Maggioranza sempre più pigliatutto a Palazzo Campanella, dove, proprio questa mattina, è stato eletto Pierluigi Caputo (Forza azzurri) nuovo vicepresidente della Commissione speciale di vigilanza.

Niente di nuovo all’ombra dell’astronave, se non fosse per il fatto che, da prassi la Commissione di vigilanza è lasciata alla guida delle opposizioni. Certo anche queste ultime ci mettono del loro, ed allora la frittata è bella e pronta.

Dal canto suo, Caputo, già vicepresidente dell’Assemblea legislativa, è stato eletto con quattro voti, corrispondenti ai presenti alla seduta odierna, e tra i quali non figurava nessun esponente delle minoranze, se non il presidente Francesco Afflitto (M5S).

Un avvio tormentato

L’elezione di Caputo alla vicepresidenza della Commissione arriva a diversi mesi di distanza dalle dimissioni presentate da Antonio Lo Schiavo, che lasciò la postazione di vice rimanendo però membro dell’organismo consiliare. Le sue dimissioni, erano arrivate dopo che proprio Afflitto, in aula, votò a favore della Multiutility per i rifiuti e le risorse idriche, contrariamente a quanto fatto dalle opposizioni, ma il malumore parte da lontano. In quella occasione il notaio vibonese pose un chiaro problema di natura politica che però non fu colto dall’intero schieramento di opposizione.

D’altra parte come si ricorderà, all’atto dell’insediamento delle Commissioni, proprio il gruppo “de Magistris presidente” si lamentò del fatto che ai suoi componenti non furono lasciate neanche le briciole, in termini di presidenze, risultando l’unico gruppo a non averne. Contestata, fu anche la votazione in aula, con l’accusa alla maggioranza di esser venuta meno agli accordi non scritti di assegnare la presidenza proprio a Lo Schiavo.

Oggi, la storia, seppur in forma diversa, si è ripetuta. Le dimissioni di Lo Schiavo erano di fatto congelate, perché lo stesso, come detto, si era dimesso da vice presidente e non da membro della Commissione. Si è quindi temporeggiato in tutti questi mesi senza che si aprisse una vera riflessione né all’interno dello schieramento delle opposizioni né in quello della maggioranza di centrodestra. Nessun tentativo di ricomporre la frattura. Ma neanche di mediare rispetto alla nuova figura di vicepresidente.

Lo Schiavo: «Errore strategico»

A giochi fatti, qualcuno sostiene che Occhiuto e la maggioranza si siano scelti il presidente, e ora il vice. Venendo meno ad una prassi consolidata nel tempo e che lo stesso centrodestra ha detto più volte di voler rispettare. Va da sé, che molte voci si rincorrono su una possibile fuoriuscita di Afflitto dal Movimento 5 stelle, e questo, se dovesse avvenire complicherebbe di più le cose.

Contattato telefonicamente, Antonio Lo Schiavo, oggi assente perché evidentemente non voleva avallare il risultato della votazione, parla di errore politico strategico: «Oggi si è votato il vice presidente della Commissione speciale di Vigilanza. Dopo le mie dimissioni, i problemi che stavano a monte di quel gesto sono però invariati. Non è cambiato nulla. Continuo a ritenere che la vigilanza è il principale strumento di controllo delle opposizioni sulla maggioranza. Questo organismo oggi è ancora debole, e ritengo che l’opposizione debba fare una valutazione, anche per il futuro, sulla sua composizione e sul ruolo di pungolo e controllo politico che esso deve avere nei confronti della maggioranza. Per quanto mi riguarda il problema è politico e non personale e non spetta solo a me doverlo affrontare».

Lo Schiavo, che oggi guida il Gruppo Misto dai banchi delle opposizioni, evidenzia insomma come in un certo senso tutta l’opposizione se ne sia lavata le mani, lasciando così campo libero al centrodestra.
«Ritengo che questo sia un errore strategico per una opposizione che vuole alzare il livello del confronto e che – ha concluso - vuole costruire una vera alternativa di Occhiuto».