nuovo “Capo” all’interno del Regolamento interno del Consiglio sarà rappresentato dall’articolo 36. Si potrà accedere alla modalità telematica - per motivi di urgenza, circostanze imprevedibili o condizioni di emergenza – solo dopo la convocazione da parte del Presidente del relativo consesso, e «previa adeguata motivazione». Le adunanze si svolgeranno con modalità video e audio-conferenza, mediante l’utilizzo di tecnologie telematiche che permettono, al contempo, oltre la percezione diretta, uditiva e visiva, la riservatezza (quale l’uso di cuffie, si specifica) della seduta stessa.
La comunicazione della seduta in modalità interamente telematica o mista, deve essere comunicata almeno 24 ore prima. «Nell’ipotesi in cui, all’inizio o durante lo svolgimento della riunione – è scritto nella Relazione della proposta - il collegamento di uno o più componenti risultasse impossibile o venisse interrotto per problemi tecnici, la riunione può comunque svolgersi se il numero legale è assicurato, dando atto dell’assenza giustificata del componente impossibilitato a mantenere attivo il collegamento».
La votazione di singoli provvedimenti, infine, sarà nulla se quel collegamento venisse meno. Una circostanza, questa, che rischia non solo di paralizzare l’attività, ma anche di dare spazio ad ostruzionismi vari.