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Reggio Calabria – Il “mini-inciucio” tra Pd ed Ncd non è stato digerito dagli esponenti reggini della maggioranza. Il più duro Nicola Irto, indicato nei giorni scorsi come papabile per la presidenza del Consiglio.
“E’ del tutto evidente che c’è stato un accordo politico tra il Pd e il Ncd con uno scambio di voti reciprocamente controllato. Quelli del Ncd, per eleggere Scalzo alla prima votazione, e quelli del centrosinistra, senza i quali l’elezione di Pino Gentile sarebbe stata impossibile – ha dichiarato Irto - Ovviamente questo pone un problema perché non si sa chi abbia deciso e trattato questo accordo a lungo richiesto da Roma affinché si svolgesse alla luce del sole, ripetutamente rigettato, per poi farlo a sorpresa, perfino rispetto agli ignari consiglieri del centrosinistra. Tale assenza di chiarezza mi pare abbia poi consentito l’incredibile elezione del questore di minoranza del centrodestra, il consigliere Giuseppe Graziano (ovviamente, nulla di personale), con 18 voti, mentre a Giuseppe Neri ne sono andati soltanto 12, pur essendo la maggioranza di Oliverio di 20. Insomma, è accaduto che un improvviso accordo politico col Ncd, non si sa da chi gestito e comunque senza che ne fosse fatta parola coi consiglieri Pd né coi suoi organismi politici, abbia funzionato come una specie di tutti liberi nella successiva votazione, trasmettendo la sensazione che nell’Aula forze oscure possano spostare e dirottare i voti a proprio piacimento e secondo i propri interessi. E’ un punto, questo, su cui riflettere con attenzione per impedire passi falsi che possano indebolire la ventata di rinnovamento che abbiamo promesso ai calabresi”.
Dello stesso tono il commento di Giuseppe Neri (Democratici e Progressisti): “Sono ovviamente soddisfatto della mia elezione a consigliere segretario del Consiglio regionale della Calabria. Rimane tutta in piedi, però, una considerazione di ordine politico che riguarda i voti riportati da me e dal collega Graziano, eletto in quota minoranza. L’esito della votazione deve far riflettere il governatore ed il segretario regionale del Pd, dinanzi ad un risultato non certo confortante per la maggioranza stessa, che inficia, negativamente ed inopinatamente, la capacità di tenuta della coalizione che i calabresi hanno scelto per governare la Calabria nei prossimi cinque anni”.