Riceviamo e pubblichiamo:

 

"Due giorni di tempo per organizzarsi, e Labdem e Dems propongono un ricorso congiunto contro il regolamento approvato dalla direzione regionale del Pd e reso noto soltanto lunedì scorso nel corso della direzione provinciale di Cosenza in vista delle elezioni dei segretari provinciali a Cosenza, Catanzaro, Crotone e Reggio Calabria.


La vicenda è nota soprattutto all’interno del partito, visto che per il resto è risultata coperta a livello mediatico dai clamori di Cantiere Calabria, svoltasi all’Unical e conclusasi sabato scorso: la direzione regionale del Partito Democratico ha fissato uno “sbarramento” altissimo per la presentazione delle candidature, stabilito nel 15 per cento delle firme degli iscritti.

La norma

In altre parole, chi voglia candidarsi alla segreteria provinciale deve essere supportato dalle firme del 15% degli iscritti su base provinciale in regola con il tesseramento del 2016. Questa norma, motivata dai vertici del Pd con la “ricerca dell’unità del partito”, risulta palesemente vessatoria, per due motivi.

 

Innanzitutto per una questione “quantitativa”: la soglia calabrese è troppo alta, soprattutto se paragonata con le percentuali richieste nelle altre regioni, più popolose della nostra. Si pensi, per fare un esempio concreto, che in genere è richiesto il 3 o il 5% degli iscritti oppure, come avviene in Lazio bastano 400 iscritti.


In secondo luogo, la norma risulta vessatoria per un fattore cronologico. Infatti, il termine ultimo per le iscrizioni scade il 2 ottobre. Perciò è logico pensare, in questo stato di cose, che il regolamento avvantaggi sostanzialmente chi già dirige le strutture di partito e perciò può disporre delle firme, più facili da ottenere a livello numerico, dei membri delle assemblee di Federazione, mentre gli altri sarebbero costretti, in tempo brevissimo, a raccogliere migliaia di firme.


L’unità del partito è un valore prezioso. Ma sia consentita una riflessione: un albero è una unità anche dopo che è stato potato selvaggiamente. Ma è una unità più piccola e asfittica, che rischia di seccare, mentre i rami, se sono ben curati, lo rendono rigoglioso e vitale.


Questo è il rischio che corre il Pd calabrese.

 

Il ricorso

Per questi motivi Dems, l’associazione guidata dal ministro della Giustizia Andrea Orlando, e Labdem, l’associazione che fa capo a Gianni Pittella, il presidente del gruppo socialista al Parlamento Europeo, hanno proposto un ricorso congiunto contro il regolamento elettorale calabrese alla Commissione nazionale di garanzia del Partito Democratico. Lo hanno firmato Giuseppe Terranova, in rappresentanza dei Dems, e, in rappresentanza di Labdem, Enrico Caterini, docente di diritto privato all’Unical, giurista di vaglia e figura di primo piano del mondo culturale non solo calabrese.


I motivi politici, in questo caso, coincidono con quelli statutari: la soglia prevista dal “nuovo” regolamento viola i principi di democrazia interna, proporzionalità e rappresentanza delle minoranze previsti dagli articoli 1 e 1bis dello Statuto nazionale del Partito Democratico.
Segno che per il Pd il pluralismo è un valore fortissimo. Proprio in nome di questo valore Labdem e Dems, che non intendono mettere in discussione l’unità del partito, propongono ricorso contro una norma che appare palesemente ispirata dalla volontà di esclusione di intere aree della nostra comunità politica".