A disposizione dei gruppi consiliari ci sono 1,3 milioni di euro l’anno. Per supportare i consiglieri sono stati assunti modelli, baristi, baby sitter, studenti e disoccupati. Ma tutti con le conoscenze giuste. I nomi e i curricula (ASCOLTA L'AUDIO)
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Finito il lockdown, aumentano gli appetiti della politica calabrese, rinomatamente spendacciona.
Ed ecco che è subito arrivata la deliberazione dell’Ufficio di presidenza a guida Mimmo Tallini numero 9 del 12 maggio 2020 che ha definito il budget a disposizione dei gruppi politici consiliari per “spese di funzionamento” e “spese per il personale”.
La prima voce ricomprende, secondo la legge regionale 13 del 2002, “le spese organizzative, di rappresentanza, di aggiornamento e documentazione, riconducibili esclusivamente agli scopi istituzionali riferiti all'attività del Consiglio regionale e alle funzioni di studio, editoria e comunicazione” e ad ogni singolo consigliere regionale spettano 8.159,76 Euro annui (con un totale complessivo di 1 milione e 264 mila euro in cinque anni).
Dopo i portaborse dei consiglieri, quelli dei gruppi consiliari
Molto differente è la seconda voce perché, come è noto, quando si possono fare nomine dirette con soldi pubblici, la politica regionale ha dato spesso dimostrazione, come nei casi degli autisti e dei portaborse, di seguire logiche meramente clientelari.
Il tetto massimo di spesa per il personale dei gruppi consiliari è stato determinato dall’Ufficio di presidenza del consiglio regionale (con decorrenza, però, dallo scorso 27 marzo) in 1.328.671,78 euro annui (42.860,38 euro a consigliere).
La citata legge regionale 13 del 2002 indica con precisione chi può essere assunto dai gruppi consiliari “personale proveniente dalla P.A. o estraneo ad essa” e come, ossia con contratti di diritto privato stipulati dal Presidente del Gruppo consiliare, specificando che, su sua indicazione nominativa, all’assegnazione provvede poi il segretario generale del consiglio. Con la specifica che “Per il personale estraneo alla Pubblica Amministrazione il rapporto è regolato da contratto di diritto privato a termine”. Nei fatti, spesso, co.co.co.
In soli due mesi i gruppi politici regionali hanno assunto ben 45 persone, ecco chi sono.
Posti per gli amici di partito
Il Partito Democratico in fretta e furia ha fatto il pieno di assunzioni. Nell’elenco troviamo Domenico Argirò, studente di giurisprudenza , “responsabile provinciale università” dei Giovani Democratici di Reggio Calabria e già segretario dei Gd del suo paese, Rizziconi (RC). Nel suo curriculum vanta di aver “organizzato numerose feste universitarie”. Insieme a lui, Rocco Bevacqua, presidente dei Gd della provincia di Reggio Calabria e Enrico Tarzia, classe 1986, ma ancora laureando in giurisprudenza, segretario Pd di Gioiosa Jonica (RC). Si qualifica come “addetto segreteria” del gruppo consiliare regionale del Pd dal 2010. Negli anni del PD reggino commissariato da Giovanni Puccio, i novelli co.co.co. non si son mai sentiti fino a quando non hanno firmato, insieme ad altri, una lettera aperta ad Oliverio titolata “Callipo è un valore aggiunto” (l’ardua sentenza è arrivata nell’ultima seduta del consiglio con la ratifica delle dimissioni).
Oltre loro risulta esserci l’ex segretario Pd di Bisignano (CS) e tesoriere della federazione provinciale dem Rosario Perri, recentemente insignito del compito di portare la federazione a congresso; il segretario del circolo PD di Dasà (VV) Giovanni Scaturchio e il consigliere comunale (di maggioranza PD, ma si qualifica come indipendente) di Cortale (CZ), Francesco Feroleto.
A loro si aggiunge Antonio Voci, dirigente PD di Montepaone (CZ) che si autocertifica come “in stato di disoccupazione”, mentre in precedenza, dal 2014 al 2018, era componente dello staff dell’allora presidente della provincia Enzo Bruno.
Certificata l’annessione al Pd del movimento civico “Farepercatanzaro” di Sergio Costanzo, consigliere comunale del capoluogo e capostruttura del consigliere dem Libero Notarangelo, con un contratto da co.co.co. per la collega consigliera comunale Cristina Rotundo e della vicepresidente del movimento Assunta Lacroce.
Assunzioni anche nella maggioranza, in quota Udc abbiamo Antonio Viteritti, già collaboratore politico di Giuseppe Graziano. Presente anche il coordinatore regionale dei giovani della Lega, Angelo Greco e Anna Serra, attualmente candidata alle elezioni comunali di Reggio Calabria con Forza Italia.
Assunti modelli, baristi e babysitter
Nell’elenco dei co.co.co. dei gruppi politici consiliari figurano persone non proprio esperte della “cosa pubblica”. Spicca la presenza di Sonia Natalizio, già candidata al consiglio comunale di Rende (CS) con la lista “Oltre” di Massimiliano De Rose, ma che nel suo curriculum, pubblicato sul sito del consiglio regionale, vanta una pluriennale esperienza come “barlady” e come titolare di una rosticceria, fino all’assunzione nel 2019 nel gruppo regionale del Pd.
Domenica Tripodi, classe 94, di Melito Porto Salvo (RC), invece, è stata assunta dall’Udc e indica come ultimo lavoro la babysitter ma ha un passato esperienza come commessa, mentre Nicola Bruno Valente è responsabile di sala dell’agriturismo “La Cascina del Monastero” di Serra San Bruno (VV) con un passato da ausiliario del traffico.
Antonio Furriolo, classe 97, assunto dalla Lega, ha un diploma di perito elettronico alle spalle e fino al settembre di un anno fa curava gli eventi della discoteca Noa a Soverato (CZ), mentre Carmine Fasano, in quota Pd, faceva l’addetto al guardaroba all’ospedale di Castrovillari (CS), ma nel suo background professionale vanta uno stage come fotomodello nel 2015 ed un corso di portamento nel 2017.
Parentele e scandali
Nell’elenco dei 45 co.co.co. spicca anche Andrea Ciro Genova, formalmente residente ad Ostuni in provincia di Brindisi, è figlio dell’ex sindaco Pd di Corigliano Giovanni Battista Genova.
Presente Stefania Campagna, sorella di Pino Campagna, presidente della sezione civile del Tribunale di Reggio Calabria e cognata di Oreste Romeo, già coordinatore provinciale del movimento Scopelliti Presidente nel 2013.
Lucio De Brasi di Bonifati (CS), invece, è capogruppo della lista civica “Bonifati Insieme”. L’anno scorso è stato al centro di un denunciato “intrigo economico familiare” a causa di un appalto pubblico comunale vinto dal suocero Mario Gerardo Trombiero.
Nella lista compare Flavio Cedolia, manager e coordinatore della lista scudocrociata alle ultime regionali per la provincia di Cosenza, il cui fratello, Massimiliano, è stato condannato nel 2017 in primo grado per truffa all’Ordine dei Minimi del santuario di Paola.
Infine, in lista c’è anche Serafino Mastroianni, già presidente del consiglio comunale di Gizzeria (CZ) ora candidato consigliere nella lista di Francesco Argento, già vicesindaco dell’oggi consigliere regionale Lega Pietro Raso. Argento è stato arrestato nel 2017 per tentata estorsione, vedendosi sospendere dalla carica di vicesindaco.
Insomma, anche questa volta, la politica regionale si è dimostrata prona alla solita vecchia “logica del compare”. Che sia l’amico del partito, il parente dell’amico del parentito, l’amico dell’amico imbarazzante o direttamente il portatore di voti, i soldi pubblici a loro disposizione sono decisamente e in maniera bipartisan, malspesi.