La notizia è stata battuta dalle agenzie nella serata di ieri. Poche righe per chiarire che in virtù  degli impegni istituzionali del presidente della massima assemblea calabrese Antonio Scalzo, il Consiglio regionale, convocato per giovedì quindici gennaio, si terrà cinque giorni più tardi. Se ne riparlerà, dunque, il prossimo 20 gennaio.


Si tratta del secondo rinvio dopo quello che lo scorso 29 dicembre costrinse l’Astronave a ritardare l’avvio della legislatura. Gli eletti avrebbero fatto il proprio ingresso nell’assise soltanto il 7 gennaio, a conclusione delle festività natalizie e di quelle di inizio anno.
Le ragioni della scelta, al di là degli impegni per le massime cariche della regione, sono da ricercare, oggi come allora, nella necessità di guadagnare tempo rispetto a questioni nodali per il futuro dell’assise.


Nei prossimi giorni, peraltro il governatore  Mario Oliverio è atteso a Roma dai vertici della segreteria del Pd. Largo del “Nazareno” vuole capirne di più sulla formazione della nuova giunta nella quale è verosimile che possano fare il proprio ingresso due esponenti renziani.


Ma al di là delle poltrone, il capo dell’esecutivo dovrà provare a sbrogliare l’intricata matassa della sua nomina a Commissario della Sanità. In tal senso sarebbero arrivate dal premier precise garanzie sulla modifica  da inserire nel decreto Milleproroghe della norma che vieta ai presidenti delle regioni di svolgere questa mansione.


Quanto ai lavori d’ aula dovrebbero arrivare presto all’attenzione dell’assise anche le modifiche allo Statuto. A quanto pare, non sarà possibile arrivare alla figura del consigliere supplente. Spazio, invece, al consigliere delegato. Un cambio di rotta non proprio irrilevante dal momento che in questa seconda eventualità gli eletti nominati assessori non sarebbero obbligati a dimettersi in caso di fuoriuscita dalla giunta. Nel mirino della maggioranza anche la norma che limità alla metà delle poltrone disponibili il numero degli esterni in giunta.