Rinviati i due attesi punti all’ordine del giorno, funzionali anche agli equilibri nella maggioranza: Redigit è in quota Fratelli d’Italia, Arec sarebbe vicina ad Azione
Tutti gli articoli di Politica
PHOTO
C’era molta attesa per l’odierna seduta del Consiglio regionale. L’assemblea, d’altra parte, era chiamata tra gli altri punti, all’approvazione delle due nuove società in house – Redigit e Arec – che politicamente hanno il senso anche di cristallizzare i nuovi equilibri nella maggioranza che sostiene il presidente Roberto Occhiuto. Non è ormai un mistero che alla società che si occuperà del digitale sia accostata Fratelli d’Italia, mentre dell’Agenzia per l’energia ne gioverebbe Azione.
La seduta si è aperta osservando un minuto di raccoglimento per la morte di Francesco Occhiuto, figlio del senatore Mario Occhiuto, al quale l’intera assemblea ha espresso il profondo cordoglio per una così grave perdita.
Tuttavia il centrodestra non ha trovato i numeri necessari per l’approvazione. Sin da subito si è capito che sarebbe stato difficile raggiungere quella maggioranza qualificata richiesta dallo Statuto, nonostante gli interventi di Ferdinando Laghi e Francesco Afflitto avevano fatto presagire il voto favorevole fornendo soccorso alla maggioranza.
L’assessore Pietropaolo durante il suo intervento si è limitato a parlare di assenze giustificate dalle condizioni di salute di taluni consiglieri di maggioranza, ma le due leggi non sono state votate nel loro complesso, ma solo i loro singoli articoli.
Sul punto c’è da registrare la presa di posizione del capogruppo del Partito democratico Domenico Bevacqua che ha fatto notare come anche la singola votazione su ogni singolo articolo della legge richiedesse una maggioranza qualificata.
Caputo, che ha presieduto la seduta al posto del presidente Filippo Mancuso, anch’egli assente, si è appellato all’art.54 dello Statuto che permetterebbe di votare i singoli articoli anche senza la maggioranza qualificata.
L’assessore Pietropaolo intervenendo a chiusura del dibattito sulla Redigit ha chiarito che il processo di digitalizzazione è in atto ormai da una trentina d’anni in Italia ma senza che la Regione sia mai intervenuta nella materia. «Decidere di far parte di questa partita, prendendo le mosse anche dalla legislazione di altre Regioni, significa avere uno strumento che sia capace di adattarsi ai tempi, che diventa anche uno strumento in mano alla sanità digitale, per far sì che le scelte e le iniziative vengano messe in piedi con efficacia e celermente».
Per l’assessore meloniano la società nascente diventerà il perno di una rete tra le società private, le università e la Pubblica amministrazione. «C’è bisogno di un centro promotore che funga da gestore e supporti la crescita del mondo delle imprese. Uno dei primi compiti sarà quello di formare un collegamento stabile tra il mondo del lavoro e della formazione. Quindi chi esce da un percorso scolastico o universitario dev’essere guidato velocemente verso le richieste del mercato che ricerca determinati profili. Un modo anche per far rimanere in Calabria i nostri giovani. Per questo non può essere la legge di una parte, ma deve essere la legge della Regione».
Stesso copione per l’Agenzia per l’energia su cui ha invece relazionato Francesco De Nisi, consigliere regionale di Azione.